NAPOLI. GIRO D’ITALIA, JAMMO JA’!
Parte da Napoli la 96a edizione del Giro d’Italia. Al posto del tradizionale prologo ci sarà una frazione “normale” ma non meno spettacolare, grazie agli stupendi scorci che le riprese televisive offriranno di Napoli. Si girerà su di un circuito di una quindicina di chilometri movimentato dall’ascesa al colle di Posillipo. La salita è facile ma già metterà un po’ di pepe al Giro e potrebbe risultare indigesta a qualche sprinter, impedendogli di partecipare alla bagarre che assegnerà la prima maglia rosa.
C’è voluta la lontanissima e fredda Danimarca per far capire al Giro quanto gli sia mancato il caldo affetto del sud. Non è stata esclusivamente la tappa di Lago Laceno, l’unica prevista nel meridione d’Italia nella scorsa edizione della corsa rosa, a far percepire questa lacuna perché anche in passato il Giro ha spesso accantonato le estremità dello stivale italico, sia per la scelta di concentrare il “clou” del percorso sulle Alpi, sia per le difficoltà economiche che spesso si sono incontrate, in campo organizzativo, nelle regioni meridionali, ostacoli che hanno portato alla cancellazione dal calendario di diverse corse anche di prestigio come, per rimanere in casa Gazzetta, il Giro di Puglia e il Trofeo Pantalica.
C’è voluta la palla lanciata da Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, colta al balzo da Vegni e Acquarone, per riallacciare questo rapporto d’amore e così quest’anno il Giro vivrà ben sei frazioni al sud, una quantità di tappe che non veniva proposta dal 2008 e prima ancora dal 2003, quando le rispettive edizioni erano scattate da Palermo e Lecce. Per porre l’accento su questa ritrovata “intesa”, la giornata che darà il “la” all’edizione 2013 non sarà il solito cronoprologo ma nemmeno uno start banale, poiché s’è scelto una tappa in linea disegnata su di un tracciato stimolante, un circuito tutto partenopeo movimentato dall’ascesa al colle di Posillipo, breve e poco impegnativa ma che dovrà essere scavalcata dieci volte. L’ultimo passaggio sarà quasi alle porte del traguardo, distante 6 Km dallo scollinamento, e questo “aprirà” la tappa a molti fronti e non solo al classico volatone a gruppo compatto, tipico dei primi sprint del Giro.
Il primo raduno di partenza avverrà in uno dei più bei luoghi di Napoli, Piazza del Plebiscito, realizzata nell’Ottocento di fronte al Palazzo Reale e idealmente “abbracciata” dalla città dai due bracci del portico che partono dalla basilica di San Francesco di Paola, costruita ispirandosi al Pantheon di Roma. Come in tutte le tappe in linea, prima di incominciare ufficialmente bisognerà percorrere un tratto di trasferimento, tra due ali di folla festante, che toccherà altri due celebri monumenti del capoluogo campano, il Maschio Angioino e Castel dell’Ovo. Il primo fu fatto erigere da Carlo I d’Angiò dopo la sua nomina a “Re d’ambedue le Sicilie” (1266), seguita dalla decisione di spostare la capitale da Palermo a Napoli, e in seguito passò agli altri dominatori succedutisi (prima gli aragonesi, poi i viceré spagnoli e, infine, i sovrani borbonici). L’altro è il più antico tra i castelli napoletani, costruito sui resti di fortificazioni prenormanne, e in occasione del Giro ospiterà il “quartier tappa”, la capitale viaggiante della corsa rosa, nel quale hanno sede la sala stampa e gli uffici di direzione e giuria.
Percorsi circa 3 Km, all’imbocco del bel lungomare Caracciolo, recentemente pedonalizzato, i “girini” transiteranno sotto l’arco del “chilometro 0” e avrà inizio la tappa che, dopo poche centinaia di metri, confluirà sul tracciato del circuito, un anello di 15,6 Km del quale dovranno essere percorse dieci tornate. Si inizierà lasciando il lungomare e imboccando la strada che fiancheggia la Villa Comunale, giardino pubblico creato tra il 1778 e il 1780 e nel quale si trova l’acquario più antico d’Europa. I primi 8 Km del circuito si presentano piuttosto filanti, pianeggianti e caratterizzati da rarissime curve e tre lunghi rettilinei. Il primo di questi si svolgerà quasi completamente al “coperto” della galleria di Posillipo, tunnel lungo 900 metri scavato nel 1925 a imitazione della “Crypta Neapolitana”, uno dei più antichi trafori d’Italia, fatta aprire su iniziativa del generale romano Marco Vipsanio Agrippa per agevolare il transito delle truppe dirette a Puteoli (l’odierna Pozzuoli), evitando così loro l’ascesa a Posillipo. Si tornerà alla luce del sole alle soglie del quartiere Fuorigrotta (“grotta” è il soprannome della galleria romana), in un’area che, fino agli inizi del secolo scorso, era occupata da una distesa di pini che separava Posillipo dai Campi Flegrei e che oggi è massicciamente edificata: vi si trovano, tra gli altri, lo Stadio San Paolo, terzo in Italia per capienza, e i padiglioni della Mostra d’Oltremare.
Raggiunto l’ex quartiere industriale di Bagnoli una curva a gomito introdurrà l’ultimo dei tre rettilinei che, rasentata la “Città della scienza” (museo fondato nel 1996 dallo scienziato Vittorio Silvestrini all’interno di una fabbrica dismessa), porrà termine alla parte più facile del circuito.
Qui avrà inizio la salita verso Posillipo, il luogo che calmerebbe il dolore secondo il toponimo greco originale (Pausilypon). In effetti, per arrivar lassù non si farà molta fatica perché l’ascesa è breve e pedalabile (1,7 Km al 5,4%, con una punta del 15%), ma i dieci passaggi, la vicinanza del traguardo e l’agone del momento potrebbero lasciare il segno. Non ci si dovrà far distrarre dalla bellezza del luogo che, soprattutto nella prima parte dell’ascesa, offre incantevoli viste, come quella verso l’isola di Nisida, la meno nota tra le sei principali che costituiscono l’arcipelago campano anche perché totalmente inaccessibile, essendo la sede di un carcere minorile e di una base della NATO. Superato lo scollinamento – al quale saranno messi in palio i primi punti della classifica del GPM – inizierà una non meno panoramica discesa, dolcissima nelle inclinazioni e tutta un soave serpeggiare, transitando alti sul celebre borgo di Marechiaro (quello della “finestrella” cantata dallo scrittore Salvatore Di Giacomo) e poi sfiorando le numerose ville che punteggiano la dorsale, come Villa Rosebery, la più “istituzionale” di tutte, poiché costituisce una delle tre residenze ufficiali del Presidente della Repubblica Italiana, assieme al Quirinale e alla tenuta di Castel Porziano. Tra le altre dimore c’è quella della “malafemmina” – vi si incontravano Gianni Capone (Teddy Reno) e la bella Marisa Florian (Dorian Gray) nel famoso film di Totò – la cui terrazza offre una spettacolare vista sul golfo di Napoli, con il Vesuvio sullo sfondo, e sul vicino Palazzo Donn’Anna, uno dei più celebri della città, voluto negli anni 30 del 1600 da Donna Anna Carafa (moglie del viceré Ramiro Núñez de Guzmán) e oggi suddiviso in varie abitazioni private. Quando il gruppo lanciato verso il traguardo sfiorerà quest’ultimo edificio mancheranno circa 1000 metri al termine della discesa, in quel di Mergellina, e altrettanti bisognerà compiere per sapere chi sarà la prima maglia rosa del 2013.
MODIFICHE AL PERCORSO
Tracciato modificato, anche per evitare l’insidioso passaggio dalla galleria di Posillipo. Il nuovo percorso consterà di due circuiti, uno lungo di 16,3 Km da ripetere 4 volte (con la salita a Posillipo da Mergellina, versante opposto rispetto al percorso originario, 5,2 Km al 2,9% max 8%) e uno corto di 8 Km, totalmente piatto, da inanellare 8 volte). La tappa sarà lunga 130 Km, quasi una trentina in meno rispetto al percorso originario.
Mauro Facoltosi
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Foto copertina: il bel Lungomare Caracciolo, meta della prima tappa (www.beautips.it)