ACQUA FRESCA & NOVAZZANO, L’ACCOPPIATA VINCENTE DEL MONDIALE
settembre 22, 2009
Categoria: Approfondimenti
Ancor prima della partenza dei mondiali c’è già un vincitore. È il percorso stesso della competizione iridata ad avere catalizzato gli applausi di tutti, tifosi e addetti ai lavori; erano da tredici anni che non si vedeva un terreno di gara così accidentato, ostico non solo per la presenza di due ascese molto difficili. Ci sarà, infatti, anche una discesa da brividi, l’unico tratto del circuito che ha suscitato qualche malumore tra i diretti interessati alle sfide iridate. Il tratto chiave del circuito sarà la salita di Novazzano, già palcoscenico mondiale nel 1971.
13,8 Km a tornata, 19 giri, 262,2 Km complessivi e un totale di 4655 metri di dislivello.
Sono scarni questi numeri ma rendono benissimo l’idea: il tracciato dell’edizione 2009 dei campionati del mondo di ciclismo sarà durissimo, un percorso tosto come non si vedeva da anni. L’ultimo anello davvero impegnativo era stato quello proposto nel 1996, pure quello disegnato sulle strade del Canton Ticino: 13 anni fa si gareggiò a Lugano, stavolta la maglia iridata sarà assegnata in quel di Mendrisio, a una ventina di chilometri da Varese, dove dodici mesi fa Alessandro Ballan si è laureato campione del mondo.
Passiamo ora ad esaminare in dettaglio il circuito, sul quale si comincerà a girare sabato 26 settembre, giorno nel quale si effettueranno le prove riservate alle donne (9 giri, 124,2 Km) e agli under 23 (13 giri, 179,4 Km).
Lo striscione d’arrivo sarà steso in Via Campagna Adorna, accanto all’omonimo centro sportivo inaugurato nel 2003. Siamo alla periferia sudoccidentale di Mendrisio, alle porte dell’abitato di Genestrerio, lungo la direttrice che conduce ai valichi doganali di Gaggiolo e Bizzarone (quest’ultimo è il più vicino, distante quasi due chilometri e mezzo dalla zona del traguardo, ma nei due giorni più attesi sarà chiuso al transito). I primi due chilometri non presentano difficoltà altimetriche, pur nascondendo una piccola insidia. Il tracciato iridato debutta in discesa per andare a sottopassare l’autostrada, poi si entra nell’abitato di Mendrisio costeggiando prima il Parco di Casvegno (ospiterà il quartier generale dei mondiali, con la sala stampa) e poi lo stadio comunale, affrontando una rotatoria, una curva a 90 gradi e un’altra che introdurrà in Via Franscini; è il tratto urbano della strada cantonale per Lugano e Bellinzona, che scorre rettilinea per 600 metri tra il centro di Mendrisio a destra e la stazione ferroviaria a sinistra. Sta qui la prima insidia: la strada inganna perché, essendo larga, tende a celare la presenza di una lievissima pendenza, che non va oltre l’1% ma che si farà sentire se questo tratto sarà preso a tutta. Al termine del rettilineo c’è una rotatoria dove la cantonale piega a sinistra, scendendo dolcemente verso le rive del lago di Lugano e transitando per Via Vignalunga, dove si conclusero i mondiali del 1971. Non si passerà per il luogo dove Eddy Merckx sfrecciò davanti a Gimondi: 50 metri prima della rotonda i partecipanti al mondiale 2009 svolteranno a destra, addentrandosi nel centro di Mendrisio e iniziando proprio in questo punto la prima delle due ascese previste dal circuito iridato, l’Acqua Fresca. La salita misura 1,6 Km, nel corso dei quali dovranno essere superati 119 metri di dislivello ed una pendenza media del 7,4%. L’approccio è già impegnativo ma, passati i primi 100 metri d’ascesa al 8% medio, si svolta in Via Vela e la strada spiana sensibilmente, perdendo anche qualche metro di quota portandosi nel centralissimo Piazzale alla Valle. Da questo slargo scattarono due tappe a cronometro del Giro d’Italia, quella storica di Lugano del 1998 e la cronoscalata che nel 1989 si svolse sulla salita del Monte Generoso, della quale l’Acqua Fresca rappresenta il tratto iniziale. Proprio da questo luogo riprendono le pendenze impegnative. Fiancheggiando un grosso centro commerciale, si affronta un rettilineo di 200 metri all’8% che termina proprio ai piedi del centro storico, dal quale incombe la mole dell’arcipretale dei SS. Cosma e Damiano. Ce se ne discosta subito, uscendo dall’abitato di Mendrisio dopo aver lasciato, sulla sinistra, l’imponente stabile dell’ex filanda Torriani-Bolzani, aperta nel 1873 e riconvertita per usi commerciali, amministrativi e residenziali negli anni ’80, costituendo un esempio raro, nel cantone, di riqualificazione di un edificio concepito per scopi industriali. Dopo un momentaneo addolcimento delle pendenze (200 metri al 6%), la strada torna a farsi ripida; è l’Acqua Fresca vera e propria, com’è stata soprannominata dai mendrisiotti Via Industria perché attraversa un’area ricca di sorgenti, come testimonia la presenza delle strutture dell’acquedotto cittadino, raggiunte le quali si sarà messo alle spalle il tratto più duro dell’ascesa, circa 400 metri caratterizzati da un picco del 12%. L’acquedotto è a 300 metri allo scollinamento, ma si può considerare conclusa l’ascesa a quel punto, essendo il tratto finale caratterizzato da una media del 4%. Si raggiunge il punto più elevato del circuito iridato (439 metri) in corrispondenza del bivio per Solarino ed il Monte Generoso, a 4,1 Km dalla partenza. Un tratto in quota di 600 metri introduce una delle più difficili discese della storia dei mondiali, a tratti pericolosa non tanto per le pendenze (sono 2 Km al 5,2%), quanto per la carreggiata stretta e per la presenza di tre delicatissime curve a 90 gradi. La prima viene affrontata dopo 800 metri, è un gomito stretto tra il cimitero di Castel San Pietro ed il bivio per la medesima località. Trecento metri più avanti una docile curvetta presenta, all’interno, una piccola cappellina mariana, quasi un invito a cercare una protezione dall’alto prima d’affrontare i tratti più insidiosi di questa picchiata, nel corso della quale si raggiungono inclinazioni del 9%. Nel caso ce se ne dimenticasse, immediatamente dopo rimanda all’Altissimo un albergo che si chiama Croce, posto all’ingresso dell’unico tornante del circuito.
La terza curva ad angolo retto lancia i pretendenti alla maglia iridata in uno dei tratti più filanti della discesa, un rettilineo fiancheggiato da vigneti che porta tra le case di Balerna e annuncia l’approssimarsi del punto più delicato dell’intero tracciato: uno strettissimo spigolo – criticato da diversi corridori – pone termine alla discesa, immettendo sulla larga strada cantonale che proviene da Mendrisio. In realtà si perdono ancora metri di quota sulla cantonale, mentre si transita nel centro di Balerna. Dopo il cimitero la carreggiata si amplia, prendendo l’aspetto di una superstrada a quattro corsie; i corridori procederanno sulle due di sinistra (contromano rispetto alla normale circolazione) ma abbandoneranno la cantonale poche centinaia di metri, mediante lo svincolo che scende nella zona industriale di Pobbia di Novazzano. Mancano poco più di 1500 metri all’attacco della seconda ascesa, pianeggianti ma leggermente meno filanti rispetto al tratto appena percorso, per la presenza di due curve (facili), una rotonda e due cavalcavia che spezzeranno la pianura.
La seconda asperità del circuito è la “Torraccia” (o “Turascia”, per chiamarla secondo la dizione locale) e conduce a Novazzano in 1900 metri. La pendenza media è del 6,5%, la massima è – come sull’Acqua Fresca – del 12%, pure qua raggiunta nel finale anche se è l’abbrivo il troncone più impegnativo ed insidioso. La strada è molto ampia e questo tende a ingannare l’occhio (ma non le gambe), che non avverte la pendenza media del 7,3% dei primi 1700 metri, che si dipanano allo scoperto. L’ombra compare solamente nei 300 metri dell’attraversamento di Novazzano, caratterizzati – mentre calano un pelo le pendenze (6%) – da un sensibile restringimento della carreggiata. Si ritorna alla luce del sole nei 400 metri che precedono il luogo dello scollinamento, posto a 376 metri di quota, facilmente riconoscibile per la presenza, sulla destra, della Casa Girotondo, caratteristico edificio tondeggiante in mattoni rossi realizzato da Mario Botta, uno dei più noti architetti contemporanei, nativo proprio di Mendrisio.
I corridori che hanno già testato il circuito hanno colto l’impressione che questa di Novazzano sarà l’ascesa decisiva, sia perché è più impegnativa dell’Acqua Fresca, sia perché sarà molto vicina al traguardo. L’anno scorso bisognava percorrere 3,5 Km per andare dalla cima dei Ronchi all’Ippodromo di Varese, stavolta ci saranno mille metri di strada in meno. Il finale si svolge in discesa nei primi 800 metri, che saranno percorsi a tutta senza troppi problemi, essendo questa planata più morbida e agevole rispetto a quella precedente: la strada è larga, la pendenza dolce, le curve quasi non si avvertono. Passata la frazione di Boscherina, si torna sul piano. Lasciata sulla sinistra la strada che proveniene dal valico di Bizzarone, si affronta un ampio e lunghissimo curvone, costeggiando la piccola zona industriale di Genestrerio. Poco più avanti una lieve flessione tra le campagne apre il rettilineo d’arrivo; a dire il vero non è perfettamente lineare, ma a 700 metri dalla meta già si riuscirà a intravvedere, laggiù, la linea di meta, stesa sotto quel cielo di Mendrisio – e ci ripetiamo per il terzo anno consecutivo – che immaginiamo invaso dalle affratellanti note dell’Inno di Mameli.
Mauro Facoltosi