OMEGA, UN ”QUICK STEP” VERSO L’ORO
La formazione belga guidata da Tony Martin, Boonen e Chavanel apre i Mondiali di Valkenburg aggiudicandosi la prima edizione della cronosquadre riservata a formazioni di club davanti alla Bmc dei nostri Ballan, Pinotti e Quinziato, battuta di soli 3” al termine di un lungo testa a testa, e all’Orica-GreenEdge che nega il terzo gradino a un’ottima Liquigas. Nella prova femminile trionfo del Team Specialized davanti a Orica-Ais e ad Aa Drink
Foto copertina: l’OmegaPharma – QuickStep festeggia sul podio (foto Bettini)
Per la prima volta nella storia dei campionati del mondo di ciclismo, che tornano a Valkenburg per la prima volta dopo l’edizione del 1998, è stata introdotta una competizione riservata non alle squadre nazionali bensì alle formazioni di club professionistiche maschili e femminili, ovvero una cronosquadre disputata da 6 atleti per ciascuna compagine, a differenza dei 9 tradizionali e dei 4 della storica 100 km, con il tempo finale preso sul quarto corridore a tagliare il traguardo.
La prova maschile, alla quale hanno preso parte le 18 formazioni del World Tour più altre 15 si è disputata lungo un impegnativo percorso di 53,2 km con diversi strappi e su tutti quello del Cauberg, affrontato a soli 1,5 km dal traguardo, che sarà giudice implacabile anche delle prove a cronometro individuali e soprattutto di quelle in linea. In virtù dei roster a disposizione le formazioni da battere erano l’Omega-QuickStep di Boonen, Chavanel, Tony Martin, Terpstra, Vandewalle e Peter Velits e la Bmc di Gilbert, Phinney, Van Garderen e dei nostri Ballan, Pinotti e Quinziato e sono state proprio loro a giocarsi il successo, facendo la differenza soprattutto nella seconda parte di gara rispetto agli altri team: la vittoria è andata alla formazione di Patrick Lefévère, che ha fatto segnare il miglior tempo in tutti i rilevamenti intermedi e ha avuto nella compattezza la sua arma vincente, con tutti e sei gli atleti che hanno tagliato insieme il traguardo; viceversa la Bmc, che pure era in rimonta dopo avere accusato un distacco di 1” dopo 12 km e di 8” sia dopo 21 km che dopo 37 km, si è sfaldata sul Cauberg dove una trenata di Van Garderen ha provocato il cedimento di Pinotti e Quinziato e ha messo in difficoltà anche Phinney, che essendo il quarto uomo è stato dovuto attendere dai tre compagni di squadra che probabilmente proprio in quel frangente hanno perso i 3” che al traguardo li hanno separati dall’Omega-QuickStep. La medaglia di bronzo è andata piuttosto a sorpresa all’Orica-GreenEdge, che poteva contare su Mouris, Langeveld, Bewley e su tre specialisti come Durbridge, Tuft e Cameron Meyer adatti però sulla carta a percorsi più scorrevoli rispetto a quello di Valkenburg ma la formazione australiana ha fatto la differenza soprattutto nella parte centrale e ha chiuso saldamente al 3° posto con un ritardo di 47” e facendo sfumare le ambizioni di medaglia della Liquigas, 4a a 1′04”: la compagine di Amadio, composta da Bodnar, Dall’Antonia, Koren, Paterski, Sagan e Nibali, si è resa protagonista di un’ottima seconda parte di gara in cui il messinese ha svolto gran parte del lavoro dimostrando come già al recente Giro di Padania di essere sulla strada giusta per la prova in linea di domenica 23 e può recriminare per un calo avuto tra i 12 e i 21 km senza il quale si sarebbe giocata fino alla fine il terzo posto con l’Orica-GreenEdge. Alle spalle dei biancoverdi ha chiuso con un ritardo di 1′08” la Rabobank di Boom, Clement, Flens, Gesink, Kelderman e Luis Leon Sanchez, che spinta dal pubblico di casa è partita a razzo lottando alla pari per metà gara con Omega-QuickStep e Bmc ma ha ceduto nella seconda parte, seguita a 1′18” dalla Movistar di Amador, Castroviejo, Gutierrez, Karpets, Kiryienka e Plaza e dalla Katusha di Belkov, Gusev, Kuschynski, Menchov, Smukulis e Vorganov. Deludenti le prove della RadioShack di Gallopin, Kloeden, Popovych, Sergent, Voigt e Zubeldia e della Garmin di Bauer, Dekker, Maaskant, Navardauskas, Talansky e Van Summeren rispettivamente 8a a 1′21” e 10a a 1′35”, in mezzo alle quali si è inserito con un distacco di 1′32” il Team Sky che privo delle sue stelle Wiggins e Froome ha disputato una prova onorevole con Boasson Hagen, Dowsett, Flecha, Henao, Stannard e Thomas. Non avevano grandi ambizioni le altre due formazioni azzurre con l’Acqua&Sapone di Ciavatta, Codol, Di Paolo, Miholjevic, Napolitano e Reda 24a a 3′54” e la Lampre di Bono, Cimolai, Malori, Petacchi, Pietropolli e Viganò 28a a 4′18”.
Per quanto riguarda la prova femminile, disputata sulla distanza di 34,2 km con un identico finale caratterizzato dalla scalata del Cauberg, ha visto il successo del Team Specialized di Becker, Neben, Stevens, Teutenberg, Van Dijk e Worrack che ha preceduto di 24” l’Orica-Ais cui non è bastato l’apporto della campionessa mondiale e medaglia d’argento olimpica della cronometro Judith Arndt alle compagne Gillow, Gunnewijk, Hoskins, Rhodes e Villumsen, che hanno tenuto testa alla squadra vincitrice solo nei primi 12 km prima di perdere progressivamente terreno; molto più distanziate tutte le altre con la Aa-Drink di Blaak, Brand, Daams, Laws, Pooley e Wild che ha occupato il gradino più basso del podio staccata di 1′59”. In gara anche le italiane Be Pink (Amialusik, Cantele, Frapporti, Gebhardt, Martisova, Valsecchi) e Sc Michela Fanini (Burchenkova, Leal Banderas, Ruzickova, Sanchez Benito, Scandolara, Treier) rispettivamente 6a a 3′14” e 7a a 4′37” mentre Elisa Longo Borghini ha chiuso 8a a 4′38” insieme alle compagne della norvegese Hitec Products. I campionati del mondo proseguiranno ora con le prove contro il tempo individuali delle categorie junior e under 23, nelle quali saranno impegnati gli azzurri Giacomo Peroni, Mattia Frapporti, Davide Martinelli e Mattia Cattaneo.
Marco Salonna