GERRANS SENTE ARIA DI SANREMO
Terzo successo stagionale per il vincitore della Classicissima 2012 che, grazie anche a una caduta che coinvolge Tony Martin e Jurgen Van den Broeck, si avvantaggia con altri 16 atleti lungo la tecnica discesa dell’Alto de Aiastia, che ricorda molto quella del Poggio, e regola nello sprint ristretto Peter Velits, Angel Vicioso e Francesco Gavazzi. In classifica generale Alberto Contador, Richie Porte e Tejay Van Garderen guadagnano 5” su Samuel Sanchez, Andrew Talansky e Damiano Cunego e 28” sullo stesso Martin.
Foto copertina: la volata che ha assegnato la prima maglia di leader dell’edizione 2013 del Giro dei Paesi Baschi (foto EFE)
Si è aperta con una frazione di 156,5 km con partenza e arrivo a Elgoibar la 53a edizione del Giro dei Paesi Baschi, breve corsa a tappe di 6 giorni lungo percorsi ideali per preparare sia le imminenti classiche delle Ardenne che i grandi Giri e che come sempre presenta una start list di altissimo livello, sebbene in quest’occasione vi siano da registrare assenze di peso come quelle di Bradley Wiggins, Chris Froome, Joaquin RodrÃguez e Alejandro Valverde: sulla carta i tre grandi favoriti sono Samuel Sánchez (Euskaltel), idolo di casa al di là delle origini asturiane, che un anno fa ha finalmente spezzato l’incantesimo che gli impediva di aggiudicarsi questa corsa, un Alberto Contador (Saxo-Tinkoff) reduce da un’influenza e non brillantissimo nelle prime gare stagionali ma comunque atleta che si presenta in gara sempre con l’obiettivo di mettere le proprie ruote davanti a quelle degli altri nonchè unico in tempi recenti ad essersi imposto per due volte nel 2008 e nel 2009, e un Richie Porte (Team Sky) cresciuto esponenzialmente in questo 2013 in cui ha già dominato la Parigi-Nizza e si sarebbe probabilmente ripetuto al Critèrium International se non avesse dovuto dare via libera al compagno Froome. Accanto a loro potranno puntare alla classifica generale anche Andrew Talansky e un Ryder Hesjedal (Garmin-Sharp) che fin qui ha condotto a fari spenti la sua preparazione per tentare di bissare il successo di un anno fa al Giro d’Italia, Andreas Klöden, Haimar Zubeldia e un Andy Schleck (RadioShack) che ha dato segnali di ripresa di recente, Laurens Ten Dam (Blanco), Tony Martin (Omega-QuickStep), Nairo Quintana e Rui Alberto Faria da Costa (Movistar), Janez Brajkovic (Astana), Jean-Christophe Péraud (Ag2r), Simon Spilak (Katusha), Tejay Van Garderen (Bmc), Jurgen Van den Broeck (Lotto-Belisol), Thibaut Pinot (Fdj), Andrew Talansky e un Ryder Hesjedal (Garmin-Sharp) che fin qui ha condotto a fari spenti la sua preparazione per tentare di bissare il successo di un anno fa al Giro d’Italia, Thomas De Gendt e José Rujano (Vacansoleil) e Rein Taaramäe (Cofidis) senza dimenticare corridori che dovrebbero mettersi a disposizione dei leader ma che sarebbero capitani in diverse altre squadre come Igor Antón (Euskaltel), Sergio Henao (Team Sky) e Roman Kreuziger (Saxo-Tinkoff) mentre andranno a caccia di successi parziali il campione del mondo Philippe Gilbert (Bmc), Michael Albasini e Simon Gerrans (Orica-GreenEdge), Paul Martens (Blanco), Alexandr Kolobnev, Carlos Betancur (Ag2r) e Angel Vicioso (Katusha): in casa Italia saranno Damiano Cunego e Diego Ulissi (Lampre-Merida) a tentare di chiudere nelle zone alte dopo aver dominato la Settimana Coppi e Bartali con Enrico Gasparotto e Francesco Gavazzi (Astana) e Daniele Ratto (Cannondale) a puntare a successi parziali nelle frazioni meno impegnative mentre Adriano Malori (Lampre-Merida) si focalizzerà sulla cronometro di Beasain che chiuderà il Giro dei Paesi Baschi.
La prima tappa era caratterizzata da sei gran premi della montagna ma i più impegnativi, l’Alto de Endoia e l’Alto de Azurki che presentavano entrambi tratti con pendenze superiori al 10%, erano piuttosto lontani dal traguardo e la corsa ha avuto uno andamento in gran parte tranquillo con la fuga di Laurent Didier (RadioShack) e Amets Txurruka, che dopo una lunga militanza nelle fila dell’Euskaltel si è trasferito in questa stagione alla Caja Rural, controllata dalla Saxo-Tinkoff di Contador che ha concesso loro un vantaggio massimo di 4′30” e a 18 km dal traguardo ha chiuso il gap nei confronti del basco, che in precedenza sull’Alto de Kalbario aveva staccato il compagno d’avventura, Sono state invece il Team Sky e la Movistar a prendere in mano la situazione sull’Alto de Aiastia, salita pedalabile ma caratterizzata da una discesa molto tecnica che terminava a 1 km dal traguardo, per mantenere nelle prime posizioni i rispettivi capitani Porte e Quintana, notoriamente non a loro agio nelle picchiate più tortuose, e la mossa si è rivelata azzeccata in virtù di una caduta in vista dello scollinamento in cui sono stati coinvolti tra gli altri Tony Martin, Taaramäe e Van den Broeck, che ha avuto la peggio battendo un gomito e un ginocchio e ha chiuso con un ritardo di 5′13” anche se sembra in grado di proseguire nei prossimi giorni: il gruppo si è infatti spezzato in diversi tronconi con Contador, bravo a farsi trovare davanti insieme a Van Garderen, Henao e ai citati Quintana e Porte, che ha condotto in prima persona gran parte della discesa e il primo gruppo di 17 atleti ha proseguito nell’azione fino al traguardo di Elgoibar in cui Simon Gerrans, che già sarebbe stato tra gli uomini da battere in caso di arrivo a ranghi compatti, ben lanciato dal compagno Pieter Weening si è imposto agevolmente davanti a Peter Velits (Omega-QuickStep), il solo a tentare di contrastarlo, Vicioso e al nostro Gavazzi, unico italiano a rimanere davanti, conquistando la terza vittoria stagionale dopo una tappa al Tour Down Under e una al Giro di Catalogna: Samuel Sánchez è riuscito quasi a rientrare con l’aiuto dei fratelli Izagirre ma ha comunque perso 5” al pari di Talansky, Hesjedal, Klöden e Cunego mentre Antón e Ulissi hanno chiuso a 12”, Zubeldia e Brajkovic a 19”, Martin a 28”, De Gendt e Rujano apparsi comunque già in difficoltà in salita a 53” e Andy Schleck a 1′01”. La seconda tappa, 170 km da Elgoibar a Vitoria-Gasteiz dove un anno fa si è imposto Daryl Impey in un finale convulso, è sulla carta la meno impegnativa di una Vuelta al Pais Vasco in cui gli uomini di classifica non avranno respiro a partire dalla terza frazione in poi: in programma comunque cinque gran premi della montagna ultimo dei quali l’Alto de Zaldiaran la cui vetta è posta a 9 km dal traguardo.
Marco Salonna