ISCHIA – FORIO. IL “RAGGIO ROSA”
In uno dei più incantevoli scenari della nostra nazione si consumerà l’annuale appuntamento con la cronometro a squadre. La bellezza dei luoghi attraversati non significherà, però, un “paradiso” per le squadre, impegnate su di un tracciato che le metterà a dura prova con le sue tortuosità e i suoi saliscendi, ricordando molto il percorso della prova collettiva disputata nel 2007 sulle strade di un’altra isola affacciata sul Tirreno, la sarda Maddalena.
E’ una tappa salutare quella che i “girini” affronteranno al secondo giorno di Giro e non solo per le frequentate località termali che si toccheranno e che costituiscono uno dei principali richiami turistici dell’isola d’Ischia. Da quando è stata reintrodotta al Giro, su percorsi ridotti e spettacolari (ricordiamo l’isola della Maddalena e la laguna di Venezia), la cronometro a squadre ha perso i connotati “invasivi” che aveva ai tempi dei chilometraggi monstre da Tour de France ed è divenuta un autentico toccasana, una spettacolare presentazione in corsa delle formazioni e delle forze in campo senza correre il rischio di incidere troppo sulla classifica, uno dei risvolti negativi di questo particolare tipo di frazioni, in passato spesso criticate per quest’aspetto. Una tappa salutare sì, ma questa non lo sarà del tutto perché il tracciato prescelto non è proprio dei più idonei per le prove di questo genere. Di solito, infatti, si prediligono strade pianeggianti e lineari, che mancano del tutto a Ischia dove, al contrario, abbondano le curve e i su e giù. Lungo i 17 Km e rotti che porteranno dalla partenza al traguardo di Forio s’incontreranno quattro ascese, tutte pedalabili ma che potrebbero influire sul risultato finale e sicuramente non permetteranno di mantenere le alte velocità tipiche di queste tappe, come gli oltre 53 Km/h stabiliti lo scorso anno sul circuito di Verona. I ritmi dovrebbero essere molto vicini a quelli della citata cronosquadre della Maddalena, molto simile altimetricamente, nella quale la Liquigas non riuscì ad arrivare ai 46 orari.
La rampa di lancio sarà collocata nel cuore del Porto, uno dei due nuclei principali che costituiscono il centro di Ischia, e nelle prime pedalate ci si muoverà in direzione di Ischia Ponte, il centro storico, così chiamato per la presenza di del ponte di collegamento verso l’isolotto roccioso sul quale sorge il Castello Aragonese, principale emergenza monumentale e simbolo stesso dell’isola d’Ischia. Da non perdere anche la bella chiesa di Santa Maria delle Grazie, più conosciuta come San Pietro.
I primi 2 Km di questa cronosquadre saranno piuttosto “ambigui”, denotati da una doppia natura. Se all’esame planimetrico possono sembrare veloci e filanti per la presenza di una sola e morbida curva, piazzata a 600 metri dalla partenza, in realtà saranno forse il tratto più delicato e magari anche decisivo della tappa poiché costituirà la prima delle quattro ascese previste. È più falsopiano che salita (la pendenza media è del 3,2%) ma costringerà le formazioni ad adottare da subito un ritmo che le consenta di non spappolare la squadra e di arrivare a Forio almeno in cinque elementi, poiché, come consuetudine, è sul quinto passaggio che si prendono i tempi di gara. Raggiunto il bivio per Barano (il più meridionale dei comuni ischitani, situato presso l’incantevole spiaggia dei Maronti) s’imboccherà la tangenziale di Ischia e, con 2 Km prevalentemente in dolce discesa, ci si riporterà nel quartiere del porto, dove si confluirà sul percorso classico dell’ex strada statale 270, imboccando il versante settentrionale della strada che compie il periplo dell’isola. Il tragitto completo, con partenza e arrivo a Ischia, fu affrontato a cronometro – ma individuale – anche al Giro d’Italia del 1959, in una tappa terminata con il successo a sorpresa del palermitano Antonino Catalano, che diede 53” al grande favorito, il francese Jacques Anquetil. Evidentemente al corridore transalpino non andavano molto a genio le cronometro partenopee o, forse, si era troppo distratto ad ammirare gli incantevoli panorami: anche l’anno dopo, nella tormentata cronotappa di Sorrento, si dovette accontentare del secondo posto, preceduto di 6” dal “pupillo” di Coppi, Romeo Venturelli. Tornando alla crono del 1959, quel giorno la media di gara fu di poco superiore ai 35 Km orari, ma va anche considerato che il giro completo è notevolmente più impegnativo rispetto al tratto che si percorrerà quest’anno poiché, oltre alle quattro ascese che si dovranno superare anche stavolta, sul versante meridionale la statale raggiunge il più elevato tra i comuni dell’isola (Serrara Fontana, 366 metri di quota).
Lasciata Ischia e affrontata la seconda asperità del tracciato (1,2 Km al 4,5%, massima del 10%), si planerà su Casamicciola Terme, altro comune “doppio”, costituito da due centri. Le squadre attraverseranno l’insediamento più recente, la Marina, frequentato fin dal ‘600 per i suoi stabilimenti termali ma sviluppatosi urbanisticamente solo dopo il terremoto che nel 1883 distrusse Majo, il centro storico, situato in posizione elevata sulle prime pendici dell’Epomeo, il vulcano spento che eruttò l’ultima volta nel 1302 e che costituisce la massima elevazione dell’isola, dall’alto dei suoi 788 metri. Nella mitologia era considerato uno dei punti d’accesso ad Agarthi, il regno sotterraneo che ispirò Jules Verne quando scrisse “Viaggio al centro della terra”; per una curiosa coincidenza l’isola d’Ischia, e Forio in particolare, è uno dei “teatri” che consentono di ammirare il “raggio verde”, fenomeno ottico che si può vedere solo al tramonto, dura al massimo due – tre secondi e ispirò un’altra opera dello scrittore francese, da lui descritto con le parole “Se c’è del verde in Paradiso, sicuramente è quel verde, il vero colore della Speranza”.
Procedendo in piano si giungerà quindi a Lacco Ameno, centro il cui nome è da solo una cartolina. Le sue fortune turistiche incominciarono negli anni ’50 in seguito ad un’intuizione dell’imprenditore Angelo Rizzoli, il fondatore della Rizzoli Editore (oggi divenuta RCS MediaGroup e nella quale è confluita anche la Gazzetta della Sport), che trasformò un povero borgo di pescatori in una località di richiamo internazionale, facendo ampliare gli impianti termali esistenti e l’offerta alberghiera e attrezzando la città di un ospedale, ancora oggi l’unico esistente sull’isola. Oggi è possibile visitare anche quella che fu il “buen retiro” del Rizzoli poiché Villa Arbusto, ristrutturazione settecentesca di un’antica masseria, è stata acquistata dal comune per farne la sede di un interessante museo archeologico, nel quale sono esposti i reperti recuperati negli scavi di Pithecusa, la più antica colonia della Magna Grecia, scoperta presso Panza (piccola frazione di Forio) nel 1989, in seguito ad una fortuita frana.
Doppiando Punta Cornacchia e lasciandosi alle spalle il lido di San Montano, una delle baie più spettacolari dell’isola, si affronterà la terza salita del percorso, lunga quasi 2 Km e caratterizzata da una pendenza media del 3% e da un andamento a strappi, con alternanza di tratti facili e altri più aspri, incontrando anche il tratto più ripido di questa crono, una punta del 12%. In fondo alla successiva discesa le squadre saranno già a Forio, la località ischitana più recentemente votatasi al turismo e che offre ai visitatori il bellissimo belvedere del Soccorso, dal quale ammirare il citato fenomeno del “raggio verde” e dove prospetta l’omonima chiesetta, che fu una delle “protagoniste” del film “Campane a martello” (1949) dove ricopriva il ruolo della chiesa parrocchiale dove esercitava Don Andrea (l’indimenticato Eduardo De Filippo).
La tappa non sarà, però, ancora finita perché, transitati a poche centinaia di metri dal traguardo, ci si lancerà in una sorta di circuito finale, lungo circa 4 Km. La prima parte si snoderà ancora sulla statale, abbandonandola una volta superata l’ultima difficoltà (1,6 Km al 3,6%) per scendere a imboccare la litoranea che riporterà verso Forio con un tratto finale pianeggiante in riva al Tirreno, dove a crear fastidi potrà intervenire solo il vento.
Questo il nastro della prima tappa importante del Giro 2013, una cronosquadre breve ma da non sottovalutare. Assolutamente.
Mauro Facoltosi
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Foto copertina: il fenomeno del “raggio verde” visto da Forio (panoramio)