FANNO FESTA TUFT E KWIATKOWSKI, RISCATTO NIBALI

gennaio 25, 2013
Categoria: News

Il 35enne canadese dell’Orica-GreenEdge si aggiudica la crono di San Luis davanti all’atleta di casa Messineo e al polacco dell’Omega-QuickStep che strappa la maglia di leader al brasiliano Diniz e guadagna terreno sugli avversari diretti per la generale. Bella prova dello Squalo dello Stretto che dopo la defaillance di Mirador del Potrero chiude 4° a 14” da Tuft precedendo l’altro azzurro Adriano Malori.

Foto copertina: il canadese Tutf in azione nel cronocircuito di San Luis (foto Bettini)

Dopo l’arrivo in salita di Mirador del Potrero che ha dato una prima importante fisionomia alla classifica generale i corridori hanno affrontato la tradizionale cronometro di 19,2 km con partenza e arrivo a San Luis che, se si fa eccezione per la prima edizione del 2007, è un appuntamento fisso della corsa a tappe argentina e che un anno fa ha visto Levi Leipheimer imporsi con grande margine sui suoi avversari e porre le basi per il successo finale.
Il tracciato della prova contro il tempo, in sostanza un unico lungo rettilineo da percorrere verso est per i primi 10 km per poi invertire la marcia e tornare nel centro di San Luis, era adattissimo agli specialisti e non a caso a imporsi è stato Svein Tuft (Orica-GreenEdge), medaglia d’argento mondiale del tic tac a Varese nel 2008 e atleta che nella sua lunga carriera ha sempre dato il meglio nelle prove contro il tempo completamente pianeggianti in cui è fondamentale spingere con grande potenza: il canadese ha fatto la differenza nella seconda parte di gara in leggera discesa e ha chiuso la prova in 22′14” a una media di 51,4 km/h precedendo di 7” il sorprendente argentino Leandro Messineo (San Luis Somos Todos), passato professionista solo nella scorsa stagione malgrado l’età di 33 anni ma già in evidenza nel 2011 quando gareggiando per una selezione locale si aggiudicò la tappa con arrivo in salita di Mirador del Sol al Tour de San Luis oltre al titolo nazionale a cronometro: terzo a 11” da Tuft e vero vincitore di giornata al pari del canadese è stato il polacco Michal Kwiatkowski (Omega-QuickStep), che dopo la brillante prova di Mirador del Potrero si è ripetuto, al di là di un lieve calo nel tratto finale dopo aver fatto segnare il miglior intertempo a metà gara, sul terreno a lui più favorevole infliggendo distacchi importanti agli altri uomini di classifica e strappando la leadership della generale al brasiliano Alex Diniz (Funvic Brasilinvest) che ha chiuso 23° a 1′20”. Dopo la debacle nell’arrivo in salita si è prontamente riscattato Vincenzo Nibali (Astana), da sempre a suo agio sul tracciato della crono di San Luis che ha vinto nel 2010 e in cui ha chiuso alle spalle di Leipheimer nella passata stagione, 4° a 14” e primo dei nostri davanti ad Adriano Malori (Lampre-Merida), che ha confermato le buone aspettative della vigilia terminando 5° con un distacco di 19”. Per quanto riguarda gli altri uomini di classifica è stata leggermente sotto tono la prova di Tejay Van Garderen (Bmc), che ha chiuso 7° a 33” da Tuft e soprattutto a 22 da Kwiatkowski con il quale si pensava potesse lottare alla pari; discrete le prove del duo della Lotto-Belisol Juergen Van den Broeck e Bart De Clercq, rispettivamente 10° a 52” e 15° a 1′04” e ancora non brillantissimo Alberto Contador (Saxo-Tinkoff) 13° a 57” mentre in casa Italia si è difeso Diego Ulissi (Lampre-Merida) 19° a 1′13” e ha invece perso molto terreno Mauro Santambrogio (Vini Fantini), comunque tutt’altro che uno specialista delle prove contro il tempo, che ha chiuso 54° a 2′14”.
La nuova classifica generale vede al comando Kwiatkowski con 23” su Van Garderen, 42” su Van den Broeck, 45” su Diniz, 54” su De Clercq, 1′10” su Contador e 1′12” su Ulissi con Nibali risalito al 12° posto a 1′42” e Santambrogio sceso al 15° a 2′03” ma potrà subire importanti modifiche al termine della 5a tappa, 169 km da Juana Kokslay a Carolina che prevedono nel finale la scalata del Cerro el Amago, 10,5 km con pendenza media intorno all’8% prima degli ultimi 17 km pianeggianti che portano al traguardo.

Marco Salonna

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