LA LEJANA E’ COLOMBIANA

aprile 4, 2013
Categoria: News

Festival sudamericano sulla salita che conduce al traguardo di Trapagaran con Sergio Henao che precede di misura in un combattuto sprint a due Carlos Betancur e conquista la maglia gialla e Nairo Quintana che chiude 4° a 8” ma si fanno valere anche gli azzurri con Giampaolo Caruso 3° a 5” dopo aver attaccato con Betancur nel finale e Diego Ulissi 5° a 10” davanti ai grandi favoriti per la generale Richie Porte e Alberto Contador. Chiudono a 21” Samuel Sánchez e Damiano Cunego, ancora più indietro Tejay Van Garderen e Andrew Talansky.

Foto copertina: lo sforzo sulle facce di Henao e Betancur durante la volata sulla Lejana (www.teamsky.com)

Dopo le prime due abbordabili frazioni dominate dall’Orica-GreenEdge con i successi di Simon Gerrans e Daryl Impey il Giro dei Paesi Baschi è entrato nel vivo con la terza tappa, 164,7 km da Vitoria-Gasteiz a Trapagaran con cinque gran premi della montagna di cui quattro negli ultimi 60 km e la salita finale di 7 km dell’Alto de la Lejana caratterizzata da tre strappi molto impegnativi, su tutti un muro del 21% nei 400 metri conclusivi, alternati a tratti molto più pedalabili o addirittura in contropendenza. A differenza dei giorni scorsi sono stati in molti a tentare di andare in fuga nelle prime fasi e solo al km 51 è nata l’azione che ha caratterizzato la corsa ad opera dei giovani scalatori Romain Bardet (Ag2r) e Mikel Landa (Euskaltel), di un Daniel Navarro (Cofidis) recente vincitore della Vuelta Murcia ma già uscito di classifica nelle prime tappe e dell’immancabile Amets Txurruka (Caja Rural), per il terzo giorno consecutivo all’attacco e questa volta spalleggiato anche dal compagno di squadra Omar Fraile: i cinque al comando hanno rapidamente guadagnato fino a 5′20” sul gruppo guidato ad andatura blanda dall’Astana della maglia gialla Francesco Gavazzi, che chiaramente non aveva nessuna possibilità di conservare la leadership in cima all’Alto de la Lejana, ma la musica è cambiata quando a tirare si sono portate la Movistar di Nairo Quintana e, con un’azione difficile da interpretare visto che l’ascesa finale non era adatta alle caratteristiche di Peter Velits, l’Omega-QuickStep con un Tony Martin spesso in testa al gruppo, forse per fare prove generali in vista della crono di Beasain che chiuderà la Vuelta al Pais Vasco; sta di fatto che il distacco del plotone ha iniziato a calare drasticamente finchè a 10 km dal traguargo i battistrada, rimasti in quattro per il cedimento di Fraile sull’Alto de Cobaron, sono stati riassorbiti.
Gli uomini di classifica hanno preso di petto l’ascesa finale a partire da Ryder Hesjedal (Garmin-Sharp) che ha prodotto un’accelerata apparsa finalizzata non tanto a tentare di vincere la tappa o a favorire il compagno di sqaudra Andrew Talansky, uno di quelli che su queste salite deve difendersi per poi tentare di fare la differenza a cronometro, quanto a provare la gamba in prospettiva Giro d’Italia: poche centinaia di metri dopo il canadese si è infatti fatto da parte ma la sua azione ha già provocato una netta selezione e a farne le spese sono stati tra gli altri Gavazzi, il campione del mondo Philippe Gilbert (Bmc), ancora lontano dalla miglior condizione, Janez Brajkovic (Astana) e Haimar Zubeldia (RadioShack), e dopo un tentativo piuttosto velleitario di Yohann Bagot (Cofidis) sono stagi gli uomini della Saxo-Tinkoff di Alberto Contador a prendere in mano la situazione nel primo tratto di falsopiano. Sul secondo strappo impegnativo posto tra i -4 e i -3 dal traguardo si è mosso, forse un po’ troppo in anticipo, Richie Porte (Team Sky) alla cui ruota si sono immediatamente portati Quintana e Contador e successivamente Giampaolo Caruso e Simon Spilak (Katusha), Jean-Christophe Péraud e Carlos Betancur (Ag2r), Sergio Henao (Team Sky), Cayetano Sarmiento (Cannondale) e un Diego Ulissi (Lampre-Merida) bravo a risalire dopo aver iniziato la salita nelle retrovie e solo in un secondo momento sono riusciti a rientrare un’altra ventina di atleti tra cui Igor Antón e un Samuel Sánchez (Euskaltel) non ai livelli delle passate stagioni, Damiano Cunego (Lampre-Merida), Tejay Van Garderen (Bmc) e Jakob Fuglsang (Astana), mentre hanno perso definitivamente contatto Talansky, Velits, Thibaut Pinot (Fdj) e Andreas Klöden (RadioShack).
Approfittando di un attimo di rallentamento al termine del tratto più duro si sono avvantaggiati con una perfetta scelta di tempo Betancur e Caruso ai quali ha tentato invano di agganciarsi Sergey Dyachenko (Astana) e la loro azione sarebbe stata decisiva se non fosse stato per la Lampre-Merida con Josè Serpa, già in ottima forma pur essendo al debutto stagionale, che si è portato al comando facendo sì che il vantaggio dei due non superasse i 10 secondi: ai piedi del muro finale è partito Henao (Team Sky) che, approfittando forse del marcamento tra gli altri big oltre che di una grande condizione, si è riportato in solitudine sulla coppia al comando e ha dato vita a un lungo testa a testa con Betancur che gli è rimasto praticamente al fianco per gli ultimi 200 metri finchè in vista del traguardo Henao, con una manovra che non si può definire scorretta ma certo non priva di malizia, ha stretto leggermente il connazionale impedendogli di condurre la traiettoria ideale e ha colto il successo sia pure per pochi centimetri con Caruso che non ce l’ha fatta a reggere il ritmo dei due colombiani ma ha chiuso a un comunque ottimo terzo posto a 5” seguito da Quintana 4° a 8”, un brillantissimo Ulissi 5° a 10” davanti a un Porte che sembra essere l’uomo da battere per la generale, a un Contador cui continua a mancare qualcosa per essere al top e a uno Spilak che conferma l’ottimo stato di forma che gli ha consentito di aggiudicarsi il Gp Indurain mentre 9° e 10° con distacchi rispettivamente di 16 e 21” si sono piazzati Antón e Sánchez, entrambi autori di una buona rimonta finale. Nella scia dell’asturiano sono arrivati anche Péraud, Fuglsang e un Cunego cui è mancato qualcosa in termini di cambi di ritmo mentre più indietro hanno chiuso Roman Kreuziger (Saxo-Tinkoff) 19° a 31” e Van Garderen 23° a 33” e sono ormai fuori dai giochi Talansky 32° a 53” e Kloeden 37° a 1′16” con a ruota Hesjedal. La nuova classifica generale vede Henao al comando con 8” su Quintana e 10” su Porte, Contador, Caruso e Spilak con Ulissi 12° a 22” e Sánchez 13° a 26” al pari di Cunego: il leader dell’Euskaltel avrà comunque modo di riscattarsi in quel di Eibar dove si è imposto nelle ultime tre stagioni e là dove si concluderà la quarta tappa, 151,6 km con partenza da Trapagaran e l’Alto de Ixua e l’Alto de Aisastia da scalare negli ultimi 30 km prima dell’ascesa finale verso l’Alto de Arrate.

Marco Salonna

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