NIBALI, SQUALO DEI DUE MARI
Il messinese dell’Astana perde solo 12” dal diretto rivale Chris Froome nella crono conclusiva di San Benedetto del Tronto e si aggiudica per il secondo anno consecutivo la Tirreno-Adriatico con 23” sul britannico e 52” su Alberto Contador che scalza Joaquim RodrÃguez dal terzo gradino del podio. Grande prestazione di Adriano Malori che nella prova contro il tempo è battuto solo da sua maestà Tony Martin mentre Fabian Cancellara non va oltre il quarto posto preceduto anche dal sorprendente Andrey Amador
Foto copertina: Nibali, il “Dio Nettuno” del ciclismo mondiale (foto Bettini)
Come da tradizione ormai consolidata è San Benedetto del Tronto a ospitare la conclusione della Tirreno-Adriatico e per il terzo anno consecutivo si è gareggiato in una breve cronometro individuale di 9200 metri, 100 in meno rispetto al 2011 e al 2012 quando a imporsi fu Fabian Cancellara (RadioShack), quasi tutti da percorrere sul lungomare della cittadina marchigiana in entrambe le direzioni con partenza e arrivo in Viale Marinai d’Italia e giro di boa in Piazza Salvo d’Acquisto: data la presenza di pochissime curve le condizioni dell’asfalto, bagnato in alcuni tratti per un acquazzone caduto nel primo pomeriggio, non hanno influito più di tanto e sono venuti fuori i veri valori in campo. Il campione elvetico, sebbene reduce da una dispendiosa fuga nella tremenda frazione di Porto Sant’Elpidio utile ad affinare la condizione in vista della Milano-Sanremo ma che certo gli ha tolto preziose energie per la cronometro, ha comunque realizzato il miglior tempo provvisorio al traguardo con 8” sul compagno Hayden Roulston ma pochi minuti dopo è stato superato da uno strepitoso Adriano Malori (Lampre-Merida) che, grazie soprattutto a una posizione aerodinamica apparsa molto migliorata in seguito ai lavori specifici invernali nel velodromo di Montichiari e in galleria del vento, ha fatto meglio del diretto di Berna già nell’intertempo posto al km 4,9 e ha incrementato il vantaggio nel finale portandolo a 8”: la prova del parmigiano, già 3° due anni fa nella crono di San Benedetto del Tronto, acquista ancor più valore se si considera che nel mese di febbraio una caduta con cui si era procurato una lieve infrazione alla clavicola sinistra lo aveva costretto a perdere diversi giorni di preparazione. Malori è rimasto a lungo al comando resistendo agli assalti dei vari Alex Dowsett (Movistar), Jan Barta (NetApp), Stijn Devolder (RadioShack), Kristjian Koren (Cannondale) e Dario Cataldo (Sky), tutti autori di buone prove a partire dall’abruzzese campione italiano di specialità se si considerano le energie spese negli ultimi giorni in testa al gruppo a lavorare per Chris Froome, ma nulla ha potuto contro il solito straripante Tony Martin (Omega-QuickStep), che dopo un avvio prudente che lo ha visto passare con 1” di ritardo a metà gara si è scatenato nel lungo rettilineo di ritorno verso il traguardo che ha tagliato con 6” di vantaggio su Malori, 12” su Cancellara, 20” su Roulston e 23” su Cataldo e Dowsett. Immediatamente è apparso evidente che il tempo del campione mondiale a cronometro non sarebbe più stato battuto, tanto più che l’unico altro atleta che avrebbe potuto insidiarlo ovvero Taylor Phinney (Bmc) non ha potuto prendere il via dopo aver eroicamente concluso la tappa di Porto Sant’Elpidio in ultima posizione ma fuori tempo massimo: per il 27enne di Cottbus si tratta del terzo successo stagionale dopo la crono di Tavira e la classifica finale della Volta ao Algarve, senza dimenticare il contributo determinante al successo dell’Omega-QuickStep nella cronosquadre di Donoratico che ha aperto la Tirreno-Adriatico.
Le posizioni di testa non sono più cambiate fino all’arrivo di Jonathan Castroviejo (Movistar), che ha chiuso con 14” di ritardo, e soprattutto del suo compagno di squadra Andrey Amador, che a partire da un Giro d’Italia 2012 in cui è stato grande protagonista andando spessissimo all’attacco è entrato in una nuova dimensione, dimostrandosi atleta competitivo su tutti i terreni: il costaricano ha chiuso addirittura 3° alle spalle di Martin e Malori e davanti a Cancellara e questa prestazione gli ha consentito di salire all’8° posto della generale davanti allo scalatore polacco Przemyslaw Niemiec (Lampre-Merida), mentre alle loro spalle un ritrovato Wouter Poels (Vacansoleil) ha difeso il suo piazzamento nella top ten dall’assalto di un Domenico Pozzovivo (Ag2r) cui è sempre mancato qualcosa per rimanere con i migliori nelle tappe più impegnative e che non ha certo trovato a San Benedetto del Tronto il terreno per fare la differenza. La 6a e 7a posizione nella generale del 41enne Chris Horner, già secondo un anno fa alla Tirreno, e di un Mauro Santambrogio (Vini Fantini) che ha impressionato lottando gomito a gomito con i migliori tutti i giorni, erano ormai consolidate e tali sono rimaste al termine di una crono che lo statunitense e il comasco hanno chiuso con distacchi rispettivamente di 42” e 1′09”, mentre ben più accesa è stata la lotta per i primi cinque posti di una classifica che alla vigilia vedeva Vincenzo Nibali (Astana) al comando con 34” su Froome, 37” su Joaquim RodrÃguez (Katusha), 48” su Alberto Contador (Astana) e 58” su Michal Kwiatkowski (Omega-QuickStep): sulla carta Purito, di gran lunga meno specialista rispetto ai due lo seguivano in classifica, era destinato a chiudere 5° e in effetti così è stato al termine di una prova in cui il catalano ha comunque venduto carissima la pelle concludendo la crono con un distacco da Martin di 43” contro i 21” del polacco e il 30” del madrileno, che ha chiuso così sia pure di strettissima misura al terzo posto una Corsa dei due Mari in cui ha dimostrato la consueta grande combattività ma anche di dover crescere ancora molto di condizione se vorrà rivincere il Tour de France, suo grande obiettivo stagionale. La lotta per la maglia azzurra vedeva Nibali, che un anno fa aveva conquistato la leadership proprio nella prova contro il tempo conclusiva strappandola a Horner, nettamente favorito e l’ottima prova di Froome, 6° a 15” da Martin, non ha impensierito il siciliano che si è mantenuto vicino ai tempi del britannico nella prima metà del percorso per poi calare leggermente nel finale e chiudere con un ritardo di 26”, più che sufficiente comunque per portare a casa il suo secondo successo alla Tirreno-Adriatico che, in virtù dell’impresa realizzata a Porto Sant’Elpidio e del valore degli avversari battuti, vale ancor di più di quello della passata stagione ed è un ottimo viatico per il prossimo Giro d’Italia, che lo Squalo tenterà di aggiudicarsi per la prima volta in carriera, ma anche per una Sanremo che in passato lo ha sempre visto protagonista. La classifica generale finale ha visto il capitano dell’Astana imporsi con 23” su Froome, cui non è bastato il successo di Prati di Tivo, 52” su Contador, 53” sulla grande rivelazione Kwiatkowski, 54” sul vincitore della tappa di Chieti RodrÃguez, 1′21” su Horner, 2′03” su Santambrogio, 2′42” su Amador, 3′19” su Niemiec e 3′35” su Poels: la maglia verde di miglior scalatore è andata a Damiano Cunego (Lampre-Merida), che pur non avendo ancora una grande condizione ha corso con grande grinta nelle tappe più dure conquistando anche il premio di atleta più combattivo, mentre quella rossa della classifica a punti è stata appannaggio di Contador che ha preceduto Peter Sagan (Cannondale), che ha dimostrato una volta di più la sua classe cristallina prevalendo a Narni Scalo al termine di una volata di gruppo e a Porto Sant’Elpidio in un percorso simil-Liegi ed è unanimemente considerato come l’uomo da battere della prossima Milano-Sanremo in programma domenica 17 marzo.
Marco Salonna