VALVERDE, ALTRA VITTORIA ALL’ULTIMO RESPIRO
Dopo aver attaccato per primo, a 3 km dal traguardo, il murciano della Movistar conquista il secondo successo di tappa in questa Vuelta, compiendo insieme a Joaquim Rodriguez una clamorosa rimonta ai danni di Alberto Contador negli ultimi 300 metri. Purito rafforza la leadership, rifilando 15’’ più l’abbuono per il 2° posto ad un Chris Froome molto attivo, ma in netta difficoltà nell’ultimo chilometro.
Foto copertina: Valverde alza le braccia dopo la vittoriosa rimonta (foto AFP)
La Vuelta più bella della storia recente non si smentisce neppure nel quarto arrivo in salita nei primi otto giorni, in vetta alla breve ma ostica Collada de la Gallina. Per la terza volta, il finale si è risolto in un testa a testa fra i quattro pretendenti alla maglia rossa finale, sufficientemente forti e vicini da far dimenticare il non esaltante livello del contorno. A sorridere, come ad Eibar, sono stati soprattutto Alejandro Valverde, vittorioso come in terra basca, e Joaquim Rodriguez, secondo, stavolta senza rimpianti, al termine di una tappa che gli consente finalmente di prendere un minimo di margine sul più diretto inseguitore. Delusi, invece, Chris Froome e Alberto Contador, con quest’ultimo a trarre comunque le indicazioni più confortanti dopo l’allarmante controprestazione di Jaca, dove l’inglese aveva al contrario fornito prova di una brillantezza oggi venuta meno.
Come già nelle due occasioni cui si è accennato, i fantastici quattro si sono contesi, oltre a secondi chiave in ottica maglia rossa, anche il successo parziale, andando a raggiungere negli ultimi e più selettivi duemila metri di scalata Cameron Meyer, ultimo superstite di una fuga della prima ora che comprendeva anche Ramirez, Moinard, Buffaz, Aramendia e Keizer.
Malgrado il dispiegamento di forze del Team Sky, principale quando non unico promotore dell’inseguimento già ben prima dell’imbocco della salita finale, approcciata con il coltello fra i denti dai soliti Uran e Henao, è stato Valverde ad accendere la battaglia, sotto lo striscione dei tre chilometri al traguardo. Il cambio di ritmo è stato abbastanza violento da dissuadere tutti da una replica immediata, ma sono bastate poche centinaia di metri a Froome per riportare sotto Rodriguez, Contador e Moreno, malgrado il murciano della Movistar avesse trovato per qualche istante un gregario improvvisato nell’ex battistrada Ramirez.
Proprio il britannico, dopo qualche istante di studio, ha allungato in prima persona ad un paio di chilometri dal termine, trovando una resistenza convincente da parte del solo Contador. Il madrileno, però, ha rifiutato qualsiasi richiesta di collaborazione, malgrado sia Valverde sia il capoclassifica apparissero decisamente in affanno, costretti a mettersi al traino di Moreno per provare a rifarsi sotto. Vanificato così il vantaggio acquisito, gli stessi Froome e Contador sono stati costretti a replicare ad un affondo di Purito, prima che il leader Sky provasse una seconda volta poco dopo il triangolo rosso, stavolta con esito ben più modesto.
Forse proprio la minor incisività dell’accelerazione del nativo di Nairobi ha indotto Alberto – sino a quel momento insolitamente passivo – a provarci in prima persona, a 700 metri dalla linea bianca. Rodriguez e Valverde hanno ancora una volta delegato la risposta ad un Froome però chiaramente in riserva; soltanto a 300 metri dal traguardo i due spagnoli hanno realizzato che stavolta avrebbero dovuto far tutto da soli, quando il pur secco cambio di passo di JRo pareva ormai fuori tempo massimo. Sul più bello, tuttavia, per il battistrada si è improvvisamente spenta la luce, proprio mentre Valverde rilanciava ulteriormente l’andatura, scavalcava Rodriguez e andava in caccia del leader. Contador era ancora al comando all’ultimo tornante, ad una cinquantina di metri scarsi dallo striscione; nulla, in condizioni normali, ma la rampa di garage in cima alla quale era piazzato l’arrivo li ha resi sufficienti per consentire il sorpasso ai suoi danni tanto dell’Embatido quanto di Purito.
Costretto ad accontentarsi del terzo gradino del podio e a rinviare il ritorno alla vittoria dopo lo stop, l’uomo Saxo Bank potrà consolarsi con la riconquista dell’ideale scettro di favorito della corsa, per qualche giorno passato (non a detta tutti, per la verità ) nelle mani di Froome: l’inglese ha infatti accusato qualcosa come 15’’ negli ultimi 300 metri, scivolando a 33’’ da Rodriguez in classifica generale, e conservandone appena sette e diciassette, rispettivamente, su Contador e Valverde, i più in difficoltà a Jaca.
Se i primi quattro restano comunque raccolti in meno di un minuto, e i rapporti di forza continuano a mutare da un giorno all’altro, non accenna invece a diminuire il gap fra questi e il resto del gruppo, anche oggi ben più evidente di quanto non dicano i 23’’ accusati da un comunque ottimo Moreno e i sei corridori giunti fra i 33 e i 44 secondi di distacco. Gesink continua ad occupare la piazza alle spalle dei papabili vincitori in classifica generale, attardato di 1’51’’, ma la sensazione è che l’olandese, mai in crisi ma sempre lontano dal dare l’idea di potersela giocare con i primi, sia destinato ad un piazzamento in top 10 – forse in top 5 – all’insegna dell’anonimato. Meglio allora i più altalenanti Moreno e Roche, 6° e 7°, non abbastanza continui ma capaci saltuariamente di dire la loro.
Si avvicinano intanto alla soglia ideale della 10a posizione Eros Capecchi, che già vi sarebbe ampiamente dentro senza la caduta di martedì, e un sorprendente Rinaldo Nocentini, oggi migliore degli italiani con un 13° posto a 1’02’’, 4’’ meglio dell’umbro della Liquigas. Molto allarmante, invece, l’ennesima prestazione incolore (aggettivo oggi eufemistico) di Damiano Cunego, 141° ad oltre 16’, a meno di un mese dal Mondiale di Valkenburg.
Matteo Novarini