SAN SALVO – PESCARA. BOTTI (FUORI STAGIONE) A SAN SILVESTRO?

maggio 10, 2013
Categoria: News

Tanti, tantissimi colli punteggiano il tracciato della frazione di Pescara. Quella che, a prima vista, potrebbe essere scambiata per una frazione di trasferimento verso la crono di Saltara, sarà invece una tappa da non sottovalutare assolutamente. L’incessante successione di salite, pur brevi, potrebbe lasciare il segno, soprattutto perché queste si faranno più impegnative man mano che ci avvicinerà al traguardo, presso il quale bisognerà fare i conti con un paio di muri niente male.

Per assistere ai botti di San Silvestro l’anno prossimo non sarà, forse, necessario attendere il 31 dicembre. Ci potrebbe, infatti, esserne una succulenta anticipazione il tardo pomeriggio del 10 maggio quando San Silvestro sarà l’ultimo ostacolo della più nervosa frazione del Giro 2013, a pochi chilometri dall’epilogo pescarese. Sarà la tappa dei muri, particolarmente attesa dai finisseur e soprattutto dallo spagnolo Joaquim Rodríguez, alla vigilia della frazione da lui più temuta, la lunga crono di Saltara. Lo scorso anno la maglia rosa finale gli sfumò sotto il naso per un’inezia nella crono milanese e c’è da scommetterci che stavolta cercherà di sfruttare al massimo quest’occasione, senza però esagerare proprio alla luce del grande sforzo previsto l’indomani. Il finale non sarà duro come quello di Assisi, dove lo spagnolo s’impose nella decima frazione, ma il tracciato lo favorirà ugualmente anche perché i 40 Km che dalla cima della “Salita del Gas” condurranno al traguardo saranno comunque tormentati, come del resto l’intero tracciato di questa frazione, nella quale la pianura rivestirà cinematograficamente il ruolo della comparsa di secondo piano. E se il doppio muro teatino non farà subito male, i suoi effetti potrebbero farsi sentire proprio sulle colline del finale, magari proprio sul breve ma secco strappo di San Silvestro.
Il biglietto da visita questa frazione lo estrarrà sin dalla partenza, che sarà data da San Salvo, la più meridionale località balneare del litorale abruzzese, al confine con il Molise. Sin dai chilometri iniziali, infatti, si parlerà la lingua della salita, puntando con dolci inclinazioni verso il primo entroterra e i centri collinari di Cupello e Monteodorisio, borgo fortificato d’origine medioevale.
Scesi a imboccare la statale adriatica, per una dozzina di chilometri si pedalerà sul velluto della pianura, poi il percorso della settima frazione tornerà a internarsi, andando ad affrontare un’altra asperità pedalabile, diretta ai 235 metri di Paglieta, centro che in passato è stato sede di tappe che “contano” alla Tirreno – Adriatico. Per rendersene conto basta dare una scorta all’albo d’oro della corsa, scoprendo che in questo piccolo comune, abitato da poco più di 4500 anime, hanno lasciato la firma ben tre campioni del mondo, da Moreno Argentin (primo nel 1983, 1987 e 1992) a Freire (2006) passando per Bettini (1999 e 2004).
Scesi a superare il corso del Sangro, il secondo fiume per lunghezza dell’Abruzzo, si riprenderà subito a salire per portarsi nell’importante centro di Lanciano, celebre soprattutto per il primo miracolo eucaristico riconosciuto dalla Chiesa, avvenuto in un anno imprecisato tra il 730 e il 750 quando, durante una messa celebrata da un monaco dubbioso sulla verità della “transustanziazione”, l’ostia e il vino fisicamente si trasformarono in carne e sangue. Le reliquie di quell’evento sono oggi conservate nella chiesa di San Francesco, mentre un altro stimolante richiamo per i turisti è rappresentato dalla gotica chiesa di Santa Maria Maggiore, considerata uno dei principali monumenti della regione.
Uscendo da Lanciano inizierà un tratto in salita lentissimo, spezzato da frequenti contropendenze, con il quale il gruppo si avvicinerà alle prime pendici della Majella, fermandosi alle porte di Guardiagrele, centro iscritto al club dei “borghi più belli d’Italia” e presso il quale si trova un’altra interessante chiesa intitolata a Santa Maria Maggiore, la cui facciata ispirò a Gabriele d’Annunzio il soprannome di “città di pietra” attribuito a questo paese. Raggiunta la giornaliera “Cima Coppi” (484 metri) inizierà la discesa verso il fondovalle del Foro, inizialmente “indecisa” proprio com’era stato il precedente tratto in salita. Assecondando la nervosa orografia delle colline, il tracciato serpeggerà tortuoso andando a toccare alcuni piccoli centri sorti sui culmini come San Martino sulla Marrucina, del quale sono originari i genitori del regista statunitense Gary Marshall (il vero cognome è Masciarelli), principalmente noto per aver diretto Julia Roberts e Richard Gere in “Pretty Woman”.
A un centinaio di chilometri dalla partenza terminerà questa “insalatina” di salite e inizieranno le porzioni più generose. Non è ancora venuto il momento di cimentarsi con i due muri di Chieti, che saranno preceduti dalle ascese antipasto, assolutamente non impegnative, di Villamagna e Ripa Teatina.
La prima scalata all’antica “Teate”, centro fondato dall’antico popolo dei Marrucini nel 1181 a.C. nella stessa posizione nella quale si trova oggi la città, avverrà dalla valle dell’Alento. Superato il tratto più duro di questo versante (2,5 Km al 9,3% con punte del 18%), giunti alla periferia orientale di Chieti s’interromperà la scalata e, allontanatisi temporaneamente dalla città, ci si porterà velocemente ai piedi della verticale successiva, la citata “Salita del Gas”. È il muro vero e proprio, un’autentica spada che punta dritta in direzione del centro, superando 122 metri di dislivello in un chilometro spaccato e incontrando una pendenza media del 12,2%, mentre la massima è del 19%. L’unico vantaggio per i “girini” sarà quello di pedalare su di un tracciato noto a molti perché il Tricalle, com’era altrimenti nota questa strada, è stato inserito nelle ultime due edizioni della Tirreno-Adriatico, proprio in occasione di tappe terminate nel centro storico, poco oltre il culmine del muro, e vinte da Michele Scarponi (2011) e da Peter Sagan (2012).
Nettamente meno acclive si presenterà la successiva discesa, percorrendo la classica “Colonnetta”, principale porta d’accesso alla città e teatro del primo arrivo in salita della corsa rosa, che vi pose il traguardo della seconda tappa della prima edizione, il 16 maggio 1909, vinta da Giovanni Cuniolo davanti a Luigi Ganna, che due settimane più tardi trionferà nella classifica generale finale, ancora non contraddistinta dalla maglia rosa, introdotta nel 1931.
Raggiunta la sottostante “Valle della Rinascita”, come Torriani ribattezzò nel 1962 la piana nella quale sorge Chieti Scalo, il tracciato della frazione confluirà sulla statale tiburtina, ritrovando per circa 7 Km l’agognata pianura. Trascorso l’intervallo si riprenderà l’esercizio della salita, nuovamente tornando a pedalare in direzione di Chieti. Stavolta ci si fermerà lontano dal centro e, soprattutto, incontrando un’ascesa decisamente pedalabile, circa 5 Km al 5,3%, prima di ributtarsi verso la valle del Pescara, il più lungo fiume della regione, una planata interrotta solo dallo strappo di San Giovanni Teatino. Sarà questa la penultima difficoltà di una frazione oramai agli sgoccioli, ma che riserverà ancora la salita verso San Silvestro. Dopo altri quattro chilometri di pianura, alle porte della città l’altimetria tornerà a puntare verso l’alto per poco più di mille metri, non molti ma che potrebbero bastare per far esplodere gli ultimi fuochi d’artificio, magari quelli fatali per chi era riuscito a rimanere con i migliori sui precedenti muri, spendendo però parecchie e importanti energie. Passati quei 1300 metri all’8,9%, chi si troverà in testa dovrà poi stringere i denti (ma non i freni) nei restanti 5 Km che condurranno nel cuore della città natale di Gabriele d’Annunzio, l’ardito. E proprio un pizzico d’ardimento ci vorrà per spremere il massimo risultato da una tappa che potrebbe far piangere qualche grosso nome.

MODIFICHE AL PERCORSO
Effettuati piccoli “interventi” qua e là lungo il percorso. La modifica più sensibile si avrà nel finale: al posto della pedalabile salita che riporterà verso Chieti dopo aver affrontato il muro di Tricalle, si salirà a Santa Maria de Criptis (3,9 Km al 5,9%, massima 18%). Confermato il San Silvestro, ma con meno strada “tranquilla” tra le ultime due ascese rispetto al percorso originario

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: uno scorcio della Pineta Dannunziana di Pescara (wikipedia)

San Salvo, chiesa di San Giuseppe (panoramio)

San Salvo, chiesa di San Giuseppe (panoramio)

Monteodorisio (www.interscerni.it)

Monteodorisio (www.interscerni.it)

Paglieta (panoramio)

Paglieta (panoramio)

Lanciano, chiesa di Santa Maria Maggiore (lanciano.olx.it)

Lanciano, chiesa di Santa Maria Maggiore (lanciano.olx.it)

Guardiagrele, duomo (foto.inabruzzo.it)

Guardiagrele, duomo (foto.inabruzzo.it)

Chieti (www.abruzzocitta.it)

Chieti (www.abruzzocitta.it)

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