CAV-LE-GAILLARD, TAPPA E… ARMSTRONG
Al termine di una frazione corsa a velocità folle per tutti i suoi 222,5 km il campione del mondo viene lanciato da Wiggins e a non più di 50 metri dal traguardo supera i fuggitivi Roche e Sanchez e trionfa davanti a Goss e Sagan, agganciando il campione texano a quota 22 successi al Tour de France. Grandi protagonisti di giornata anche Vinokourov e il nostro Paolini, tra gli ultimi ad arrendersi al ritorno del gruppo.
Foto copertina: l’urlo di Cavendish al traguardo di Brive-la-Gaillarde (foto AFP)
La diciottesima tappa del Tour de France, 222,5 km vallonati da Blagnac a Brive-la-Gaillarde, costituiva per molti corridori l’ultima occasione di centrare un successo parziale prima della crono di Chartres riservata agli specialisti e della conclusione a Parigi che salvo sorprese dovrebbe concludersi in uno sprint di gruppo, e questo ha prodotto uno spettacolo che quasi mai si era visto in questa Grande Boucle con una media finale che ha superato i 45 km/h malgrado l’elevato chilometraggio. Sono stati numerosissimi fin dalle prime battute i tentativi di andare in avanscoperta, il più significativo dei quali ad opera di Perez Moreno (Euskaltel), Simon (Saur-Sojasun), Cédric Pineau (Fdj), Morkov (Saxo Bank), Fofonov (Astana) e Sprick (Argos-Shimano), ma si è dovuto attendere il km 72 prima che partisse la fuga buona comprendente Popovych (RadioShack), Arashiro (Europcar), Fouchard (Cofidis), Boasson Hagen (Sky), Hansen e Vanendert (Lotto-Belisol), Boeckmans (Vacansoleil), Paolini (Katusha), Roy (Fdj), Kroon e Nuyens (Saxo Bank-Tinkoff), Vinokourov (Astana), Albasini (Orica-GreenEdge), Gretsch (Argos-Shimano), Millar (Garmin), l’unico tra i battistrada ad avere già alzato le braccia in questo Tour nella tappa di Annonay Davèzieux, e Rui Costa (Movistar), il meglio piazzato nella generale con un distacco di 29′43” dalla maglia gialla Wiggins (Sky): in altre occasioni una fuga del genere con 14 squadre rappresentate avrebbe accumulato minuti su minuti ma questa volta il gruppo dopo aver inizialmente concesso agli uomini di testa un vantaggio di 3′ non ha lasciato fare con quasi tutte le formazioni rimaste tagliate fuori, molte delle quali peraltro ancora a secco di successi parziali, che hanno iniziato a tirare a partire da Bmc, Saur-Sojasun e Omega-QuickStep alle quali si sono aggiunte successivamente Rabobank, Euskaltel e Liquigas; l’impresa di andare a riprendere un gruppo così nutrito era tutt’altro che semplice ma sia pure molto lentamente il distacco ha iniziato a ridursi.
A 40 km dall’arrivo sulla Côte de Souillac un’accelerazione di Millar seguito da Vinokourov ha fatto perdere contatto a Boeckmans e Fouchard, con la conseguenza di indurre anche la Cofidis a fare la sua parte in testa al plotone, e ha rotto l’accordo tra gli uomini di testa che hanno iniziato a scattarsi in faccia finchè davanti non sono rimasti Roy e Hansen inseguiti a breve distanza da Nuyens, un brillantissimo Paolini e uno scatenato Vinokourov che, malgrado le energie profuse nelle tappe pirenaiche in cui è sempre andato all’attacco, ha rilanciato più volte l’azione con solo l’azzurro e Hansen in grado di mantenerne la ruota mentre il gruppo si faceva sempre più minaccioso con in testa gli uomini del Team Sky, che hanno preso in mano la situazione una volta svanita per Boasson Hagen la possibilità di lottare per il successo. Sulla Côte de Lissac-sur-Couze, ultima ascesa di giornata con il gpm posto a 10 km dalla conclusione, il trio di testa è stato avvicinato e raggiunto poco dopo da Luis Leon Sanchez (Rabobank) e da Roche (Ag2r) e Kloeden (RadioShack), rispettivamente 11° e 12° in classifica generale, con il plotone ormai a una ventina di secondi. Con l’arrivo di forze fresche e l’asfalto bagnato che rendeva più complicata la rincorsa del gruppo sembrava che i 6 di testa ce l’avrebbero fatta malgrado il vantaggio minimo e il grande impegno degli inseguitori, tra i quali si è distinto un Oss (Liquigas) molto cresciuto nelle ultime giornate dopo la caduta che ne aveva condizionato l’avvio di Tour, ma negli ultimi 2 km si è messo a tirare in prima persona Wiggins seguito da che ha impresso un cambio di marcia che ha consentito al gruppo di riportarsi in scia a Roche e Sanchez che avevano allungato leggermente sui compagni di fuga: un Boasson Hagen a sua volta inesauribile malgrado tutti i km in avanscoperta ha lanciato Cavendish che ai 300 metri è partito con una fucilata impressionante cui nessuno è stato in grado di replicare e a meno di 50 ha saltato a doppia velocità Sanchez e Roche andando a vincere quasi per distacco davanti a Goss (Orica-GreenEdge) e Sagan (Liquigas) con lo spagnolo 4°, e presumibilmente arrabbiatissimo dopo che già a Cap d’Agde era stato il Team Sky a riprenderlo nel finale, e l’irlandese 5° seguiti da Farrar (Garmin), Bozic (Astana) e Hinault (Ag2r); pur in un Tour piuttosto avaro di traguardi per le ruote veloci e in cui di rado ha potuto contare sui compagni di squadra votati alla causa di Wiggins il campione del mondo ha conquistato il secondo successo parziale dopo quello di Tournai nonchè il 22° in carriera alla Grande Boucle eguagliando Lance Armstrong, e soprattutto ha dimostrato in vista delle Olimpiadi di possedere una condizione straripante che non aveva dimostrato nelle tappe precedenti.
Nonostante qualche piccolo buco creatosi negli ultimi km la classifica generale rimane sostanzialmente immutata con Wiggins che mantiene 2′05” su Froome, 2′41” su Nibali, 5′53” su Van den Broeck, 8′30” su Van Garderen, 9′57” su Evans e 10′11” su Zubeldia prima dell’ultimo momento della verità , la piattissima crono di 53,5 km da Bonneval a Chartres: sulla carta le prime tre posizioni sono comunque in ghiaccio e i due atleti del Team Sky dovrebbero giocarsi la tappa, con Nibali saldamente sul podio e Van Garderen che tenterà di fare da terzo incomodo per quanto riguarda il successo parziale e di balzare al quarto posto nella generale.
Marco Salonna