EPIC WIN-GINS

agosto 1, 2012
Categoria: News

Con il fardello delle attese di un intero paese sulle spalle, il vincitore dell’ultimo Tour de France non delude e conquista l’oro nella cronometro maschile, battendo di 42’’ Tony Martin e di 1’08’’ Chris Froome. Grande delusione per Fabian Cancellara, soltanto settimo, battuto anche da un eccellente Marco Pinotti (quinto alla fine). Wiggins diventa lo sportivo più decorato ai Giochi Olimpici nella storia della Gran Bretagna.

Foto copertina: Bradley Wiggins bacia la medaglia d’oro appena conquistata (foto standard.co.uk)

Come l’Italia sta apprendendo a sue spese in altre discipline, e come la stessa Gran Bretagna aveva potuto sperimentare sabato scorso, nel giorno dello scontato oro di Cavendish tramutatosi in un misero 29° posto, non è sempre facile gareggiare con il peso dei favori del pronostico; meno che mai lo è se a questo si aggiunge il fardello delle aspettative di un paese ospitante che ha dovuto pazientare fino ad oggi – quinto giorno di gare – per cancellare lo zero dalla casella delle medaglie d’oro (grazie a Helen Glover e Heather Stanning, canottaggio). Bradley Wiggins, già forte di tre ori e sei medaglie conquistate tra Atene e Pechino, non è però tipo da crollare sotto pressioni del genere, come già attestava il Tour de France vinto da favorito, sobbarcandosi per due settimane l’onere di gestire la corsa in mezzo ad insinuazioni e sospetti.
A Wiggo è bastato il primo giro, concluso con 5’’ di ritardo da Tony Martin, per carburare, prendendo saldamente la testa della graduatoria già al secondo passaggio (11’’ di margine sul tedesco, 16’’ guadagnati in 11 km). Quello che poteva diventare un duello si è ben presto trasformato in un monologo del padrone di casa, che già al terzo rilevamento (km 29), metteva fra sé e l’avversario altri 11’’. Lontanissimi tutti gli altri, con Froome ad una quarantina di secondi che prometteva rimpinguare il bottino britannico, e Cancellara che, dopo un avvio promettente, scivolava già oltre il minuto di passivo.
Confortati dagli aggiornamenti, altri londinesi si sono riversati in strada nel corso tratto conclusivo di gara, trasformando le ultime pedalate del basettone nativo di Gand ma adottivo della capitale in una passerella trionfale. Wiggins ha saputo esaltarsi sulla spinta del pubblico, arrivando addirittura a raddoppiare il già rassicurante margine nei confronti di Martin nei 15 km finali, scrivendo così l’ennesimo splendido capitolo di una stagione che ora è a tutti gli effetti lecito definire d’oro. Non solo, ma l’oro odierno ha permesso al trionfatore dell’ultima Grande Boucle di scavalcare una leggenda come Sir Steve Redgrave quale sportivo britannico più titolato nella storia dei Giochi.
A completare il trionfo britannico, oggi come una settimana e mezzo fa, ha provveduto Froome, relegato anche qui al ruolo di scudiero di Wiggo, ma senz’altro soddisfatto di un bronzo che va forse oltre le attese. Determinante, in questo senso, la débacle di un commovente Fabian Cancellara, la cui prestazione più che sottotono in rapporto agli standard acquista tutt’altro valore alla luce delle condizioni proibitive nelle quali il fuoriclasse elvetico ha gareggiato, tormentato dai postumi della caduta che già lo aveva estromesso dalla lotta per le medaglie nella prova in linea. Troppo orgoglioso per rinunciare a difendere l’oro di quattro anni fa, lo svizzero non è potuto andare oltre un modesto settimo posto, battuto, oltre che dai due beniamini di casa e da Martin, stretto nel sandwich degli uomini Sky, anche da Phinney, quarto, Rogers, sesto, e da un grandissimo Marco Pinotti, quinto alla fine.
La prestazione dell’ingegnere gestionale di Osio Sotto rappresenta quanto di meglio abbia offerto il ciclismo italiano in quel di Londra, sperando che Elia Viviani possa – su pista – costringerci a rivedere questa affermazione: eguagliato il 5° posto di Giorgia Bronzini, accolto però come una delusione in virtù dei propositi di medaglia. Il bergamasco si è reso autore di una prova regolare, sempre spalla a spalla con Phinney (finito davanti) e Rogers (dietro), con il bonus finale dell’insperato sorpasso a Cancellara.
Va così in archivio l’Olimpiade 2012 per quanto riguarda il ciclismo su strada: da domani, spazio alla pista. Senz’altro negativo sin qui il bilancio italiano, benché fosse abbastanza pronosticabile un passo indietro rispetto a Pechino (argento di Rebellin, cui si aggiunse il bronzo al femminile di Tatiana Guderzo). L’auspicio è che la controtendenza si confermi anche nel velodromo olimpico, in cui chiudemmo a mani vuote in terra cinese. Per far almeno meglio dei colleghi della strada, invece, basterà sfortunatamente poco.

Matteo Novarini

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