PERAUD SPIANA IL FARON, MONFORT NUOVO LEADER
Grazie anche al supporto dell’ottimo Paolo Montaguti 5° al traguardo l’ex biker francese si aggiudica la tappa regina del Giro del Mediterraneo davanti al calabrese Francesco Reda e all’olandese Bauke Mollema, mentre il belga della RadioShack pur non andando oltre il 17° posto strappa per un solo secondo il primato nella generale a Lars Boom con Thomas Lovkvist e Péraud a 2” prima della frazione conclusiva di Grasse.
Foto copertina: il francese Peraud all’attacco sulla salita del Mont Faron (foto Bettini)
Dopo l’annullamento della tappa di Saint-Remy-de-Provence per via di un contenzioso tra gli organizzatori e le istituzioni locali che hanno negato il permesso al transito su alcune strade il Giro del Mediterraneo è ripartito con una frazione di 145 km da Rousset al Mont Faron, salita simbolo della corsa transalpina che negli ultimi anni è stata più volte inserita anche nel percorso della Parigi-Nizza; non sono comunque mancate ancora una volta le disavventure e a farne le spese è stata la Garmin-Sharp, alla quale sono state rubate le 16 biciclette e che è stata costretta ad abbandonare in blocco la corsa. In ogni caso si è partiti regolarmente e dopo soli 7 km è nata la fuga che ha caratterizzato la giornata ad opera di Julian Kern (Ag2r), Pablo Urtasun (Euskaltel), Martijn Keizer (Vacansoleil), Brice Feillu (Sojasun), Juan Arango (Colombia) e Geoffrey Lequatre (Bretagne), cui si sono agganciati in seguito Aleksejs Saramotins (Iam Cycling) e il trentino Daniel Oss (Bmc), che in classifica generale era il migliore tra i battistrada con un distacco di 2′04” dalla maglia gialla Lars Boom (Blanco): la formazione olandese che dopo ben 17 anni ha preso il posto della Rabobank non ha pertanto lasciato più di 3′30” agli uomini di testa e gradualmente ha chiuso il gap fino al ricongiungimento avvenuto sul Col de Garde, ascesa breve ma piuttosto arcigna con la vetta posta a 15 km dal traguardo in cui Feillu e Urtasun hanno tentato di resistere al ritorno del plotone staccando i compagni d’avventura ma sono stati a loro volta riassorbiti subito dopo lo scollinamento.
Il gruppo forte ancora di un centinaio di atleti è arrivato dunque ai piedi dell’ascesa finale, 5,5 km con pendenza media intorno all’8%, e il primo a muoversi è stato il forlivese Matteo Montaguti (Ag2r) sul quale si sono portati il suo capitano Jean-Christophe Péraud, già secondo nel 2011 in cima al Mont Faron alle spalle di David Moncoutiè, e il belga Jurgen Roelandts (Lotto-Belisol), tutti piuttosto lontani in classifica generale, che hanno rapidamente guadagnato terreno su un gruppo nel quale la Blanco imponeva un ritmo blando per salvaguardare la leadership di Boom che non ha certo nella salita il suo punto di forza e che ben presto è scivolato dalle retrovie ma ha proseguito con il proprio passo supportato da Laurens Ten Dam, cercando di non perdere di vista il suo diretto inseguitore nella generale Maxime Monfort (RadioShack). Davanti Montaguti ha svolto un gran lavoro per Péraud fino a 2 km dal traguardo, quando il 35enne ex biker francese è scattato togliendo di ruota anche Roelandts e ha proseguito in solitudine fino alla vetta imponendosi con 19” su uno splendido Francesco Reda (Androni), che dopo la buona prova nella cronometro di Mont Saint Clair si è superato in salita facendo il vuoto dietro di sè con Bauke Mollema (Blanco), lasciato libero di fare la propria corsa, 3° a 24”, il talentuoso ma incostante francese Alexandre Geniez (Fdj) 4° a 27”, Montaguti, che ha retto bene fino al traguardo a differenza di Roelandts precipitato nelle retrovie, 5° a 31”, un Thomas Lövkvist (Iam Cycling) che sembra ritrovato almeno in quest’avvio di stagione 6° a 35” e gli altri due azzurri Ivan Santaromita (Bmc) e Davide Rebellin (Ccc Polsat), che sul Mont Faron aveva vinto nel lontano 1999, 7° e 8° a 39” e 41”; dal canto suo Monfort nonostante una prestazione non brillantissima chiusa al 17° posto con un ritardo di 54” è riuscito a infliggerne 23 a Boom e pertanto a superarlo in una classifica generale incredibilmente corta che lo vede al comando con 1” sull’olandese e 2” su Lovkvist e Péraud con Nicolas Roche (Saxo-Tinkoff) 5° a 22” e Reda 6° a 26”: non sarà comunque facile scalzare dalla vetta il belga alla luce dell’assenza di abbuoni e dell’assenza di particolari difficoltà altimetriche nell’ultima tappa, 192 km da Bandol a Grasse, ma presumibilmente ci sarà battaglia fino alla fine.
Marco Salonna