PARIGI – NIZZA. TIRA ARIA DI SANREMO
La Sanremo si avvicina e, come da tradizione, sarà preceduta da due corse a tappe gettonatissime da chi ambisce al successo nella “classicissima”. Qui parliamo della Parigi – Nizza che scatterà domenica dalla banlieue della capitale francese per concludersi, una settimana più tardi, con la cronoscalata al Col d’Èze. Frazione chiave dovrebbe essere la tappa che salirà sulla Montagne de Lure, dove quattro anni fa s’impone Contador. Assente Wiggins, ultimo vincitore della corsa francese, il principale favorito è lo statunitense Tejay Van Garderen.
Foto copertina: la cima della Montagne de Lure, sede d’arrivo della frazione più attesa (wikipedia)
Comincia a tirare aria di Sanremo e, come da tradizione, i primi refoli portano con sé le due tradizionali corse a tappe di preparazione della “classicissima”, che quest’anno avrà una nuova collocazione essendo stata spostata dal sabato alla domenica successiva. Come al solito, chi punta al successo nella prima grande classica della stagione avrà l’imbarazzo della scelta tra la Parigi-Nizza e la Tirreno-Adriatico, due corse diversissime in tutto, con la prima ideale palestra per chi desidera un approccio più “soft” perché da alcuni anni la “corsa dei due mari” si è trasformata in un Giro d’Italia in miniatura, con cronometro, cronosquadre, muri a go-go e almeno due salite impegnative. La trasformazione attuata dagli uomini di RCS Sport ha, però, giovato alla loro creatura, poiché è proprio dalla Tirreno che sono usciti otto degli ultimi dieci vincitori della Sanremo. In Francia, invece, la tendenza è stata inversa e nelle ultime edizioni avevamo assistito a un progressivo impoverimento delle altimetrie della Parigi – Nizza, dalle quali erano state bandite le salite impegnative mentre si era cercato di riportare in primo piano le cronometro, in particolare nel 2011 quando era stata proposta una cronotappa di quasi 30 Km, sicuramente tanti per una corsa a tappe così breve, che aveva “ammazzato” la gara e consegnato la vittoria su di un piatto d’argento al tedesco Martin. Dodici mesi fa si era cercato di correggere il tiro, con un timido ispessimento del tracciato, la sostituzione della crono lunga con un prologo impegnativo e la riscoperto della storica cronoscalata al Col d’Èze. Il risultato di quest’alleggerimento è stato quello d’aver ribaltato il “trend” e, infatti, proprio ai nastri di partenza delle edizioni 2011 e 2012 si erano schierati Goss e Gerrans, gli ultimi due corridori ad aver tagliato per primi il traguardo della Sanremo. Ma la mancanza di una salita vera nel tracciato della “Course au soleil” ha comunque pesato – l’anno scorso non si era andati oltre l’arcigna ma breve Croix-Neuve di Mende e alla fine si era imposto un passista del calibro di Bradley Wiggins – e gli uomini ASO hanno così deciso di continuare nell’operazione, rimettendo nel percorso un’ascesa vera, pur se non durissima e certamente non paragonabile a quella dei Prati di Tivo, che anche quest’anno sarà il “faro” della corsa italiana.
La 71a edizione della Parigi – Nizza, disputata per la prima volta nel 1933, prenderà le mosse domenica 3 marzo da Houilles, cittadina situata a una dozzina di chilometri dal centro della capitale francese, sulle cui strade si svolgerà un prologo insolitamente breve, poco meno di tre chilometri intensi, pianeggianti ma non facili da gestire per la presenza di cinque curve a gomito nella prima metà.
Le due frazioni successive saranno terreno di caccia per i velocisti, anche per la quasi assoluta mancanza di asperità nelle lande poste a sud di Parigi. La prima tappa in linea si snoderà per 195 Km tra Saint-Germain-en-Laye e Nemours e si presenterà solo leggermente beccheggiata, con un facilissimo GPM di 4a categoria posizionato lontano dalle fasi calde, che prevedranno un circuito finale di quasi 45 Km. Ancor più piatta appare la successiva Vimory – Cérilly (200,5 Km) che, però, rispetto alla precedente sarà leggermente più impegnativa per gli sprinter poiché il traguardo non sarà agevolissimo, posto com’è in cima a un leggero falsopiano che potrebbe sorprendere i velocisti più affaticati.
Al quarto giorno di gara il tracciato comincerà a proporre asperità più rilevanti, come i 2,7 Km al 6,7% della Côte de Mauvagnat che si dovranno affrontare a 16 Km dall’arrivo della Châtel-Guyon – Brioude (170,5 Km), tappa per la quale non va però esclusa a priori la possibilità di un arrivo in volata, con un gruppo sfoltito di qualche elemento e nessuna grossa sorpresa poiché i big preferiranno attendere le frazioni successive per muoversi.
Alla vigilia della tappa chiave si disputerà una frazione da non sottovalutare perché i 199,5 Km che condurranno da Brioude a Saint-Vallier offriranno parecchie occasioni per imbastire un’imboscata, grazie ad un tracciato che non offrirà mai la pianura e proporrà ben sette GPM, salendo fino ai 1244 metri del Col du Rouvey. È la classica tappa trabocchetto, molto simile a quella conquistata a sorpresa da Cadel Evans al Giro del Delfinato dell’anno scorso e che terminava proprio a Saint-Vallier: il finale sarà lo stesso, ma stavolta la Côte de la Sizeranne (2,9 Km al 6,6%, da scavalcare a 8,5 Km dalla meta) sarà preceduta dall’inedita e più impegnativa Côte de Talencieux (2,9 Km all’8,1%).
Le pagine decisive della corsa saranno prevalentemente scritte l’indomani, lungo la scalata alla Montagna di Lura, sulla quale si farà traguardo dopo un’ascesa di quasi 14 Km e al termine di una tappa lunga 176 Km che partirà da Châteauneuf-du-Pape. I numeri non sono strabilianti (la pendenza media è del 6,6%, la massima del 9%), ma il precedente del 2009 promette bene: la Parigi-Nizza fece scalo lassù anche quell’anno, il giorno del successo di un certo Contador. Il campione spagnolo non riuscì, però, ad arrivare in maglia di leader fino alla conclusione poiché incappò in una clamorosa cotta nella tappa di Fayence, disputata nelle stesse zone dove si svolgerà la frazione successiva a quella della Montagna di Lura. Il rischio che si ripeta una simile crisi non dovrebbe, però, esserci perché la Manosque – Nizza (220 Km), penultima giornata di gara, sarà meno frastagliata orograficamente rispetto alla tappa del 2009 e, soprattutto, presenterà le difficoltà lontane dal traguardo. Una volta superati i 1040 metri del Col du Ferrier – unico vero ostacolo del tracciato, tra l’altro poco temibile (4,3 Km al 6,8%) – mancheranno oltre 70 Km al traguardo e sulla Promenade des Anglais si potrebbe assistere a un epilogo allo sprint, sempre che non vada in porto un tentativo di fuga, come quello che, dodici mesi fa, premiò il belga Thomas De Gendt.
L’atto finale sarà la storica cronoscalata al Col d’Èze, che andrà in scena nel pomeriggio di domenica 10 marzo lungo i 9,6 variegati Km che lo scorso anno furono percorsi in poco meno di venti minuti dalla futura maglia gialla Bradley Wiggins, a una media di 30 Km/h.
Quest’anno, assente il britannico che ha scelto altre strade per preparare il Tour, incarnerà il ruolo di grande favorito per la vittoria finale Tejay Van Garderen, che da tempo ha apertamente riferito di puntare a questa corsa. I principali avversari dello statunitense in maglia BMC saranno il suo connazionale Talansky, il citato De Gendt, gli olandesi Gesink e Westra, il danese Fuglsang e l’australiano Porte. Per quanto riguarda gli italiani, l’americano dovrà guardarsi soprattutto dal Lampre Diego Ulissi, che gareggerà assieme a un giovane promettente, Mattia Cattaneo. In gara anche Scarponi, Basso, Petacchi e Viviani. Attesa anche la partecipazione del campione del mondo in carica, il belga Philippe Gilbert.
Mauro Facoltosi