GILBERT-BIS: ANCHE LA PARIGI – TOURS E’ SUA
GILBERT-BIS, ANCHE LA PARIGI – TOURS E’ SUA
Il fenomeno belga supera sull’arrivo della città di Tours il connazionale Boonen a coronamento di un’azione a tre avviata proprio da quest’ultimo. Chiude il podio Bozic, sfinito sul traguardo, medaglia di legno per l’italiano Pozzato che non si smentisce nemmeno in questa occasione: un fenomeno a perdere il momento buono.
Si tratta di un bis, per Gilbert (Silence), sia se consideriamo le ultime due gare affrontate, sia consideriamo le due ultime edizioni di questa classica d’autunno. E’ nato un campione, ora possiamo davvero dirlo, ci aveva mostrato tutte le sue quelità, ma doveva ancora confermare che si trattasse di un’abitudine e non di un momento paseggerro. Bhè con l’ennesima prestazione di livello possiamo definitivamente aggiungerlo alla lista dei migliori atleti in circolazione e secondo qualcuno non sarebbe un azzardo inserirlo tra i favoriti della prossima “classica delle foglie morte”, alias Lombardia.
Di conferme però in questa giornata ne abbiamo avute due, e purtroppo non entrambe positive. In settimana avevamo osannato, oltre a Gilbert, anche l’italiano Pozzato (Katusha) che purtroppo oggi è tornato a fare il Pozzato che conoscevamo: il campione che non si afferma mai, il lupo che perde il pelo, ma non il vizio, il vizio è quello di perdere sempre l’azione buona, quella che decide la gara. E così è stato oggi quando a 5km dal traguardo Boonen (Quick Step) aveva allungato trascinando con se Bozic (Vacansoleil), Gilbert e Van Avermaet (Silence). L’italiano, rallentato anche da una caduta che ha coinvolto alcuni uomini del plotone, non quindi potuto andare al di là del quarto posto, vincendo la volata dei battuti e finendo ai piedi del podio composto nell’ordine da Gilbert, Boonen e Bozic, Van Avermaet è stato invece riassorbito dopo aver tirato per il compagno fino ai 300m dalla linea finale. E’ proprio quando il compagno si è spostato che Gilbert ha dato dimostrazione di tutte le sue potenzialità scaricando sui pedali una potenza tale da lasciare di stucco anche un velocista come Boonen, il connazionale aveva probabilmente giudicato male la ruota migliore, pensando fosse lo sloveno Bozic a ricucire sull’uomo in testa, in realtà l’atleta della Vacansoleil era letteralmente sfinito tanto da non tentare nemmeno un accelerazione per seguire successivamente lo stesso Boonen.
Nei chilometri antecedenti l’azione di Boonen&co. La gara aveva offerto la solita lunga fuga con Elmiger e Pineau (Ag2r), Ladagnous (FDJ), Gaudin (Bbox), Delpech (Bretagne), Thire (Auber93), Haymann (Rabobank), Veleers (Skil), Bodrogi (Katusha) e Vierhouten (Vacansoleil) voglioso di mettersi in mostra prima di lasciare il palcoscenico del ciclismo professionistico (come lui lascia oggi anche lo svedese Ljungqvist), ci sentiamo di dedicargli un applauso per non essersi risparmiato nemmeno a “pensione raggiunta”. Il vantaggio massimo aveva lambito i 7’30” prima di scemare sotto il ritmo delle squadre dei velocisti, rimaste nei chilometri finali orfane della Columbia, a sua volta orfana del leader Greipel. In questo modo è stato favorito un certo tipo di gara difficile da tenere unita nel finale, un altro appaluso ci riserviamo di farlo a questo punto a Tom Boonen che è stato l’unico in grado di leggere la gara e capire che nessuno gli sarebbe andato dietro, peccato non aver fatto i conti con lo stato diu forma dell’eccelso Gilbert.
Andrea Mastrangelo