GRAND’ITALIA SULLA GRANDE MURAGLIA
Cinque azzurri nella top ten nell’arrivo in salita di Badaling e primo trionfo stagionale del valtellinese Francesco Gavazzi che con uno sprint prepotente nelle ultime centinaia di metri salta un Boasson Hagen che sembrava avviato verso il successo e precede Daniel Martin, il norvegese e Rinaldo Nocentini mentre Tony Martin conserva la maglia rossa di leader.
Foto copertina: Gavazzi a pochi istanti dalla vittoria (skysports.com)
La terza frazione del Tour of Beijing, 162,5 km da Men Tou Gou a Badaling ai piedi della Grande Muraglia Cinese che per brevi tratti ripercorreva il tracciato della prova olimpica del 2008, si presentava per numero di km in salita e dislivello complessivo come la più impegnativa della breve corsa a tappe, con quattro gran premi della montagna l’ultimo dei quali portava al traguardo al termine di una salita di 20 km, impegnativa però solo nell’ultimo km che presentava una pendenza del 6,3% e in brevi altri tratti; inoltre erano quasi 80 i km che separavano la vetta del terzo gpm di giornata, il più impegnativo con i suoi 10 km al 6,4%, dall’inizio dell’ascesa conclusiva, e ciò ha scoraggiato la battaglia con le prime salite affrontate ad andatura tranquilla e i soli Johnny Hoogerland and Pim Ligthart (Vacansoleil), Matthieu Ladagnous (Fdj), Christian Meier (Orica-GreenEdge), Mikel Nieve (Euskaltel), George Bennett (RadioShack) e Andriy Grivko (Astana), tutti molto lontani in classifica generale, che si sono lanciati in avanscoperta, con l’Omega-QuickStep della maglia rossa Tony Martin che si è limitata a controllare il distacco dai fuggitivi, che ha raggiunto un massimo di 4′30”: molto più motivate ad inseguire si sono rivelate la Liquigas e la Garmin a caccia di un successo di tappa rispettivamente con Moreno Moser e Daniel Martin, e sotto la loro spinta il gap ha iniziato a ridursi fino al ricongiungimento avvenuto a metà dell’ultima salita, con Ligthart ultimo ad arrendersi dopo aver distanziato in precedenza i compagni d’avventura.
In contropiede hanno provato a partire dapprima Sylvain Georges (Ag2r), con un’azione finalizzata a un possibile contrattacco del suo capitano Rinaldo Nocentini già brillantissimo in salita nella tappa di Men Tou Gou, e successivamente Igor Anton (Euskaltel), rimasto in avanscoperta per qualche centinaio di metri senza però riuscire a guadagnare un margine apprezzabile sul resto del gruppo: ben più decisa è stata l’azione di Edvald Boasson Hagen (Team Sky) che a 3 km dalla conclusione, in uno dei tratti più impegnativi dell’ascesa, è a sua volta fuoriuscito dal plotone superando a doppia velocità il basco e incrementando il vantaggio nel falsopiano in discesa che precedeva l’ultimo km, con Tony Martin a condurre in prima persona gli inseguitori a difesa della propria leadership nella generale. Sembrava che la medaglia d’argento di Valkenburg fosse avviato verso il successo ma in vista del traguardo il norvegese ha iniziato ad accusare la fatica e quando mancavano non più di 50 metri è stato inghiottito dal gruppo inseguitore, nel quale Daniel Martin ha lanciato per primo lo sprint andando a saltare via Boasson Hagen ma ad avere la meglio è stato un brillantissimo Francesco Gavazzi (Astana), probabilmente mai così a suo agio in carriera su un arrivo apparentemente troppo duro per le sue caratteristiche, che sul traguardo ha preceduto nell’ordine l’irlandese e Boasson Hagen, confermando l’ottima condizione già palesata a Men Tou Gou che l’aveva portato alla piazza d’onore dietro a Daniel Martin e andando a conquistare il primo successo di una stagione, la prima all’Astana dopo i primi sette anni da professionista trascorsi tutti sotto le insegne della Lampre, fin qui non esaltante tanto che non era mai stato preso in considerazione tra gli azzurrabili per Valkenburg. Il valtellinese ha guidato una nutrita pattuglia azzurra nella top ten con Rinaldo Nocentini al 4° posto seguito da Eros Capecchi (Liquigas) al 7°, Moreno Moser all’8° e Daniele Pietropolli (Lampre) 10°; anche Daniele Bennati (RadioShack) ha provato a dire la sua ma si è arreso nelle ultime centinaia di metri chiudendo 23° a 12” comunque davanti ad atleti del calibro di Haimar Zubeldia (RadioShack) 24° a 16” e Ryder Hesjedal (Garmin) 29° a 30”.
La classifica generale non subisce grandi variazioni con Tony Martin saldamente in vetta con 40” su Gavazzi, 50” su Daniel Martin, 52” su Boasson Hagen e Nocentini e 56” su Capecchi: la strada sembra ora in discesa per il due volte campione del mondo a cronometro alla luce delle ultime due frazioni del Tour of Beijing che non presentano grandi difficoltà altimetriche, a cominciare da quella che da Yanqing porta allo stadio di Changping dopo 165,5 km con tre gpm di 3a categoria prima degli ultimi 30 km di discesa e pianura verso il traguardo.
Mauro Facoltosi