SPILAK, WINNING IN THE (GP INDU)RAIN
Al termine di una fuga di 150 km dapprima in compagnia di altri 11 atleti e in solitudine negli ultimi 40 lo sloveno della Katusha, tradizionalmente a suo agio con avverse condizioni atmosferiche, si aggiudica sotto la pioggia la corsa dedicata al campione navarro davanti al redivivo Igor Antón, mai così competitivo negli ultimi due anni, a Peter Stetina e al favorito della vigilia Alejandro Valverde. In casa Italia brillanti prove di Giampaolo Caruso 5° e Daniele Ratto 9°.
Foto copertina: Spilak al traguardo del GP Indurain (www.as.com)
La 45a edizione del Gp Miguel Indurain, in precedenza Gp Navarra prima di assumere nel 1999 l’attuale denominazione dedicata al fuoriclasse di Pamplona che peraltro era riuscito a imporsi ancora giovanissimo nel 1987, si è disputata lungo il tradizionale percorso di 179,3 km con partenza e arrivo a Estella infarcito di salite, con il gpm di 1a categoria di Alto de Gurguillano ai -55 dalla conclusione, altre quattro ascese di 2a categoria e lo strappo finale di un km verso la Basilica de Puy in cima al quale era posto il traguardo. Tra i protagonisti al via, molti dei quali saranno in scena anche nel prossimo Giro dei Paesi Baschi in programma dal 1° al 6 di aprile, i nomi più attesi erano quelli di Alejandro Valverde (Movistar), a caccia di una rivincita dopo la caduta che lo ha costretto al ritiro in un Giro di Catalogna che con ogni probabilità avrebbe fatto suo e spalleggiato dai compagni Juan Josè Cobo, Rui Alberto Faria da Costa e Beñat Intxausti, e un Samuel Sánchez (Euskaltel), supportato da Igor Antón, Mikel Nieve e dai fratelli Jon e Gorza Izagirre, apparso in netta crescita di condizione nelle ultime tappe della Tirreno-Adriatico e voglioso di bissare il successo del 2011: accanto a loro Giampaolo Caruso, migliore degli italiani un anno fa nella corsa vinta dal suo compagno Daniel Moreno qui assente, e Alexandr Kolobnev (Katusha), Tom Danielson, Peter Stetina e Andrew Talansky (Garmin), Chris Sørensen, Nicolas Roche e Roman Kreuziger (Saxo-Tinkoff) e Daniele Ratto e Cristiano Salerno (Cannondale).
Proprio il 28enne di Imperia, già più volte all’attacco al Giro di Catalogna il che gli ha consentito di aggiudicarsi la classifica di miglior scalatore, è stato tra gli animatori della fuga nata dopo 25 km che ha deciso la corsa e comprendente Simon Spilak (Katusha), Rohan Dennis (Garmin-Sharp), Intxausti and Javier Moreno (Movistar), Mikel Landa (Euskaltel), Wilson Marentes (Colombia), Karol Domagalski (Caja Rural), Jesse Anthony (Team Optum), Igor Merino (Euskadi), Juan Chamorro and Ever Rivera (472-Colombia) che hanno acquisito fino a 8′30” di vantaggio su un gruppo che ha tardato a reagire con le corazzate Katusha, Movistar ed Euskaltel rappresentate da atleti di alto spessore nel gruppo di testa e la sola Saxo-Tinkoff che ha tentato di chiudere ma senza successo, anche perchè il susseguirsi delle salite e la pioggia caduta lungo gran parte del percorso hanno reso ancor più complicato l’inseguimento: a 70 km dal traguardo Spilak e Intxausti, sulla carta i più quotati tra i fuggitivi, hanno preso il largo insieme al sorprendente Dennis, 22enne australiano conosciuto soprattutto per le sue doti di cronoman che gli hanno consentito di aggiudicarsi due campionati mondiali dell’inseguimento a squadre su pista, ma lungo la scalata dell’Alto de Lezaun, la cui vetta era posta ai -37 dalla conclusione, lo sloveno ha intuito che i due compagni d’avventura non erano più in grado di dargli una mano e li ha lasciati sul posto proseguendo con un ritmo impressionante fino al traguardo che taglierà in perfetta solitudine, mentre Intxausti e Dennis verranno ripresi e staccati dal gruppo al pari del resto della fuga iniziale: arriva dunque il secondo successo consecutivo della Katusha al Gp Indurain nonchè il terzo in carriera per Spilak dopo una tappa al Giro di Slovenia 2009 e una tappa, anch’essa disputata sotto una pioggia battente, e la classifica generale del Giro di Romandia del 2010 quando correva per la Lampre e non è un caso che questo atleta dotato di ottime qualità sia a cronometro che in salita abbia sempre dato il meglio nella parte iniziale della stagione caratterizzata da condizioni meteo spesso difficili mentre non si sia mai ripetuto su quei livelli nei mesi più caldi dell’anno.
La corsa dei battuti ha visto prevalere Igor Antón, autore forse della sua migliore prestazione da quasi due anni a questa parte: lo scalatore basco, che dopo la vittoria in cima allo Zoncolan al Giro 2011 non era più riuscito a ripetersi a quei livelli al di là del successo di Bilbao nella Vuelta dello stesso anno e del 9° posto nella classifica generale della corsa a tappe iberica della passata stagione, si è avvantaggiato nel finale in compagnia di Peter Stetina (Garmin-Sharp), già brillante al Giro di Catalogna in cui è stato fondamentale per il successo di Daniel Martin, e lo ha battuto in cima allo strappo verso la basilica de Puy chiudendo a 1′32” da Spilak con lo statunitense 3° a 1′34” e Valverde solo 4° a 1′49” con a ruota Caruso, che si conferma il migliore degli italiani in questa corsa e che insieme ad Alberto Losada 8°, Angel Vicioso 10° ed Eduard Vorganov 11° completa una grande prestazione di squadra della Katusha; 6° ha invece chiuso Kreuziger davanti alla sorpresa di giornata Danail Petrov (Caja Rural) e 9° un convincente Daniele Ratto che si conferma in ottima forma, mentre la grande delusione di giornata è stato Samuel Sánchez che si è staccato molto lontano dal traguardo e ha chiuso 39° a 9′18” ma probabilmente si è risparmiato per dare il meglio di sè al Giro dei Paesi Baschi in cui andrà alla caccia del bis dopo essersi imposto un anno fa per la prima volta nella classifica generale.
Marco Salonna