A TOURS MARCA MARCATO
Dopo il secondo posto del 2011, Marco Marcato riesce a far sua la Parigi – Tours, anticipando in uno sprint a tre il belga De Vreese e l’olandese Terpstra. Il gruppetto era evaso ad una ventina di chilometri dal traguardo, poco dopo il riassorbimento della fuga del mattino. Quarto posto per il favorito John Degenkolb, che nel finale è quasi riuscito ad agganciare il drappello di testa con un’azione solitaria.
Foto copertina: Il vincitore di giornata Marco Marcato (foto Isabelle Duchesne)
Nella scorsa stagione, la Parigi – Tours aveva rappresentato la miglior prestazione e la maggior delusione di un’ottima annata; dodici mesi più tardi, Marco Marcato ha finalmente messo le mani su quella corsa magistralmente interpretata nella passata edizione, quando dei crampi dal mirabile tempismo gli avevano però impedito di disputare la volata con Greg Van Avermaet (volata nella quale – ad onor del vero – sarebbe comunque partito sfavorito).
Merito di un’azione nata a sorpresa ad una ventina di chilometri dall’arrivo, in anticipo rispetto agli strappi che animano il finale di una gara teoricamente disegnata per i velocisti, portata poco dopo l’esaurimento di una fuga della prima ora nutrita e più blasonata del solito. Fra gli animatori, infatti, figuravano nomi come quelli di Sylvain Chavanel, Jerome Pineau e Karsten Kroon, evasi insieme a Hepburn, Morkov, Bodrogi, Gerard, De Kort, Kelderman, Talabardon e Smukulis nelle battute iniziali, che hanno costretto il plotone ad un estenuante inseguimento di circa 200 km. Inseguimento che si è in effetti concretizzato nel ricongiungimento ad una trentina di chilometri dal termine, ma gli straordinari cui i battistrada hanno costretto soprattutto gli uomini BMC e Cofidis hanno indirettamente propiziato il successo dell’azione di contropiede nata poco dopo.
Sventato un attacco di Flecha ai -35 dall’arrivo, con il quale lo spagnolo si era per primo riportato sui fuggitivi, il gruppo ha dovuto fronteggiare l’offensiva di Nicki Terpstra, capace di portar via un drappello che si è in breve riportato anche su Michael Morkov, ultimo ad arrendersi. I contrattaccanti si sono ulteriormente frazionati pochi chilometri più avanti, sotto l’impulso dello stesso olandese e di Marcato, con i quali è rimasto soltanto il sorprendente belga Laurens De Vreese, 24enne da una settimana con zero vittorie all’attivo in carriera in quasi due anni da pro.
L’idea di sbarazzarsi di buona parte dei compagni d’avventura non è parsa sul momento geniale, ma in gruppo nessuno ha avuto il coraggio e la forza di prendere l’iniziativa: la BMC del campione uscente si era sfiancata nella caccia al plotoncino di Chavanel; la Argos – Shimano dell’uomo da battere Degenkolb ha giocato d’attesa fino a quando è stato troppo tardi; tutti gli altri avevano forse troppa paura di concedere un calcio di rigore al tedesco trainandolo fino al traguardo.
Il margine dei tre, mai superiore al mezzo minuto, è così rimasto più o meno costante, calando leggermente non appena qualcuno si metteva per alcune centinaia di metri al loro inseguimento, salvo poi risalire con l’immancabile fase di stallo successiva. In gruppo è così maturata la convinzione che solo un contrattacco potesse consentire di riportarsi sui leader, ed è stata questa la carta che le due squadre faro hanno giocato alla disperata: a 9 km dal termine è stato il britannico Blythe (BMC) a provarci, quindi, ai -3, addirittura Degenkolb in prima persona.
Fiutando un’impresa sulla falsa riga di quella di Mario Cipollini alla Gand – Wevelgem 2002, quando il Re Leone si riportò tutto solo su un drappello di attaccanti, il teutonico si è via via avvicinato ai battistrada, e il marcamento esasperato fra i tre di testa ha quasi consentito un rientro in extremis che sarebbe stato fatale alle loro chance di vittoria. Con 250 metri ancora da percorrere, Marcato ha rotto la fase di impasse, appena prima che Degenkolb potesse accodarsi e prendere parte ad una volata che avrebbe con ogni probabilità dominato.
Terpstra, il più attivo dei primi, non ha neppure avuto la forza di rilanciare e di mettersi alla ruota dell’italiano, come invece ha saputo fare De Vreese; il belga non ha però rimontato più di una ruota, venendo respinto dal vento non appena uscito di scia.
Al termine di una stagione inferiore alle attese, Marcato ha così colto la vittoria del riscatto, che scaccia anche il rammarico per il successo che non si era potuto giocare l’anno passato. Rammarico che questa volta spetterà probabilmente, più che al secondo classificato – a nostro giudizio quasi per nulla danneggiato da un cambio di traiettoria dell’italiano allo sprint – spetteranno soprattutto al quarto, palesemente il più forte al via. Decisiva nella sua mancata vittoria la pochezza della Argos, non in grado di controllare una gara di 235 km, tanto da costringere un velocista come Degenkolb a mettersi in proprio ben prima del dovuto. Marcato ringrazia, così come tutto il ciclismo italiano, disperatamente bisognoso di un risultato di prestigio.
Matteo Novarini