L’ÉTAPE DU JOUR: MARSIGLIA – LA GRANDE MOTTE
Terza tappa del Tour, ancora un traguardo alla portata dei velocisti. Oggi l’altimetria è abbastanza semplice, ma a complicare la vita ai treni degli sprinter ci si metterà di mezzo il vento che spazza in lungo ed in largo la Camargue. L’area deltifera del Rodano sarà attraversata proprio nel finale e lì si potrebbero verificare i temuti ventagli, situazione di gara particolarmente delicate, che potrebbero estromettere qualche grosso nome dai giochi di classifica.
La seconda frazione si annuncia più facile rispetto a quella affrontata ieri. Ma forse no, raggiungere La Grande-Motte per molti potrebbe costituire un grande dispendio d’energie, forse maggiore a quelle profuse sui saliscendi della Provenza andando da Monaco a Brignoles. Le cartine lasciano intendere una frazione dal decorso altimetrico più semplice, caratterizzata da qualche sparuto saliscendi nella prima parte. Superato il colle della Vayède, ultimo dei due GPM di 4a categoria previsti, mancheranno quasi 100 Km alla meta, tutti tracciati su strade filanti. Scomparse le difficoltà “dal basso”, però, in questo finale i corridori le troveranno provenienti dai lati: si attraverserà l’area del delta del Rodano, la celebre Camargue, una delle rarissime aree totalmente pianeggianti della Francia, sovente spazzata da forti venti che, a seconda dell’ora, posso provenire da tutte le direzioni. Con queste condizioni è elevato il rischio che si formino “ventagli” – come in gergo vengono definite le fratture del gruppo causate dal vento – e che nei gruppetti inseguitori vadano a finire corridori di vertice. La soluzione migliore è quella di correre nelle zone di testa del gruppo, per non incappare in questi spiacevoli contrattempi e poi dover inseguire a lungo, magari controvento. Sono situazioni di gara nelle quali si possono buttare “al vento” anche parecchi minuti, come capitò due volte a Pantani e alla Mercatone Uno nel 1998, prima nella tappa di Lecce del Giro e poi in quella di Cork, in occasione della trasferta irlandese del Tour. In entrambi i casi si trattava di una frazione per velocisti: al danno si aggiungerebbe la beffa di veder volar via la classifica in una giornata interlocutoria!
SOUVENIRS DU TOUR 1
Marsiglia è una della città della prima ora, sede di tappa fin dalla prima edizione, disputata nel 1903: fu l’approdo della seconda frazione, conquistata dal francese Hippolyte Aucouturier. Tra i vincitori a “Marseille” ricordiamo gli italiani Michele Orecchia (1932), Gino Bartali (I938), Fiorenzo Magni (I951), Luciano Armani (I971) e Fabio Roscioli (1993). L’ultima volta, due anni fa, si è imposto il francese Cédric Vasseur.
La Grande-Motte ha accolto il Tour nel 1969 e nel 1972 ed in entrambe le occasioni qui si è imposto un corridore di nazionalità belga (Guido Reybrouck e Willy Teirlinck)
SOUVENIRS DU TOUR 2
Per il suo storico passato di “ponte” tra l’Europa ed il continente africano, Marsiglia viene tradizionalmente considerata la “capitale del Mediterraneo”, titolo talvolta usurpate da altre località affacciate sul “Mare Nostrum”. È proprio questa consolidata atmosfera ad attrarre i turisti che si fermano in quella che è anche la più antica città di Francia, fondata dai Focesi nel VI secolo a.C., nonché principale porto della nazione. Sul piano artistico Marsiglia offre la Cattedrale Vecchia, la chiesa di Saint Victor e, raggiungibile esclusivamente via mare, lo Château d’If nel quale fu imprigionato, nella finzione letteraria di Dumas, il Conte di Montecristo. Agli amanti dei panorami si segnalano la Corniche, la basilica di Notre-Dame-de-la-Garde (alla cui ombra si sono concluse diverse tappe del Giro del Mediterraneo) e la possibilità di effettuare escursioni sul Massiccio della Sainte-Baume.
La Grande-Motte è una località nata dal nulla alla fine degli anni 60, concepita come località balneare e realizzata ad imitazione delle stazioni ski total create in quel periodo sulle vicine Alpi. Originariamente frazione del comune di Mauguio, se ne staccò nel 1974 per poter gestire autonomamente il suo potenziale, che richiama ogni anno quasi due milioni di turisti: tra le strutture si segnalano un campo da golf, un porto per nautica da diporto aperto sullo Stagno del Ponant ed un Casinò, il tuo immerso nella caratteristica architettura fatta di grattacieli piramidali, concepita da Jean Balladur prendendo l’ispirazione dalla piramidi precolombiane. “Grand-Mottois” celebri sono il chitarrista gitano Manitas de Plata, il poliedrico Stéphane Mirabel (ex cestista d’alto livello, attore ed animatore) e lo scultore Andreas “Toni” Thoneik, specializzato in opere di sabbia.
LA MÉTÉO
Altra giornata di gran caldo sulle assolate strade francesi: temperature simile, dell’ordine dei 31 gradi centigradi caratterizzeranno sia la partenza da Marsiglia sia il traguardo a La Grande-Motte, dove l’unica differenza sarà data dalla cielo, che si manterrà sgombro di nubi fino all’orario d’arrivo. Identici saranno i valori d’umidità (33%) mentre il vento soffierà più forte nel porto di Marsiglia (25 nodi), ma si manterrà su livelli moderati anche nel finale (15 nodi).
BOULE DE CRISTAL
Seconda tappa per velocisti. La gara credo che si svolgerà come la tappa di Brignoles: fuga di pochi attaccanti e dietro squadre di velocisti a controllare la situazione. Senza dubbio si prevede un altro arrivo in volata. Credo che in queste tappe ci sia poco da inventarsi.
LA TERNA SECCA DI LUCA ZANASCA
1° Cavendish
2° Hushovd
3° Farrar
Mauro Facoltosi & Luca Zanasca