L’IMPLACABILE DEGENKOLB INGRANA LA QUARTA
Il giorno di riposo non cambia le gerarchie della Vuelta per quanto riguarda gli arrivi in volata con il tedesco che fa poker imponendosi sul traguardo in leggerissima ascesa di Sanxenxo davanti al campone francese Bouhanni e all’aretino Bennati mentre gli uomini di classifica restano al coperto in vista della crono di Pontevedra
Foto copertina: Degenkolb batte la quarta…. (foto AP)
Dopo il giorno di riposo e il trasferimento la Vuelta è ripartita dalla Galizia con la 10a tappa, 190 km da Ponteareas a Sanxenxo senza particolari difficoltà altimetriche se si esclude l’Alto de San Cosme affrontato nella fase iniziale. La corsa, disputata finalmente con temperature accettabili dopo il caldo torrido che aveva accompagnato i corridori fin dalla cronosquadre d’apertura a Pamplona, è vissuta sulla fuga partita immediatamente dopo il via ufficiale di Aramendia (Caja Rural), spessissimo all’attacco anche nelle frazioni precedenti, e Palomares (Andalucia) che al contrario, pur essendo a sua volta un habituè di questo tipo di azioni, non si era ancora visto avendo tentato di rimanere nelle zone medio-alte della classifica generale: sui battistrada hanno tentato di riportarsi dapprima Sijmens (Cofidis) e in seguito Keizer (Vacansoleil) e il campione olandese Terpstra (Omega-QuickStep) ma il gruppo ha in breve tempo chiuso sui contrattaccanti mentre ha lasciato fare ai due spagnoli che hanno potuto guadagnare oltre 6′ prima della reazione del plotone guidato dall’Argos-Shimano di Degenkolb, a segno tre volte su tre negli arrivi in volata disputati fin qui, e dall’Orica-GreenEdge di Davis, che ha portato all’inevitabile ricongiungimento a 33 km dall’arrivo.
Alla luce di un leggero vento laterale presente sul percorso il Team Sky, di gran lunga la squadra più attrezzata per questo tipo di azioni, si è portato al comando con il duplice intento di tenere davanti Froome e di tentare di fare selezione e una cinquantina di atleti hanno perso contatto ma tra questi non vi erano nè velocisti nè uomini di classifica ad eccezione di Cobo (Movistar), già distanziato comunque di oltre 7′ dalla maglia rossa Rodriguez (Katusha) e controfigura del corridore in grado di salire sul gradino più alto del podio di Madrid nella passata stagione, e di Henao (Sky), che era 14° a 3′54” dal leader ma in questa Vuelta svolge esclusivamente un ruolo di gregario. Negli ultimi 3 km sono entrate in azione l’Argos-Shimano e la RadioShack di Bennati, che però si è trovato allo scoperto troppo presto e ha atteso che fosse Degenkolb il primo a lanciarsi; il tedesco è partito a sua volta piuttosto lungo con alla ruota il campione francese Bouhanni (Fdj) e l’aretino e, malgrado la strada tirasse leggermente fino al traguardo, le posizioni sono rimaste tali fino alla linea bianca con lo sprinter dell’Argos-Shimano che ha colto il suo quarto successo dimostrando una superiorità ancora più netta che nelle volate precedenti, mentre a Bennati resta la magra consolazione di aver raccolto il quarto piazzamento nella top five in sei giorni. Ai piedi del podio hanno chiuso Meersman (Lotto-Belisol), Cardoso (Caja Rural) e Mondory (Ag2r) con Viganò (Lampre) 8° e Viviani (Liquigas), che ancora una volta ha pagato la mancanza di un treno in grado di portarlo nelle primissime posizioni nel finale, a chiudere la top ten.
La classifica generale alla vigilia della crono di 39,4 km da Cambados a Pontevedra vede sempre Rodriguez al comando con 53” su Froome, 1′00” su Contador (Saxo Bank-Tinkoff) e 1′07” su Valverde (Movistar), unici papabili al successo finale dal momento che gli altri da Gesink (Rabobank) 5° a 2′01” in giù non sembrano in grado di inserirsi; malgrado il percorso non lo penalizzerà più di tanto con il gpm di 3a categoria di Alto Monte Castrove è prevedibile che Purito perda la maglia rossa a discapito di uno tra Froome e Contador, che dovrebbero giocarsi anche il successo parziale con specialisti come il campione del mondo di specialità Tony Martin (Omega-QuickStep) e il giovane statunitense Talansky (Garmin).
Marco Salonna