TONY MARTIN DIFENDE L’IRIDE, LA SFORTUNA FERMA PINOTTI
Il 27enne tedesco bissa il successo di un anno fa a Copenhagen imponendosi nella crono mondiale di Valkenburg con soli 5” di vantaggio sul giovane statunitense Taylor Phinney mentre il bielorusso Vasil Kiryienka conquista a sorpresa una medaglia di bronzo per la quale era in piena lotta anche il bergamasco prima di una caduta che l’ha costretto al ritiro. Buona prova dell’altro azzurro Adriano Malori 10° alle spalle di un deludente Alberto Contador.
Foto copertina: Martin è medaglia d’oro per il secondo anno consecutivo (foto Bettini)
La gara a cronometro riservata ai professionisti, che ha concluso il programma
delle prove contro il tempo dei Mondiali olandesi, si è disputata lungo un esigente percorso di 45,7 km da Heerlen a Valkenburg comprendente lo strappo di Sint Remigiusstraat dopo 15 km e quelli del Bundersberg e del Cauberg nella fase conclusiva. In assenza di Bradley Wiggins, che dopo la medaglia d’oro di Londra ha chiuso di fatto la sua stagione al di là della recente partecipazione al Giro di Gran Bretagna, e di Fabian Cancellara, messo fuori causa da una caduta nella prova olimpica in linea, i favori del pronostico andavano tutti a Tony Martin, argento a Londra e dominatore un anno fa a Copenhagen, malgrado il tracciato non propriamente adatto alle caratteristiche del tedesco e le sue prestazioni non esaltanti alla Vuelta, in cui non era andato oltre l’11° posto nella crono di Ponferrada e aveva abbandonato per una caduta nella tappa della Bola del Mundo. In ogni caso il 27enne di Cottbus non ha tradito le attese conquistando il suo secondo titolo iridato anche se ha dovuto sudare sette camicie per piegare la resistenza di uno straordinario Taylor Phinney, che gli ha tenuto testa dall’inizio alla fine chiudendo con soli 5” di distacco: il 22enne statunitense, che pure in passato si era mostrato molto più a suo agio in percorsi completamente piatti, ha fatto segnare il miglior tempo al rilevamento dei 14,3 km con 4” di vantaggio su Martin e ne ha recuperati altri 8 al tedesco negli ultimi 16 km ma ha pagato dazio nel tratto centrale, dove ha fatto segnare un parziale di 17” superiore rispetto a quello del campione del mondo in carica.
Con Martin e Phinney che hanno disputato una gara a parte è stata molto avvincente la lotta per la medaglia di bronzo che alla fine ha visto prevalere piuttosto a sorpresa Vasil Kiryienka, distanziato di 1′44” dal vincitore: il bielorusso, che pure non può essere definito uno specialista puro e che aveva disputato una stagione non al livello di quella 2011, coronata dall’impresa del Sestriere al Giro d’Italia, ha preparato con cura questa prova nelle ultime settimane e dopo essersi mantenuto al quarto posto fino al rilevamento dei 37,9 km ha superato nel finale il semisconosciuto kazako Dmitriy Gruzdev che, partito molto prima rispetto ai big, ha fatto segnare a lungo il miglior tempo cullando il sogno di un’incredibile medaglia sfumata per via di un cedimento negli ultimi 8 km, che lo ha relegato al 6° posto con un ritardo di 1′56”, alle spalle oltre che di Kiryienka anche dell’altro statunitense Tj Van Garderen, da cui ci si attendeva forse qualcosa in più dopo l’ottima impressione destata nella cronosquadre inaugurale, 4° a 1′49”, e dello svedese Fredrik Kessiakoff, che dopo i successi nelle prove contro il tempo di Giro di Svizzera e Vuelta si è confermato a proprio agio sui percorsi vallonati chiudendo 5° a 1′50”. In 7a e 8a posizione hanno chiuso altri due atleti poco pronosticati alla vigilia, ovvero il ceco Jan Barta e il britannico Alex Dowsett distanziati rispettivamente di 2′12” e 2′26”, mentre non è andato oltre il 9° posto a 2′30” Alberto Contador, che alla luce del percorso sembrava poter lottare quantomeno per una medaglia ma ha risentito delle fatiche della Vuelta e avrebbe chiuso ben lontano dalla top ten se nell’ultimo terzo di gara non avesse avuto il punto di riferimento di Tony Martin, che ha raggiunto il madrileno partito 2′ prima e gli ha consentito di recuperare diverse posizioni nel tratto finale: altri atleti che hanno reso molto meno del previsto sono stati il francese Sylvain Chavanel 15° a 2′58”, lo svedese Gustav Larsson 19° a 3′11”, il tedesco Bert Grabsch già iridato a Varese 36° a 4′16” e l’olandese Lieuwe Westra 38° a 4′18”.
In casa Italia si registra la più che convincente prestazione di Adriano Malori, che ha fatto decisamente meglio rispetto a un anno fa a Copenhagen mantenendo un ritmo costante lungo tutto l’arco della prova che lo ha condotto a un lusinghiero 10° posto a 2′40” da Martin, malgrado sulla carta le colline del Limburgo fossero indigeste a un atleta come il parmense che ha sempre dato il meglio quando si tratta di spingere in pianura con i lunghi rapporti. Il sentimento che predomina è però la grande delusione per quanto accaduto a Marco Pinotti, che dopo il 5° posto di Londra aveva una grande occasione per conquistare una medaglia, che manca all’Italia dal 1994 quando Andrea Chiurato si aggiudicò l’argento dietro a Chris Boardman nella prima edizione del mondiale a cronometro per professionisti, e sembrava avere tutte le carte in regola per conquistarla dal momento che, dopo un avvio piuttosto prudente, al rilevamento dei 29,7 km si era portato a soli 4” da Kiryienka con un trend in crescita che l’avrebbe probabilmente portato sul podio al traguardo: l’asfalto reso viscido da uno scroscio di pioggia caduto nel primo pomeriggio ha però tradito il bergamasco che in un’insidiosa curva a sinistra è finito in terra picchiando violentemente una spalla ed è stato costretto al ritiro. Dopo una giornata di pausa la rassegna iridata riprenderà venerdì 21 con la prova in linea riservata alla categoria junior femminile.
Marco Salonna