SORRENTO – MARINA DI ASCEA. BENRIMASTI AL SUD
Continuano i panorami da cartolina sulle strade del Giro, che oggi offrirà diverse occasioni agli ardimentosi. Tanti i saliscendi previsti, in partenza e in arrivo, e qualche “finisseur” potrebbe provarci, pur mancando pendenze particolarmente allettanti. Niente da fare per i velocisti, almeno per la maggior parte di essi, che dovrebbero essere spiazzati dalla facile ma lunga ascesa verso Catona, alle porte del traguardo. Se la cronosquadre non avrà provocato troppi danni, si potrebbe prospettare un cambio della maglia rosa.
E’ una tappa da cartolina quella che il Giro si appresterà ad affrontare al terzo giorno di gara, offrendo al contempo un terzo diverso scenario di gara, dopo la volata del primo giorno e la cronosquadre di ventiquattrore prima. Oggi si annuncia, infatti, un differente epilogo con un finale che si presta ai colpi di mano e una fase iniziale idonea ai tentativi da lontano, mentre a fianco dei corridori scorreranno gli incantevoli scorci della costiera amalfitana prima, delle antiche rovine di Paestum poi e del Cilento alla fine, con l’azzurro del mare a far da filo conduttore. Se la prova contro il tempo di Ischia non avrà scavato distacchi abissali, com’è probabile visto il basso chilometraggio e l’impossibilità di imprimere alte velocità, si può prospettare un avvicendamento in vetta alla classifica generale. Non va escluso un “nulla di fatto” perché le difficoltà nel finale non sono particolarmente ripide e qualche sprinter potrebbe anche riuscire a rimanere agganciato al gruppo di testa, tentando poi di giocarsi la tappa in volata, se non si avranno le gambe troppo appesantite. Va, tra l’altro, fatto notare che questa sarà anche la prima delle sei frazioni nelle quali sarà superato il tetto dei 200 Km.
La bandierina del via sarà abbassata nel delizioso centro di Sorrento, patria di Torquato Tasso, da dove la tappa scatterà con una modalità atipica perché, normalmente, i circuiti si affrontano alla fine delle frazioni. Ci sarà, dunque, un anello cittadino iniziale di circa 7 Km che dovrà essere coperto due volte e mezza, toccando anche Sant’Agnello, il paese dove risiede Carmine Castellano, l’avvocato che ha diretto il Giro d’Italia dal 1993 al 2004, terzo “patron” della corsa rosa dopo Cougnet e Torriani.
Usciti dal circuito, attraverso la pedalabile salita dei Colli di San Pietro (4,8 Km al 4,1%) il gruppo si tufferà nella costiera amalfitana, bella da guardare molto meno da “toccare” in sella a una bicicletta. Tra lo scollinamento dei Colli e le porte di Salerno i corridori si faranno un’autentica sbornia di curve, controcurve e saliscendi che li costringeranno alla massima attenzione, anche perché con un percorso del genere se dovesse andar via una fuga pericolosa potrebbe risultare molto difficile e dispendioso andare a riprendere gli ardimentosi. Quasi nulle, dunque, le possibilità di distrarsi per ammirare i panorami offerti dalle affermate località della costiera, da Positano a Conca dei Marini, da Amalfi ad Atrani giù giù fino a Maiori. Rimarrà fuori dal tracciato di gara solo Ravello, alta sulla collina, meta comunque celebre nella quale soggiornò anche la principessa Sissi…. quella cinematografica, però, perché il regista della famosa serie di film preferì la nostrana Villa Cimbrone per girare le scene ambientate nella troppo lontana e piovosa isola portoghese di Madera, realmente visitata dall’imperatrice Elisabetta di Baviera, inviata laggiù dai medici di corte per curarle un’affezione polmonare. Così come ci si era entrati, anche l’uscita dalla costiera avverrà mediante una salita, che s’incontrerà quando la strada doppierà il Capo d’Orso, promontorio che nel 1528 fece da spettatore alla sconfitta della flotta di Carlo V, battuta dalle navi di Filippo Doria in quella che viene definita l’unica vera battaglia navale della prima metà del XVI secolo. Come la precedente, anche questa salita è piuttosto facile (2,9 Km al 4,2%) ma i “suiveurs” ricorderanno che nel 1997 bastò per far arrancare penosamente Marco Pantani, che pochi minuti prima era incappato in una famosa caduta, provocata da un gatto, nella discesa dal Valico di Chiunzi, incidente che gli provocò una lacerazione nel muscolo della coscia sinistra, costringendolo al ritiro.
Arrivati a Salerno – centro dove hanno avuto la genesi le moderne Università, derivate dalla celebre Scuola Medica qui fondata, secondo una leggenda, da quattro monaci di religioni differenti (i primi, scarsi documenti la fanno risalire a cavallo del IX e del X secolo d.C.) – il percorso cambierà diametralmente e a 70 Km letteralmente “nevrastenici” ne succederanno una cinquantina da “calma piatta”. È il tratto nel quale si costeggerà il golfo di Salerno, privo non solo di difficoltà altimetriche ma anche piuttosto lineare nello svolgimento, caratterizzato da una appena una ventina di facili curve, prevalentemente concentrate nel finale, quando il percorso lascerà la costa per internarsi brevemente e avvicinare l’area archeologica di Paestum, città fondata dai greci e intitolata a Nettuno, anche se nessuno dei tre templi conservatisi era dedicato al dio del mare.
Giunti nella rinomata località balneare di Agropoli, che fu sede di tappa durante il Giro del 1984 (si impose allo sprint Urs Freuler, il Cipollini elvetico degli anni ’80, con 15 successi conquistati alla corsa rosa tra il 1981 e il 1989), riprenderanno le tortuosità e le difficoltà altimetriche, più sensibili rispetto a quelle incontrate nei chilometri iniziali ma comunque mai impegnative. Attraversando il Cilento, area in gran parte preservata da un parco nazionale istituito nel 1991, negli ultimi 100 Km si dovranno affrontare due ascese valevoli per la classifica della maglia azzurra, introdotta l’anno scorso in sostituzione della gloriosa casacca verde che dal 1933 contraddistingueva il miglior scalatore del gruppo. Il primo GPM di giornata sarà assegnato ai 630 metri di Mercato Cilento, piccola frazione di Perdifumo, dove si giungerà dopo aver affrontato una salita suddivisa in due rampe da un tratto in quota centrale. La prima parte, 4800 metri al 4,8% con una punta del 13%, si concluderà poco dopo aver attraversato Castellabate, centro recentemente “reclamizzato” dal fortunato film “Benvenuti al sud”, pellicola piazzatasi al quinto posto nella speciale classifica dei film più “redditizi” in quanto ad incassi nelle sale. Più consistente è il secondo settore dell’ascesa che condurrà sotto lo striscione del traguardo della montagna in 7,6 Km, dotati di un’inclinazione media simile al tratto precedente. Si scenderà quindi nella valle dell’Alento, il fiume “nobile” di Cicerone, che soggiornò nella vicina città di Velia, la cui area archeologica è iscritta, congiuntamente a quella di Paestum e all’intero territorio del parco nazionale, nell’elenco dei patrimoni mondiali dell’umanità stilato dall’UNESCO: vi si possono visitare i resti del porto, delle due terme, dell’agorà e dell’acropoli. Tornando a inoltrarsi tra le alture cilentane ci si porterà verso Ascea che sarà raggiunta dall’interno, dopo aver toccato il centro di Ceraso e, entranti nel territorio comunale della città sede di tappa, superata l’ultima salita “ufficiale” prevista, la Sella di Catona. Sulla carta pare facile, anche perché rispetto alla precedente è ancor più malleabile nelle inclinazioni (13,4 Km al 4,1%, al netto di falsipiani e contropendenze) ma potrebbe rimanere nelle gambe per la lunghezza. Quando i corridori ne avranno raggiunta la cima avranno dinanzi a loro gli ultimi 29 Km di gara, prevalentemente tracciati in discesa ma contenenti un ultimo zampellotto, proprio all’ingresso della città “madre” di Ascea. Il traguardo sarà collocato 6 Km più a valle, sul lungomare della marina, praticamente in fondo al “tuffo” da Catona. Un finale-toboga da bere tutto d’un fiato per cercare di cogliere una “perla” in riva ad uno dei tratti di mare più azzurri d’Italia.
MODIFICHE AL PERCORSO
A causa di una frana è stata tagliata la salita di Mercato Cilento, sostituendola con quella, più impegnativa, di San Mauro Cilento (7,8 Km al 6,7%, con i primi 500 metri al 13,6% di media).
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Anche quest’anno le tappe più movimentate altimetricamente saranno accompagnate dalla segnalazione dei valichi toccati dall’itinerario. Tranne rare eccezioni (come la Sella di Catona), i valichi segnalati sono quelli riportati sul testo “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (Ediciclo Editore)
Colli San Pietro (312 m).
Valicato dalla SS 163 “Amalfitana” tra Meta e Positano, all’altezza della confluenza della SS 145 “Sorrentina”, che arriva da Sorrento. Mai affrontato come GPM, il Giro vi è transitato l’ultima volta nel 2009, nel corso della tappa Avellino – Vesuvio, vinta dallo spagnolo Carlos Sastre. L’ascesa era valida per la classifica dell’allora maglia verde, con scollinamento situato al vicino Picco Sant’Angelo, dove transitò in testa Mauro Facci. Il Picco era stato GPM anche nel 2007 (tappa Salerno – Montevergine vinta da Di Luca, primo in vetta Pavel Brutt) e nel circuito di Sorrento del Giro 1991, tappa vinta dal francese Eric Boyer e caratterizzata da cinque passaggi sotto lo striscione (Da Silva, Gusmeroli, Arias, Bugno e Garcia Melia).
Sella di Catona (593 m). Valicata dalla SP 269 tra l’omonima località (frazione di Ascea) e il bivio per Rodio. Non segnalata sul testo di Georges Rossini.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Foto copertina: vista panoramica della Marina di Ascea (asceapesca.altervista.org)