RISCOSSA PURITO, FROOME NUOVO LEADER

marzo 11, 2013
Categoria: News

Dopo aver perso contatto nel finale della salita di Prato di Tivo e aver detto addio alle velleità di classifica generale Joaquin Rodríguez fa la differenza sul muro di Via Salomone e si aggiudica la tappa di Chieti davanti a Bauke Mollema, Alberto Contador, Mauro Santambrogio, Chris Horner e al britannico che strappa la maglia azzurra a Michal Kwiatkowski. In leggero ritardo Vincenzo Nibali, coraggiosa azione di Damiano Cunego sfumata a 6 km dal traguardo

Foto copertina: Rodriguez piazza uno scatto dei suoi sul muro di Chieti (foto Bettini)

Per il quarto anno consecutivo la Tirreno-Adriatico è approdata a Chieti al termine di una frazione di 230 km caratterizzata dall’abbordabile ascesa di Forchetta Palena nelle fasi iniziati, da quella ben più impegnativa di Passo Lanciano, che era in programma anche nella passata stagione ma non è stata affrontata a causa della neve, a 40 km dal traguardo e dallo spettacolare finale nel capoluogo di provincia abruzzese con i brevi ma durissimi strappi di Pietragrossa e Via Salomone, presenti anche nel percorso della tappa di Pescara del prossimo Giro d’Italia, in rapida successione negli ultimi 7 km. La fuga di giornata è nata al km 20 ad opera di Valerio Agnoli (Astana), prezioso gregario di Vincenzo Nibali insieme al quale è approdato dalla Liquigas alla formazione kazaka, un Oscar Gatto (Vini Fantini) ancora non al meglio della condizione in questo avvio di stagione, il russo Maxim Belkov (Katusha) e lo svizzero Michael Schär (Bmc) entrambi in evidenza alle Strade Bianche, tre uomini da classiche del Nord come lo spagnolo Juan AntoniO Flecha (Vacansoleil), l’olandese Sebastian Langeveld (Orica-GreenEdge) e il belga due volte vincitore del Giro delle Fiandre Stijn Devolder (RadioShack) che negli anni ha abbandonato le velleità da uomo di classifica nelle grandi corse a tappe, il trentino Cesare Benedetti (NetApp), a caccia di punti per la classifica di miglior scalatore, e infine un Damiano Cunego (Lampre-Merida), già secondo due anni fa a Chieti alle spalle del compagno Michele Scarponi, che dopo la debacle di Prati di Tivo in cui ha accusato oltre 6′ di ritardo da Chris Froome (Team Sky) ha tentato immediatamente di riscattarsi: al km 65 Benedetti è rimasto vittima di una caduta senza conseguenze che lo ha però costretto a lasciarsi riassorbire dal gruppo ma al termine della tappa indosserà comunque la maglia verde grazie al contemporaneo ritiro di Francesco Failli (Vini Fantini), che da giorni stava soffrendo per via di una costola incrinata in seguito a una caduta alle Strade Bianche ed è uscito di scena al pari del compagno Francesco Chicchi e di Sep Vanmarcke (Blanco), che è finito per terra ancora prima del km zero e sarà probabilmente costretto a saltare l’intera campagna del Nord. I fuggitivi hanno acquisito fino a 7′ di margine ma come era prevedibile ben presto in testa al gruppo le maglie biancoblù dell’Omega-QuickStep del leader della generale Michal Kwiatkowski sono state rimpiazzate da quelle verdi della Cannondale, che aveva l’obiettivo portare Peter Sagan a bissare il successo del 2012 a Chieti, e soprattutto da quelle nere di un Team Sky intenzionato a rendere la corsa più dura possibile per favorire un attacco di Froome nel finale.
Ai piedi dell’ascesa di passo Lanciano, 13 km con una pendenza media intorno all’8%, il vantaggio dei battistrada si era ridotto a 2′40” e Cunego, che su queste rampe fu protagonista nel Giro 2006 quando attaccò nel finale per poi essere battuto dal solo Ivan Basso, ha preso il largo con il solo Devolder che ha tentato per qualche centinaio di metri di resistere al veronese ed è riuscito a tenere a distanza un gruppo nel quale il Team Sky imponeva con Dario Cataldo un’andatura non impossibile, in modo da conservare uomini per la discesa e il successivo tratto pianeggiante di avvicinamento a Chieti, ma comunque piuttosto sostenuta che ha provocato il cedimento di Cadel Evans (Bmc), già in difficoltà a Prati di Tivo ma comunque ancora 11° in classifica a 1′18” da Kwiatkowski, e più avanti anche quelli di Samuel Sánchez (Euskaltel), dell’8° della generale Jonathan Castroviejo (Movistar) e dello stesso Sagan, riusciti però a rientrare in discesa al termine della quale il gruppo dei big era composto da una quarantina di atleti sempre con Cataldo al comando, e le trenate del campione italiano a cronometro sono state fatali a Cunego che ha visto esaurirsi la sua azione a 6 km dal traguardo all’inizio del muro di Pietragrossa. Qui sono entrati in azione Sergio Henao e Rigoberto Urán con un forcing che ha messo in difficoltà un Sagan molto affaticato dopo aver sofferto verso Passo Lanciano e con lui il compagno Moreno Moser, decisamente sotto tono in questa Tirreno-Adriatico, e ancora una volta Sánchez: in prossimità della vetta Alberto Contador (Saxo-Tinkoff) si è mosso insieme al compagno Roman Kreuziger per conquistare secondi di abbuono nel traguardo volante posto proprio in cima dove lo spagnolo è transitato per primo davanti a Nibali, a Froome e al ceco che ha proseguito nell’azione insieme al costaricano Andrey Amador (Movistar) ma immediatamente Urán ha chiuso il buco. Tutto si è deciso dunque nello strappo finale di Via Salomone in cui Joaquin Rodríguez (Katusha), che pure non è ancora al top della condizione, si è confermato il numero uno su questo tipo di percorsi involandosi in solitudine verso il traguardo mentre alle sue spalle Froome, dopo un attimo di smarrimento che ha agevolato l’azione del catalano, ha accelerato portandosi dietro i soli Contador, un come al solito brillantissimo Mauro Santambrogio (Vini Fantini), Chris Horner (RadioShack) e un Bauke Mollema (Blanco) tornato protagonista dopo essere stato una delle vittime illustri a Prati di Tivo mentre Nibali si è fatto sorprendere nelle retrovie del gruppetto e non è più riuscito a chiudere il buco e Kwiatkowski è andato in netta difficoltà, risentendo forse degli sforzi di due giornate dure consecutive. Al traguardo Purito si è imposto con 8” su Mollema, Contador, Santambrogio, Horner e Froome nell’ordine mentre Nibali ha chiuso 7° a 17”, Przemyslav Niemiec (Lampre-Merida) e Kreuziger 8° e 9° a 22” e Daniel Martin (Garmin-Sharp) 10° a 28” mentre Kwiatkowski ha chiuso 15° a 35” in compagnia di Henao, Urán e Domenico Pozzovivo (Ag2r) e ha perso la maglia azzurra indossata ora da Froome, che ha un vantaggio di 20” su Contador e Nibali, di 24” sul polacco, di 37” su Horner e di 52” su Santambrogio: in vista dei 9 km a cronometro di San Benedetto del Tronto che concluderanno la Tirreno-Adriatico il britannico sembra avere la strada spianata verso il successo finale ma prima i corridori dovranno affrontare l’insidiosa 6a tappa, 209 km con partenza e arrivo a Porto Sant’Elpidio senza praticamente un metro di pianura sebbene l’altitudine massima non superi i 300 metri.

Marco Salonna

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