ANCORA COLOMBIA, TOCCA A QUINTANA
Vittoria d’astuzia del 23enne della Movistar che fa il vuoto nell’ultima curva sull’asfalto bagnato e conquista il tradizionale arrivo in salita di Eibar-Arrate con 2” su Sergio Henao, Alberto Contador, Carlos Betancur, Simon Spilak, Richie Porte e Jean-Christophe Péraud riducendo a 6” il distacco nella generale dal connazionale del Team Sky. Chiudono a ridosso della top ten gli azzurri Damiano Cunego, Giampaolo Caruso e Diego Ulissi.
Foto copertina: Quintana espugna la “roccaforte” di Arrate, storica ascesa del ciclismo basco (foto Bettini)
Per il quinto anno consecutivo il Giro dei Paesi Baschi è approdato a Eibar-Arrate al termine della salita dell’Alto de Usartza, 5,8 km all’8,4%, posta a 2 km da un traguardo che nelle ultime tre edizioni ha visto il successo di Samuel Sánchez e nel 2009 quello di Alberto Contador, senza dimenticare quanto accaduto all’ultima Vuelta España in cui Alejandro Valverde ha avuto la meglio al fotofinish su Joaquin Rodrìguez. La tappa, 151,6 km con partenza da Trapagaran e l’Alto Pagatza, l’Alto Karabieta, l’impegnativo Alto de Ixua e l’Alto Aisastia, già affrontato nella frazione di Elgoibar, da scalare prima della salita finale, è stata caratterizzata per la prima volta da pioggia e freddo lungo tutto il percorso e, dopo diversi tentativi iniziali che hanno visto protagonisti tra gli altri Andrew Talansky (Garmin-Sharp) e Nicolas Roche (Saxo-Tinkoff) è vissuta sulla fuga partita al km 53 del campione russo Eduard Vorganov (Katusha), di un Rein Taaramäe (Cofidis) alla ricerca di una condizione che non ha quasi mai trovato dopo la mononucleosi che l’ha colpito all’inizio della passata stagione, di un Peter Velits (Omega-QuickStep) sempre a suo agio con il maltempo e a caccia di riscatto dopo aver perso 1′49” a Trapagaran pur avendo fatto lavorare la squadra e dei nostri Matteo Montaguti (Ag2r) e Daniele Ratto (Cannondale), che hanno acquisito fino a 5′ di margine e non è stato affatto facile per il gruppo andarli a riprendere: finchè a tirare è rimasto il Team Sky della maglia gialla Sergio Henao e di Richie Porte, che può contare in questa Vuelta al Pais Vasco solo su quattro corridori oltre ai due leader della generale, sebbene tra questi vi siano atleti di grande spessore come Vasil Kiryienka e il vincitore del GiroBio 2012 Joseph Dombrowski, il gap non è mai sceso sotto i 4′ ma quando la Movistar di Nairo Quintana ha preso il comando delle operazioni è apparso evidente che per i battistrada non ci sarebbero state chances: sotto la spinta degli uomini di Unzue una cinquantina di atleti hanno perso contatto tra cui Amets Txurruka (Caja Rural), comprensibilmente a corto di energie dopo le tre giornate precedenti passate in fuga, e Andy Schleck (RadioShack) che pure aveva dato qualche segnale positivo almeno in termini di voglia di stare davanti nelle prime tappe.
Sull’Alto de Ixua il forcing di Velits ha provocato i cedimenti di Taaramäe e Vorganov e in prossimità della vetta anche quello di Ratto rientrato nella successiva discesa e lo slovacco, il torinese e Montaguti si sono presentati ai piedi della salita finale con ancora 1′ di margine, decisamente insufficiente a resistere al ritorno degli uomini di classifica. Sulle prime rampe i big si sono studiati e ne hanno approfittato per andare in avanscoperta José Herrada (Movistar), in assoluto uno dei più attivi in questa Vuelta al Pais Vasco, Pieter Weening (Orica-GreenEdge) e un John Gadret (Ag2r) che quest’anno diserterà il Giro per puntare tutto sul Tour ma l’unico a fare il vuoto è stato Simon Spilak (Katusha), che una volta di più conferma la sua attitudine quando le condizioni meteo sono avverse: lo sloveno, distanziato di soli 10” nella generale da Henao, ha raggiunto e superato i contrattaccanti e poi anche Velits e Montaguti, dai quali nel frattempo aveva nuovamente perso contatto Ratto, e ha acquisito fino a 25” sul gruppo degli inseguitori dal quale si è mosso Henao immediatamente seguito da Porte, Quintana, Jean-Christophe Péraud e Carlos Betancur (Ag2r), un Alberto Contador (Saxo-Tinkoff) che ancora una volta ha corso esclusivamente sulla difensiva e inizialmente anche dai nostri Diego Ulissi (Lampre-Merida) e Giampaolo Caruso (Katusha), che però non hanno retto il ritmo e sono stati raggiunti dal gruppetto alle loro spalle comprendente tra gli altri Samuel Sánchez (Euskaltel), che ha visto così sfumare l’occasione di cogliere il poker a Eibar, Andrew Talansky (Garmin-Sharp) e Damiano Cunego (Lampre-Merida). Nel tratto finale dell’ascesa nel successivo falsopiano che portava al traguardo è stato costantemente Porte a imporre una forte andatura che ha messo in difficoltà Péraud e Betancur, bravi comunque a rimanere agganciati al gruppetto, e ha fatto sì che Spilak venisse ripreso finchè nell’ultima curva a 200 metri dal traguardo, resa più impegnativa dall’asfalto bagnato, Quintana ha fatto la differenza e si è imposto con 2” su Henao, Contador, Betancur, Spilak, Porte e Péraud nell’ordine, conquistando il secondo successo stagione dopo quello di Vallter 2000 al recente Giro di Catalogna. Alle loro spalle hanno chiuso Weening, rimasto nel mezzo dopo lo scatto all’inizio della salita, 8° a 16” e Sánchez 9° a 23” con Cunego 12° a 24” alle spalle di Alberto Losada (Katusha) e Wouter Poels (Vacansoleil) e Caruso e Ulissi 13° e 15° a 27” mentre gli sconfitti di giornata tra coloro che occupavano una buona posizione nella generale sono stati Tejay Van Garderen (Bmc) 21° a 57” e Jacob Fuglsang (Astana) 22° a 1′02” per non parlare di Igor Antón 44° a 3′38”: Henao resta in maglia gialla con 6” su Quintana, 10” su Porte, Contador e Spilak, 21” su Betancur, 26” su Péraud e 35” su Weening e Caruso ma molto potrà cambiare nella quinta tappa, 166,1 km da Eibar a Beasain con ben dieci gran premi della montagna ultimo dei quali l’Alto de Olaberria, strappo di 2 km con pendenza media superiore al 12%, posto ai -6 dal traguardo
Marco Salonna