LURE PORT(E)A VITTORIA!
L’australiano Richie Porte si aggiudica la tappa regina dell’edizione 2013 della Parigi-Nizza. Il corridore del Team Sky ha staccato tutti gli avversari, arrivando al traguardo con un vantaggio di 26 secondi su Menchov (Katusha) e 33 su Talansky (Garmin-Sharp). Quale effetto della sua vittoria, Porte sale in prima posizione anche nella graduatoria generale, che ora controlla con 32 secondi di vantaggio su Talansky.
Foto copertina: Il corridore australiano all’attacco verso la cima della Montagne de Lure (foto AFP)
É stato sufficiente uno scatto a due chilometri dall’arrivo, a Richie Porte, per conquistare la tappa e mettere una seria ipoteca anche alla classifica generale. A testimonianza della prova maiuscola che ha sfoderato il 28enne australiano, è il vantaggio guadagnato in soli 2 chilometri sul secondo classificato: 26 secondi su Denis Menchov.
Come si era detto questa quinta frazione era considerarsi come la tappa regina di questa “Corsa verso il mare”: qualche GPM di terza e secondo categoria per scaldare le gambe prima della “piatto forte”, una salita di 14 chilometri al 6,5% di pendenza media.
In avvio solita routine (“macchiata” dal ritiro eccellente di Gerrans) con un drappello che si sgancia dal gruppo a tentare l’avventura, oggi composto da: Hupond (Argos-Shimano), Longo Borghini (Cannondale), Lemoine (Sojasun) e Voigt (Radioshack). Questi quattro corridori arriveranno a guadagnare circa sei minuti e mezzo, quando di chilometri da fare ce ne sono ancora un centinaio; e vista l’esigua dimensione della fuga, gli inseguitori decidono di non andarli a prendere subito, magari lasciandoli sfogare del tutto.
Si arriva così all’attacco della salita finale con Jens Voigt solitario in testa alla corsa che ha un vantaggio di un minuto abbondante nei confronti del gruppo maglia gialla, nell’occasione tirato a turno da Lampre-Merida e Team Sky. Inseguimento che si completa a circa 8 chilometri dalla vetta.
Dopo attimi di “pace”, ai meno 5, inizia la battaglia, in coincidenza dei primi scatti, effettuati prima da Gesink (Blanco) e poi da Malacarne (Europcar), ma entrambi i tentativi restano vani.
Ai 4 dall’arrivo rompe gli indugi Michele Scarponi (Lampre-Merida), e grazie alla sua progressione, il marchigiano riesce a guadagnare 6/7 secondi di vantaggio. Raggiunto, però, un chilometro più tardi anche da Talansky (che era scattato) e Porte, e successivamente anche da altri corridori, così da formare un gruppetto composto da una decina di unità. Eppure la gara si decide poco più avanti, sotto lo striscione dei meno 2, quando parte deciso Denis Menchov: il russo parte forte e sembra guadagnare immediatamente; ma in contropiede piomba su di lui Richie Porte, che prima lo riprende e poi lo stacca, andando da solo verso l’arrivo. Da dietro nessuno ha le forze per cercare di rispondere all’australiano, che nel frattempo continua a guadagnare secondi. Il corridore della Sky non ha nient’altro da fare che spingere al massimo sui pedali, prima di giungere sul traguardo e iniziare a festeggiare. In seconda posizione si classifica Menchov, con un ritardo di 26 secondi, mentre a 33 secondi arriva un gruppo composto da otto corridori, regolato da Talansky (terzo), che precede Van Garderen (quarto), Ulissi (quinto), Westra (sesto), Peraud (settimo), Quintana (ottavo), Spilak (nono) e Scarponi (decimo).
In classifica generale Talansky perde la leadership a favore di Porte, che ora guida con un vantaggio di 32 secondi proprio sull’americano della Garmin e 42 su Lieuwe Westra.
Domani tappa di difficile interpretazione con l’ultima salita (di 1a categoria peraltro) posta a 60 chilometri dall’arrivo, anche se è molto probabile che arrivi “in porto” la fuga di giornata, mentre i big si controlleranno in attesa della decisiva cronoscalata al Col d’Eze di domenica.
Paolo Terzi