GOSS, PROVE DI SANREMO
L’australiano dell’Orica-GreenEdge, vincitore della Classicissima nel 2011 ma reduce da una passata stagione non esaltante, grazie a una perfetta scelta di tempo nel lanciare lo sprint si impone sotto la pioggia in quel di Indicatore davanti a un brillante Manuel Belletti rimontato negli ultimi metri, a Gerald Ciolek e a Roberto Ferrari. Solo 5° il leader della generale Marc Cavendish polemico con i compagni nel dopo corsa, delusione anche per Peter Sagan che parte troppo in anticipo e scivola fino al 9° posto.
Foto copertina: Goss a pochi metri dal successo (foto Bettini)
Il tracciato della prima tappa in linea della Tirreno-Adriatico, 232 km da San Vincenzo a Indicatore, ha ricalcato quello della passata stagione caratterizzato dalle pedalabili ascese di Massa Marittima e Cantoniera Montebello nella fase iniziale e da un circuito finale completamente pianeggiante di 12 km da ripetere per 6 volte nella frazione di Arezzo, reso impegnativo oltre che dall’elevato chilometraggio anche dalla pioggia che, come accaduto nella cronosquadre inaugurale di Donoratico, ha accompagnato i corridori per tutte le 6 ore di corsa. Il primo tentativo di fuga è stato portato dopo 2 km dal belga Kevin Hulsmans (Vini Fantini), ingaggiato un anno fa dalla formazione di Luca Scinto per fare da spalla a Pippo Pozzato nelle classiche del Nord, sul quale si sono portati il trentino Cesare Benedetti (NetApp), più volte in evidenza all’ultimo Giro d’Italia, e il 23enne basco Garikoitz Bravo (Euskaltel) che hanno acquisito fino a 9′ di margine su un gruppo guidato dall’Omega-QuickStep della maglia blu Marc Cavendish, grande favorito di giornata in virtù dei 6 successi già conquistati in stagione e del precedente di un anno fa che lo vide trionfare a Indicatore davanti all’ormai ritirato Oscar Freire e a Tyler Farrar, e successivamente anche dalla Cannondale di Peter Sagan, apparso in condizioni di forma straripanti nel vittorioso Gp Camaiore e nella Strade Bianche chiusa alle spalle del compagno Moreno Moser, dalla Lotto-Belisol di André Greipel e dalla Fdj dell’emergente Arnaud Démare, voglioso di emulare quanto fatto alla Parigi-Nizza, prima che una brutta caduta lo costringesse al ritiro, dal ”gemello” Nacer Bouhanni: con una tale coalizione all’inseguimento le speranze per i tre battistrada erano ridotte al lumicino, a maggior ragione nel momento in cui Bravo, dopo aver sprintato nei due gran premi della montagna e conquistato così la maglia verde di miglior scalatore al termine della prova, si è rialzato lasciandosi riprendere da un gruppo che a 30 km dal traguardo ha riassorbito anche Benedetti e Hulsmans. In attesa dell’inevitabile volata finale si è scatenata la bagarre nei due sprint intermedi entrambi collocati all’interno del circuito di Indicatore, in cui Cavendish ha acquisito 3” di abbuono mentre di 1” è stato il bottino del suo compagno Michal Kwiatkowski, senz’altro più quotato in chiave classifica generale anche se le ascese di Prati di Tivo e Passo Lanciano che verranno affrontate nei prossimi giorni sembrano ancora ostacoli insormontabili per i suoi mezzi attuali; nel secondo sprint il primo a transitare è stato Maciej Bodnar (Cannondale), fuoriuscito dal gruppo qualche km prima con un’azione finalizzata a togliere punti ai rivali diretti di Sagan per la speciale classifica, mentre a 20 km dal traguardo ci ha provato con un tentativo apparso più che altro ad uso e consumo delle telecamere Sep Vanmarcke (Garmin), immediatamente ripreso dal plotone.
L’asfalto bagnato ha fatto sì che negli ultimi km il gruppo si allungasse molto, con la creazione di diversi buchi ininfluenti in chiave classifica generale dal momento che la giuria ha optato per la neutralizzazione dei distacchi dopo i -3 dal traguardo, e che nessuna squadra riuscisse ad organizzare un treno per il proprio velocista ad eccezione dell’Orica-GreenEdge di Matthew Goss, rimasto in ogni caso a sua volta allo scoperto a 250 metri dal traguardo: l’australiano ha atteso il momento giusto e il primo a partire è stato Sagan con a ruota Greipel ma entrambi non hanno avuto le gambe dei giorni migliori e sono rimbalzati indietro superati dapprima da un brillante Manuel Belletti (Ag2r), che si era portato nelle prime posizioni per lanciare il compagno Davide Appollonio rimasto però nelle retrovie, e quindi da Goss che negli ultimi 100 metri ha avuto la meglio sul 27enne romagnolo andando a conquistare il primo successo stagionale e, dopo un 2012 costellato di piazzamenti in cui aveva alzato le braccia solo nella tappa di Horsens al Giro d’Italia, candidandosi prepotentementemente a un ruolo da protagonista nella Milano-Sanremo che lo ha visto trionfare due stagioni fa. Dal canto suo Belletti ha difeso la piazza d’onore dall’assalto di Gerald Ciolek (Mtn-Qhubeka), sempre a suo agio in volate complicate come quella di Indicatore, di un Roberto Ferrari (Lampre-Merida) autore di una prova incoraggiante se si considera che nell’ultimo mese non aveva più corso dopo il debutto stagionale al Tour Down Under e di Cavendish, che malgrado una grande rimonta finale non è andato oltre il 5° posto e nel dopo corsa ha avuto parole piuttosto dure nei confronti dei compagni di squadra, a partire da Gert Steegmans, rei di non averlo lanciato a dovere: alle spalle del campione del mondo di Copenhagen hanno chiuso nell’ordine Démare, Greipel, la rivelazione Kristian Sbaragli (Mtn-Qhubeka), Sagan e Appollonio che ha chiuso la top ten. La classifica generale varia leggermente grazie agli abbuoni e vede Cavendish in maglia blu con 2” su Kwiatkowski, 3” su Niki Terpstra, Tony Martin e Zdenek Stybar e 14” sugli atleti della Movistar tra cui i nostri Giovanni Visconti ed Eros Capecchi: anche la terza tappa, 190 km da Indicatore a Narni Scalo, dovrebbe essere dedicata agli sprinter che però dovranno superare indenni lo strappo di Todi a 53 km dal traguardo e quello di Madonna Scoperta ai -20.
Marco Salonna