FESTEGGIANO VOROBYEV E SVENDSEN, FLOP ITALIA

settembre 17, 2012
Categoria: News

La medaglia d’oro nella prova a cronometro della categoria under 23 va al russo che si impone con largo margine sui due australiani Dennis e Howson mentre nella prova junior il norvegese con una grande rimonta nel tratto finale precede lo sloveno Mohoric e il tedesco Schachmann. Lontanissimi dalle prime posizioni gli azzurri, migliore dei quali è stato Giacomo Peroni 28°.

Foto copertina: Vorobyev con la maglia iridata appena conquistata (foto Bettini)

La seconda giornata dei campionati mondiali del Limburgo è stata dedicata alle cronometro delle categorie junior e under 23 maschili, disputate sulle distanze rispettivamente di 26,6 e 36 km lungo un tracciato con partenza da Sittard e arrivo a Valkenburg, molto impegnativo nel suo tratto finale per via dell’ascesa del Sibbergrubbe immediatamente seguita da quella del Cauberg prima degli ultimi 1500 metri verso il traguardo.
Per primi hanno gareggiato gli atleti nati non prima del 1992 e ad imporsi è stato piuttosto a sorpresa il norvegese Oskar Svendsen, che ha avuto una partenza controllata e all’intertempo posto dopo 17,5 km era in sesta posizione a 20” dal tedesco Maximilian Schachmann ma di lì al traguardo ha fatto la differenza imponendosi con 7” sullo sloveno Matej Mohoric, che ha impostato la sua prova in maniera analoga a quella del vincitore risalendo dalla 10a posizione dei due terzi di gara e confermandosi ad alti livelli dopo il terzo posto dei recenti europei di Goes; dal canto suo Schachmann ha ceduto nettamente negli ultimi 9 km ma ha quantomeno salvato una medaglia di bronzo chiudendo a 11” da Svendsen e precedendo di 1” l’australiano Morgan e di 2” il danese Krigbaum oro a Goes, che ha fatto meglio del connazionale e iridato di Copenhagen Schmidt che non è andato oltre l’8° posto, sia pure a soli 26” dal vincitore in una gara comunque molto combattuta che ha visto i primi 18 corridori tutti nello spazio di un minuto: tra questi però non c’erano gli azzurri con Giacomo Peroni e Mattia Frapporti lontani dalle zone alte fin dalle prime battute e rispettivamente 28° e 29° al traguardo con distacchi di 1′30” e 1′32”.
La prova degli under 23 al contrario ha riservato ben poche emozioni per quanto riguarda la lotta per il successo con il russo Anton Vorobyev, quarto nella rassegna iridata di un anno fa e 8° nella cronometro del recente Giro di Danimarca disputato con la maglia dell’Itera-Katusha, che ha preso la testa fin dal primo rilevamento posto dopo 13,1 km e ha via via incrementato la sua azione fino a imporsi con ben 44” sull’australiano Rohan Dennis, che ha tentato di tenerne il ritmo nel tratto iniziale ma successivamente ha dovuto difendersi dal ritorno del connazionale Damien Howson, che ha conquistato il gradino più basso del podio con un ritardo di 51” dal vincitore: si conferma in ogni caso la bontà della scuola australiana che già a Copenhagen aveva piazzato Durbridge ed Hepburn sul podio e che ha espresso fior di cronomen negli ultimi anni, su tutti il tre volte campione del mondo di specialità Michael Rogers. Negli ultimi km Howson ha avuto la meglio di stretta misura sul danese Hansen, che ha chiuso 4° a 53” precedendo di 9” il connazionale Quaade, grande delusione di giornata dopo che aveva conquistato l’argento ai Mondiali della passata stagione, l’oro agli Europei di Goes e aveva chiuso davanti a Vorobyev nella già citata crono del Giro di Danimarca in quel di Odense: qualcosa di più ci si attendeva anche dal lussemburghese Jungels, 12° a 1′52”, e dal kazako Lutsenko 18° a 2′31”. Non avevano invece grandi ambizioni i nostri Davide Martinelli, figlio di Giuseppe team manager dell’Astana, e Mattia Cattaneo, reduce dalle ottime prestazioni nel Trittico Lombardo e nel Tour de l’Avenir ma non certo uno specialista delle prove contro il tempo, ma le loro prestazioni sono state oltremodo deludenti con il bresciano che ha chiuso 38° a 3′50” e il bergamasco 49° a 4′51”. La rassegna iridata proseguirà ora con le cronometro femminili che vedranno in gara le nostre Rossella Ratto ed Elisa Longo Borghini nella categoria elite.

Marco Salonna

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