SELLA VECCHIO STILE: SUA LA AGOSTONI
Il 31enne vicentino si regala il primo successo stagionale, battendo in uno sprint a due Fortunato Baliani al termine di una lunghissima fuga nata sulle rampe del Ghisallo. Danilo Di Luca completa il podio, staccato di 2’50’’, anticipando Mucelli e Chiarini. Buona prova anche di Domenico Pozzovivo, particolarmente brillante sulla salita di Giovenzana, ma costretto a rialzarsi dai molti chilometri pianeggianti per giungere a Lissone.
Foto copertina: Emanuele Sella alza le braccia sul traguardo di Lissone (foto Bettini)
Una prima ora a 45 km/h di media, condita e in parte causata da scatti e contro-scatti infruttuosi per azzeccare la fuga: a posteriori, si può dire che sono state queste le basi sulle quali Emanuele Sella ha costruito il proprio successo nella 66a Coppa Agostoni, al termine di una splendida azione in coppia in compagnia di Fortunato Baliani. I due hanno salutato tutti sulle rampe del Ghisallo, quando a Lissone mancavano ancora oltre 100 km. Probabilmente troppi, in condizioni normali, per soli due corridori; ma proprio quell’andatura forsennata mantenuta sin dalle battute iniziali, associata al caldo che ha martoriato l’intera gara, ha fatto sì che le condizioni fosse tutt’altro che normali, aprendo ad un copione diverso da quello pronosticato.
La prima salita di giornata ha infatti falcidiato le squadre all’inseguimento, preparando la strada alla definitiva esplosione del gruppo sulle rampe del Colle Brianza, dove non più di una dozzina di uomini sono rimasti alle spalle dei battistrada. Sulla salita della Giovenzana, comprendente passaggi al 19%, è stato Domenico Pozzovivo a provare a lanciarsi all’inseguimento, ma la prospettiva di oltre 40 km in solitaria, la maggior parte dei quali in pianura, hanno dissuaso il ragazzo di Policoro, lasciatosi riassorbire sullo strappo di Sirtori, ultima asperità di giornata. Un ragionamento probabilmente analogo a quello di Sella, che, dopo aver lasciato indietro Baliani nel tratto più impegnativo, ha rinunciato in breve tempo al tentativo di assolo.
Dietro i due al comando si è così formato un drappello di otto uomini, composto, oltre che da lucano, da Carlos Ochoa e José Serpa (Androni), Fabio Taborre e Danilo Di Luca (Acqua & Sapone), Mattia Cattaneo (Lampre, già protagonista alla seconda gara da pro), Davide Mucelli (Utensilnord), Francesco Failli (Farnese) e Luca Dodi (Team Idea). Un gruppetto apparentemente ben assortito, con a disposizione quasi 40 km sostanzialmente privi di difficoltà per colmare un gap di poco superiore ai 2’. Un po’ per la fatica, un po’ per il sorprendente smalto che ancora manteneva la testa della corsa, un po’ perché non tutti hanno voluto o potuto spremersi nell’inseguimento (i due Androni in particolare, ovviamente, benché l’ammiraglia sia parsa a lungo indecisa sul da farsi), il margine non ha però mai preso a calare, lievitando anzi a tratti anche oltre i 3’.
Neppure il rientro sui nove di Pagani, Chiarini, Visconti e Bosisio – sintomo peraltro della non esagerata andatura del drappello Di Luca – ha mutato significativamente i rapporti di forza in strada, lasciando intendere già ad una ventina di chilometri dall’arrivo che la vittoria sarebbe stata una questione a due. Questione per la verità mai realmente aperta, giacché Baliani – già sprinter non eccelso – ha dovuto fare i conti nel finale con dolori alla coscia sinistra che hanno facilitato oltremodo il compito di Sella. A secco di vittorie dalla Coppi e Bartali dell’anno passato, quando conquistò la tappa di Gaggio Montano e la classifica finale, il vicentino non ha così avuto difficoltà nel prevalere allo sprint, regalandosi il successo più prestigioso dopo il rientro dalla squalifica del 2008-2009.
Molto più indietro, Di Luca, Mucelli e Chiarini riuscivano intanto ad anticipare di una manciata di secondi i compagni di viaggio, con l’abruzzese della Acqua & Sapone che andava a conquistare in scioltezza il gradino più basso del podio, staccato di 2’50’’. Una prestazione che, combinata con la vittoria sul prestigioso traguardo di Kitzbuheler Horn al Giro d’Austria e con quella al GP Nobili Rubinetterie, andrebbe a costituire un filotto di risultati tali da porre una seria candidatura per una maglia azzurra al Mondiale di Valkenburg, non fosse per le demenziali politiche federali riguardanti i corridori con squalifiche per doping alle spalle.
Chi invece ha ottime probabilità di essere al via in Olanda è Giovanni Visconti, anche oggi protagonista, benché in difficoltà nei tratti più impegnativi; ma con la rassegna iridata distante ancora un mese e mezzo, non è necessariamente un male la condizione non impeccabile. Maggiori indicazioni dovrebbe ad ogni modo fornirle la Tre Valli Varesine di domani, dove sono attesi ai nastri di partenza anche atleti che hanno disertato i primi due appuntamenti del Trittico Lombardo (benché alcuni, fra cui il campione d’Italia Franco Pellizotti, non schierabili ai Campionati del Mondo per le stesse ragioni di Di Luca). Se l’atteggiamento dei protagonisti sarà anche solo paragonabile a quello tenuto oggi alla Agostoni, che solo dodici mesi fa aveva sorriso ad uno sprinter – pur resistente alle salite – quale Sacha Modolo, è lecito attendersi un’altra gara ad eliminazione.
Matteo Novarini