VIVIANI, UNA VITTORIA ”OLIMPICA”
Dopo la medaglia sfumata per poco in quel di Londra e i numerosi piazzamenti alla Vuelta il velocista veronese torna al successo sulle strade che hanno ospitato la rassegna a cinque cerchi del 2008 imponendosi in rimonta su Fenn e Boasson Hagen e conquistando la prima maglia di leader del Tour of Beijing
Foto copertina: Viviani si impone nella prima tappa del “Giro di Pechino” (www.cyclingweekly.co.uk)
L’ultimo atto del calendario World Tour, che ha visto il successo nella classifica generale di Joaquin Rodriguez grazie al trionfo al Giro di Lombardia con cui ha tolto il primato a Bradley Wiggins, si consuma in Cina con il Giro di Pechino, corsa a tappe di cinque giorni intorno alla capitale giunta alla sua seconda edizione. In virtù dei profili altimetrici non impossibili delle varie frazioni sono gli sprinter a fare la parte del leone nella start list con Edvald Boasson Hagen (Sky), Heinrich Haussler (Garmin), Gregory Henderson (Lotto-Belisol), Allan Davis e Aivis Kruopis (Orica-GreenEdge), Theo Bos (Rabobank), Lukas Haedo (Saxo Bank-Tinkoff), Kelly Van Hummel (Vacansoleil) e i nostri Francesco Chicchi (Omega-QuickStep), Jacopo Guarnieri (Astana), Alessandro Petacchi (Lampre), Elia Viviani (Liquigas) e Daniele Bennati (RadioShack) mentre per quanto riguarda la classifica generale i nomi più accreditati sono il vincitore uscente Tony Martin (Omega-QuickStep), che però non avrà km a cronometro a sua disposizione a differenza che nella passata edizione, Ryder Hesjedal (Garmin), Rui Alberto Faria da Costa (Movistar), Samuel Sanchez (Euskaltel), che torna sulle strade dove ha conquistato il titolo olimpico nel 2008, e lo stesso Boasson Hagen, in grado di guadagnare terreno nelle frazioni più adatte a lui grazie agli abbuoni e di difendersi nelle non trascendentali ascese che caratterizzano questo Tour of Beijing: da segnalare anche la presenza di Andy Schleck (RadioShack), tornato recentemente all’attività agonistica dopo un lungo stop, mentre l’Italia punta le sue fiches su Dario Cataldo (Omega-QuickStep), Rinaldo Nocentini (Ag2r), Moreno Moser ed Eros Capecchi (Liquigas) e Mauro Santambrogio (Bmc), reduce dal brillante quarto posto al Giro di Lombardia.
La prima tappa si è svolta interamente sulle strade di Pechino con partenza da Piazza Tien An Men, tristemente famosa per l’eccidio del 1989, e arrivo nei pressi del Bird’s Nest, lo stadio che ha ospitato gran parte delle manifestazioni olimpiche, al termine di un circuito completamente pianeggiante di 7,8 km da ripetere per 12 volte. La corsa è vissuta sulla fuga partita al km 14 di Craig Lewis (Champion System), Mathieu Ladagnous (Fdj), Bert Lindeman (Vacansoleil) e dei nostri Marco Bandiera (Omega-QuickStep) e Adriano Malori (Lampre), al ritorno in gara dopo il convincente 10° posto ottenuto nella crono mondiale di Valkenburg, che hanno guadagnato fino a 2′ sul gruppo; dapprima l’Orica-GreenEdge e successivamente anche Liquigas e Rabobank si sono incaricate dell’inseguimento e il vantaggio ha iniziato lentamente a calare fino al ricongiungimento avvenuto nel corso del penultimo giro, con Lewis ultimo ad arrendersi. Nel finale nessuna squadra è riuscita a organizzare un vero e proprio treno e le carte si sono rimescolate più volte fino al rettilineo conclusivo, approcciato in testa dall’Orica-GreenEdge con Cameron Meyer a lanciare Kruopis: quella del lituano si però rivelata un’azione poco incisiva e ben presto lo hanno affiancato Fenn (Omega-QuickStep) e Boasson Hagen finchè negli ultimi 150 km è sbucato di prepotenza sulla sinistra Viviani, bravo in precedenza a portarsi le prime posizioni pur in assenza di compagni di squadra che lo pilotassero, che ha superato tutti e si è imposto nettamente davanti al giovane britannico e al norvegese medaglia d’argento di Valkenburg, cogliendo il suo settimo successo stagionale e il secondo al Giro di Pechino dopo quello di Shuniy della passata edizione. Ai piedi del podio si è piazzato Van Hummel davanti a Henderson, Bos, Sanz (Movistar), Kruopis e Petacchi che ha chiuso al 9° posto.
La classifica generale influenzata dagli abbuoni vede Viviani in testa con 4” su Fenn e Ladagnous, 6” su Boasson Hagen e 10” su Van Hummel e il resto del gruppo ma subirà quantomeno una setacciata al termine della seconda tappa, la più impegnativa della corsa con i suoi 126 da Pechino a Men Tou Gou: in programma infatti a metà percorso un’ascesa di 10,1 al 4,9% seguita da un’altra di 3,6 km al 5,6% lungo le quali ci sarà certamente battaglia anche se gli ultimi 16 km di discesa e pianura verso il traguardo rendono uno sprint di un plotone comunque abbastanza nutrito come l’opzione più probabile.
Marco Salonna