CARUSO SFRECCIA A FIORANO
Primo successo da professionista per il passista scalatore della Cannondale che stacca i nove compagni di fuga sulla salita di Montecchio e si aggiudica davanti ad Alessandro Mazzi e Boris Shpilevsky una frazione di Fiorano Modenese accorciata per via del maltempo. Il gruppo lascia fare e la classifica generale rimane invariata con Diego Ulissi che si aggiudica la Settimana Coppi e Bartali davanti a Damiano Cunego, Miguel Rubiano Chavez e Ivan Basso.
Foto copertina: l’arrivo di Caruso a Fiorano Modenese, nel giorno del trionfo di Ulissi (foto De Socio)
La quinta e ultima tappa della Settimana Internazionale Coppi e Bartali era inizialmente prevista sulla distanza di 141,1 km da Monticelli Terme a Fiorano Modenese, località nota per ospitare il principale circuito di prova della Ferrari, ma a causa delle avverse condizioni meteo gli organizzatori sono stati costretti a tagliare l’ascesa iniziale verso Montericco, lungo la quale una frana ha reso impossibile il passaggio, e inoltre hanno deciso di far percorrere solo due volte invece delle quattro inizialmente previste il circuito finale, neutralizzando i tempi all’inizio dello stesso: uno scenario simile ha di fatto posto fine in anticipo alla lotta per la classifica generale che già alla vigilia era abbastanza definita con Diego Ulissi (Lampre-Merida) saldamente al comando e la formazione blu-fucsia ha avuto buon gioco nel controllare la corsa dando via libera a una fuga composta da Alessandro Mazzi (Utensilnord), che riuscirà a riprendersi la maglia verde di miglior scalatore che aveva indossato al termine della frazione inaugurale di Gatteo, Marco Coledan (Bardiani-CSF), Simon Pavlin (Adria Mobil), Carlos Julian Quintero (Colombia), Diego Rosa (Androni), Simone Ponzi (Astana), Sergey Shilov e Boris Shpilevsky (Lokosphinx), Sergei Chernetski (Katusha) e Damiano Caruso (Cannondale) e limitandosi a controllare che il vantaggio non assumesse proporzioni esagerate data la presenza di Quintero distanziato in classifica di 7′27” da Ulissi. Nessun’altra squadra ha preso l’iniziativa per tentare di riprendere i fuggitivi che si sono giocati la corsa sul circuito finale in cui Caruso, indubbiamente il più dotato in salita tra gli uomini di testa anche se sia nelle tappe più impegnative di questa Settimana Coppi e Bartali che in precedenza alla Tirreno-Adriatico non aveva brillato, ha preso l’iniziativa sulla prima ascesa di Montecchio con il solo Mazzi tenacemente aggrappato alla sua ruota e Shpilevsky che ha mancato per poco l’aggancio, mentre il resto dei componenti del gruppetto di testa è rimasto tagliato fuori; tra i due uomini al comando Caruso è apparso di gran lunga il più determinato e, dopo aver staccato di qualche decina di metri Mazzi in una discesa già tecnica di per sè e resa ancor più impegnativa dalla strada bagnata, ha atteso il veronese nel breve tratto pianeggiante che portava a Fiorano per poi fare definitivamente il vuoto nel secondo passaggio a Montecchio e andare a cogliere il suo primo successo nei tre anni da professionista con 13” sull’atleta dell’Utensilnord, 13” su Mazzi, 1′28” su Shpilevsky, 1′33” su Shilov, 1′37” su un Ponzi dal quale forse contro questi avversari ci si attendeva qualcosa in più e 1′44” su Rosa seguito alla spicciolata da Quintero, Chernetski, Coledan e Pavlin mentre il gruppo ha chiuso in tutta tranquillità con un ritardo di 9′46” preceduto da Alessandro Bazzana (UnitedHealtCare) e altri corridori di secondo piano che si sono avvantaggiati nel finale con azioni apparse più che altro ad uso e consumo delle telecamere.
La classifica generale ha visto dunque il trionfo, costruito con una splendida azione solitaria nella tappa di Sogliano al Rubicone, di Diego Ulissi, che già era arrivato vicino ad aggiudicarsi la Settimana Coppi e Bartali nelle ultime due stagioni in cui aveva chiuso al 2° e 3° posto e, dopo aver già disputato una brillante Parigi-Nizza, si candida ora a recitare un ruolo da protagonista nel Giro dei Paesi Baschi e soprattutto nelle classiche delle Ardenne, sempre che riesca ad acquisire quella competitività quando le distanze superano i 200 km che fin qui gli è un po’ mancata; agli stessi obiettivi punterà Damiano Cunego, che a sua volta ha confermato il suo grande feeling con la corsa emiliano-romagnola vinta nel 2006 e nel 2009 chiudendo 2° a 1′35” dal giovane compagno di squadra e aggiudicandosi al termine di una volata ristretta la tappa con arrivo in salita di Piani Mocogno oltre alla maglia bianca della classifica a punti e può essere più che soddisfatto anche Ivan Basso (Cannondale), che ha palesato una condizione in netta crescita e decisamente migliore di quella che aveva un anno fa nello stesso periodo dell’anno in vista del Giro d’Italia: il varesino avrebbe potuto probabilmente chiudere sul podio se non avesse lavorato a lungo in testa al gruppo nella tappa di Sogliano al Rubicone ma si è comunque piazzato 4° a 1′59” preceduto di 11” da Miguel Rubiano Chavez (Androni), atleta che sembra entrato in una nuova dimensione dopo il successo conquistato nella tappa di Porto Sant’Elpidio al Giro 2012. Le posizioni di rincalzo sono state occupate dalla rivelazione austriaca Riccardo Zoidl (Gourmetfein Simplon) 5° a 2′09”, dallo scalatore ceco Leopold König (NetApp-Endura), unico della formazione tedesca a lottare per le zone alte a differenza dei compagni Jan Barta e Bartosz Huzarski che avevano chiuso ai primi due posti un anno fa ma che in quest’edizione sono rimasti nelle retrovie, 6° a 2′14” e dal neoprofessionista reggino ma toscano d’adozione Francesco Manuel Bongiorno (Bardiani-CSF) che si è piazzato 7° a 2′36” conquistando la classifica di miglior giovane cui ormai non può aspirare Davide Rebellin (CCC Polsat), che a 41 anni continua a dimostrarsi competitivo chiudendo 8° a 2′41” davanti al regolarista spagnolo Sergio Pardilla (MTN Qhubeka) 9° a 3′11” e a Fabio Taborre (Vini Fantini) che ha chiuso la top ten con un distacco di 3′19”: altri due protagonisti in positivo di questa Settimana Coppi e Bartali sono stati Fabio Felline (Androni), che ha vinto la tappa di Gatteo e anche nei giorni successivi si è sempre fatto vedere nelle prime posizioni, e Adriano Malori (Lampre-Merida), che oltre ad aver supportato Ulissi e Cunego nelle frazioni più impegnative ha dominato la cronometro di Crevalcore e può essere ormai considerato uno dei big di questa specialità .
Marco Salonna