SAGAN A PIOGGIA
Quarto successo stagionale per il fuoriclasse slovacco che al termine di una giornata caratterizzata ancora una volta dal maltempo supera con uno sprint regale Marc Cavendish, che allunga nella generale, Andre Greipel, Gerald Ciolek e Matthew Goss in quel di Narni Scalo. Il migliore dei nostri è Davide Cimolai 6° mentre i big si controllano in vista dell’arrivo in quota di Prati di Tivo.
Foto copertina: Sagan è letteralmente “piovuto” sul traguardi di Narni (foto Bettini)
La terza tappa della Tirreno-Adriatico, 190 km da Narni Scalo caratterizzati dal breve ma arcigno strappo di Todi ai -70 dal traguardo e dalla più pedalabile ma lunga oltre 5 km ascesa di Madonna Scoperta ai -19, è stata a lungo una sorta di replay di quella di Indicatore con la fuga partita praticamente subito dopo l’abbassamento della bandierina del via ufficiale di Cesare Benedetti (NetApp) e Garikoitz Bravo (Euskaltel), in lotta per la classifica di miglior scalatore guidata dal basco, in compagnia di un atleta della Vini Fantini, non più Kevin Hulsmans ma un Francesco Failli stimolato dal fatto di correre sulle strade di casa; unica variante rispetto alla frazione precedente sono state le condizioni meteo finalmente favorevoli nelle fasi iniziali ma intorno a metà percorso la pioggia ha nuovamente iniziato a cadere e ha accompagnato i corridori fin sul traguardo. La lotta per la maglia verde è stata appannaggio di Benedetti che salendo verso Todi ha distanziato Bravo, che non riuscirà più a rientrare, è passato in vetta per primo e ha proseguito insieme a Failli senza però avere chances di resistere al ritorno del gruppo che, tirato dall’Omega-QuickStep della maglia azzurra Marc Cavendish, dalla Lotto-Belisol di Andre Greipel e dall’Argos Shimano di John Degenkolb, tutti a caccia di un riscatto dopo aver deluso nella volata di Indicatore, ha concesso fino a 8′50” agli uomini di testa prima di completare il ricongiungimento ai piedi della salita di Madonna Scoperta, in cui la Cannondale di Peter Sagan ha smosso le acque con l’intento di eliminare più avversari possibili per il campione slovacco: sotto la spinta di Kristjan Koren e Damiano Caruso il gruppo si è infatti spezzato in diversi tronconi e hanno ceduto tra gli altri Degenkolb, Francesco Chicchi (Vini Fantini), Roberto Ferrari (Lampre-Merida) e Davide Appollonio (Ag2r) oltre, ma ormai non è più una sorpresa, ad Andy Schleck (RadioShack) e ulteriore selezione è stata prodotta nella successiva discesa da una caduta che ha coinvolto l’ex astro nascente Thomas Dekker (Garmin-Sharp) e il vincitore del GiroBio 2012 Joseph Dombrowski (Sky), facendo sì che rimanessero indietro e non riuscissero più a rientrare Arnaud Démare (Fdj), Giacomo Nizzolo (RadioShack) e un Filippo Pozzato (Lampre-Merida) che ha consapevolmente scelto di evitare qualsiasi rischio a poco più di una settimana dalla Milano-Sanremo. Una volta esauritosi il lavoro della Cannondale sono seguiti degli attimi di confusione durante i quali tutti gli uomini di classifica, a partire da Vincenzo Nibali (Astana), Alberto Contador (Saxo-Tinkoff), Tony Martin (Omega-QuickStep), Damiano Cunego (Lampre-Merida) e un Chris Froome supportato da un Team Sky presente in forze malgrado l’assenza di Dombrowski, si sono mantenuti nelle primissime posizioni e a turno hanno provato a evadere dal gruppo Jorge Azanza (Euskaltel), Juan Antonio Flecha (Vacansoleil) con a ruota Fabian Cancellara (RadioShack) e soprattutto Lars Boom (Blanco), che è rimasto in avanscoperta dai -12 ai -7 dal traguardo ma nulla ha potuto quando l’Orica-GreenEdge di Matthew Goss e l’Omega-QuickStep di Cavendish si sono riorganizzate dopo che nel tratto in salita erano rimaste al fianco dei rispettivi velocisti scivolati nelle retrovie del gruppo di testa.
Non sono mancati neppure nel finale gli attacchi ad opera del miglior scalatore dell’ultimo Giro d’Italia Matteo Rabottini (Vini Fantini) ai -4 e del pluricampione uzbeko Sergey Lagutin (Vacansoleil), seguito per un attimo da un Contador molto attento ad evitare possibili cadute, in cima allo strappetto di Narni posto a 3 km dal traguardo: anche questi tentativi si sono però conclusi con un nulla di fatto e si è giunti allo sprint in cui Daryl Impey ha lanciato Goss che è partito con a ruota nell’ordine Gerald Ciolek (Mtn Qhubeka), Greipel e Sagan che, a differenza di quanto era avvenuto ad Indicatore in cui aveva lanciato la sua volata molto lontano dal traguardo per poi piantarsi, è venuto fuori negli ultimi 50 metri e ha conquistato il successo, quarto stagionale dopo due tappe del Giro dell’Oman e il recente Gp Camaiore; il fuoriclasse slovacco si è dichiarato nel dopo corsa felicissimo di aver battuto per la prima volta nella sua ancor breve carriera in uno sprint di gruppo Cavendish, che a sua volta ha rimontato nel finale fino alla piazza d’onore precedendo Greipel, Ciolek e Goss in un ordine d’arrivo regale in cui si è ben distinto anche il 23enne friulano Davide Cimolai (Lampre-Merida), 6° davanti a Tyler Farrar (Garmin-Sharp), al redivivo Thor Hushovd (Bmc), in ripresa dopo i problemi fisici che ne hanno condizionato il rendimento nella passata stagione e nel mese di febbraio, a un Manuel Belletti (Ag2r) meno brillante rispetto alla tappa di Indicatore e a Simon Geschke (Argos-Shimano). La nuova generale vede al comando Cavendish con 7” su Michal Kwiatkowski, 9” su Niki Terpstra, Tony Martin e Zdenek Stybar e 18” su Sagan ma più importanti sono i distacchi degli uomini di classifica che si daranno battaglia nell’arrivo in salita di Prati di Tivo, teatro un anno fa di uno splendido assolo di Vincenzo Nibali che aveva posto le basi per il successo finale: il siciliano accusa al momento un ritardo di 29” dalla vetta, preceduto da Cadel Evans (Bmc) e Moreno Moser (Cannondale) che ne accusano rispettivamente 25 e 28 mentre Froome è distaccato di 34”, Contador di 38”, Cunego di 44”, Mollema di 46”, Joaquim Rodriguez (Katusha) di 53”, Domenico Pozzovivo (Ag2r) di 1′14” e Samuel Sanchez (Euskaltel) di 1′15”.
Marco Salonna