VUELTA A BURGOS, MORENO GUASTA LA FESTA COLOMBIANA
Un’azione congiunta di Sergio Henao e Johan Chaves nella frazione conclusiva, sull’ascesa di Lagunas de Neila, ha rischiato di regalare alla Colombia una clamorosa doppietta alla Vuelta a Burgos. A rovinare i piani dei sudamericani è stato però Daniel Moreno, vincitore delle prime due tappe, capace di recuperare secondi decisivi nell’ultimo tratto di scalata. Quarto posto finale per Franco Pellizotti.
Foto copertina: Moreno, Henao e Chaves sul podio finale della Vuelta a Burgos (foto vueltaburgos.com)
La Vuelta a Burgos resta in casa Katusha, pur cambiando padrone. Se dodici mesi fa era toccato a Joaquim Rodriguez, questa volta è stato Daniel Moreno, lo scorso anno relegato al ruolo di scudiero di Purito e secondo alla fine, a mettere in fila la concorrenza rappresentata soprattutto da due rampanti colombiani. Decisive, ai fini del successo dello spagnolo, le prime due frazioni, entrambe con arrivo in cima a brevi ma aspri strappi: a Ojo Guarena, Moreno ha conquistato la prima leadership mettendo in fila Sergio Henao e Matti Breschel, ripetendosi l’indomani a Burgos, staccando negli ultimi 300 metri Henao (+2’’) e Simon Clarke (+7’’).
Lo snodo chiave della cinque giorni iberica è però arrivato nella quarta tappa, dopo che Breschel, a Lerma, era tornato a vincere dopo due anni circa, regolando nella terza frazione Nacer Bouhanni e Ben Swift. Ad una trentina di chilometri dal traguardo di Ciudad Romana de Clunia, infatti, il vento trasversale ha scompigliato una corsa avviata verso l’ennesima volata in salita, spezzando il gruppo in tre tronconi. Nel primo, composto da una ventina di uomini, erano presenti il capoclassifica e Breschel, terzo in generale ma inevitabilmente destinato a crollare sulla salita di Lagunas de Neila, piatto forte della giornata conclusiva; mancava invece Henao, che vanamente i compagni del Team Sky hanno provato a riportare sotto nelle battute finali. Pur venendo nettamente battuto da Paul Martens allo sprint, Moreno si è così ritrovato con un gruzzolo di 32’’ sul rivale più in palla alla vigilia della tappa regina, nonché con il più diretto inseguitore destinato certamente ad uscire di classifica.
I fatti della penultima giornata hanno fatto il gioco – oltre che della Katusha – anche del pubblico, costringendo la Sky ad una condotta arrembante sull’ascesa più dura della corsa. Uran ha falcidiato il gruppo nella prima parte della scalata, esaurendo il suo lavoro quando nella sua scia restavano soltanto Henao, Daniel Moreno, un Purito Rodriguez nell’insolita veste di gregario di lusso, Arroyo, Javier Moreno, Igor Anton e Johan Chaves. A 5 km dal traguardo, è stato quindi Henao ad entrare in azione, levandosi subito di ruota tutti meno il connazionale Chaves, ventidue anni, trentotto secondi da recupera in classifica e zero vittorie da professionista.
I due sudamericani hanni rapidamente incrementato il vantaggio nei confronti di Moreno, che a 2 km dalla conclusione poteva difendere ormai solo due secondi sul diretto avversario. Rimasto in compagnia dell’omonimo Javier e di un ottimo Franco Pellizotti, staccatosi presto sotto i colpi di Uran ma solo in virtù di una gestione più oculata rispetto ad altri, il leader è riuscito ad arrestare appena in tempo l’emorragia, mantenendo intatto il passivo fino alla flame rouge. Con la tavola apparecchiata per un finale thrilling, Moreno ha tirato fuori energie insospettate nell’ultimo e più facile chilometro di ascesa, distanziando i compagni di viaggio e recuperando 8’’ sulla testa, dove Henao lasciava intanto a Chaves la soddisfazione del successo di tappa.
Salvato a fatica il primato, Moreno ha subito chiarito di essere a completa disposizione di Rodriguez in vista della prossima Vuelta, ricambiando l’eccellente lavoro di gregariato svolto dal secondo dell’ultimo Giro. Per l’Italia, le notizie positive arrivano soprattutto dal già menzionato Pellizotti, 5° nell’ultima frazione (preceduto anche da Igor Anton, giunto a metà strada fra la testa e il capoclassifica) e 4° in graduatoria, staccato di 50’’. Discrete anche le prove di Visconti e Capecchi, settimo e ottavo alla fine, benché senza acuti degni di nota, e di Stefano Garzelli, che ha però perso più del previsto nell’ultima giornata, quando partiva da un terzo posto provvisorio in classifica (11° invece al termine). Modesta la prova di Danilo Di Luca, ripresosi solo parzialmente a Lagunas de Neila.
Matteo Novarini