VOECKLER SPIANA I PIRENEI, AFFONDA EVANS

luglio 18, 2012
Categoria: News

A due anni di distanza l’alsaziano della Europcar si impone nuovamente per distacco a Bagnères de Luchon davanti a Chris Soerensen e Izagirre dopo essere transitato per primo in vetta su tutti e quattro i colli di giornata. L’australiano campione uscente perde quasi 5′ da Wiggins, Froome e un grande Nibali che sul Peyresourde tenta senza successo di staccare i due britannici ma prenota un posto sul podio di Parigi.

Foto copertina: il bis di Voeckler sulle strade del Tour (foto AFP)

Dopo il secondo giorno di riposo il Tour de France è ripartito con il più classico dei tapponi pirenaici, 197 km da Pau a Bagnères-de-Luchon con le scalate dell’Aubisque, del Tourmalet, dell’Aspin e del Peyresourde, in assoluto i quattro colli più toccati nella storia della Grande Boucle anche se non venivano affrontati in quest’ordine dal 1998, quando Rodolfo Massi tagliò in solitaria il traguardo di Luchon al termine di una lunga fuga e Marco Pantani staccò nel finale del Peyresourde Jan Ullrich, iniziando la rimonta poi culminata nell’impresa di Les Deux Alpes e nella maglia gialla di Parigi: la vigilia è stata segnata dal caso doping di Frank Schleck (RadioShack), il secondo in questo Tour dopo quello di Di Gregorio (Cofidis), che è risultato positivo al diuretico.
Malgrado il grande caldo che ha fatto per la prima volta la sua comparsa sul percorso ancora una volta i corridori sono partiti a spron battuto e ben presto si è formato un gruppo di testa di ben 38 uomini, ovvero Martinez, Izagirre e Azanza (Euskaltel), Rui Costa, Karpets e Kiryienka (Movistar), Chris Soerensen e Paulinho (Saxo Bank), Vorganov, Giampaolo Caruso e Trofimov (Katusha), Casar, Fèdrigo e Ladagnous (Fdj), Voeckler e Arashiro (Europcar), Ten Dam e Kruijswijk (Rabobank), Vinokourov e la maglia a pois Kessiakoff (Astana), Taaramae e Dumoulin (Cofidis), Hincapie e Cummings (Bmc), Valls e Hoogerland (Vacansoleil), Bouet e Minard (Ag2r), Voigt e Popovych (RadioShack), Daniel Martin (Garmin), Marzano, Hondo e Stortoni (Lampre), Levarlet, Feillu e Marino (Saur-Sojasun) e Sprick (Argos-Shimano), con Martinez che era il meglio piazzato nella generale con un distacco di 18′04” dalla maglia gialla Wiggins: significativo che nel gruppo di testa non fossero presenti uomini della Liquigas di Nibali e della Lotto-Belisol di Van den Broeck che avrebbero potuto avere la funzione di testa di ponte per i rispettivi leader, così come non vi era nessun atleta del Team Sky che così come avvenuto nelle giornate precedenti si è mantenuto compatto attorno al capitano, controllando la situazione in testa al gruppo e dando via libera ai battistrada che ai piedi dell’Aubisque avevano raggiunto un vantaggio di 4′.
Il primo colle di giornata, molto lontano non solo dal traguardo ma anche dall’inizio del Tourmalet, è stato affrontato con ritmo blando sia dai fuggitivi che dal gruppo e l’unica emozione è stato lo sprint per il gpm che ha visto Voeckler prevalere su Kessiakoff; la bagarre tra gli uomini di testa si è invece accesa fin dalle prime rampe del Tourmalet, salita più dura di giornata con i suoi 19 km al 7,4%, lungo le quali Martin ha forzato l’andatura e gli hanno resistito i soli Feillu e Voeckler, che intorno a metà dell’ascesa ha rilanciato l’azione portando con sè il connazionale e staccando l’irlandese che in vetta è transitato con 1′ di ritardo seguito a breve distanza e raggiunto nella successiva discesa da un gruppetto comprendente Kessiakoff, Vinokourov, Voigt, Soerensen, Izagirre, Kiryienka, Ten Dam, Hincapie e i nostri Caruso e Stortoni: ci si attendeva battaglia anche tra i big ma se si eccettua Kern (Europcar), comunque lontanissimo nella generale, nessuno si è mosso dalla ruota degli uomini del Team Sky che hanno proseguito con un’andatura regolare che ha fatto male solo ai velocisti e ad atleti di valore ma già fuori classifica come Péraud (Ag2r) e Scarponi (Lampre), notoriamente non a suo agio con le alte temperature, e in vetta il distacco da Voeckler e Feillu ha superato i 10′, chiaro segnale che a giocarsi il successo di tappa sarebbero stati i fuggitivi.
La monotonia nel gruppo maglia gialla è stata finalmente rotta a metà del Col d’Aspin, quando la Liquigas con Nerz e soprattutto un Ivan Basso pimpante come mai in questo Tour hanno forzato il ritmo e a farne le spese sono stati tra gli altri il 14° della generale Coppel (Saur-Sojasun), l’11° Kloeden (RadioShack), e soprattutto il 4° Evans (Bmc), che dopo aver dato già diversi segnali di una condizione in netto calo nelle tappe precedenti ha perso contatto in compagnia tra gli altri dello stesso Kloeden e di Leipheimer (Omega-QuickStep) ed è stato atteso dal compagno Moinard e successivamente anche dall’ex fuggitivo Cummings e da Burghardt rinvenuto dalle retrovie mentre la maglia bianca Van Garderen ha avuto via libera; l’australiano è scollinato con 45” di ritardo da Wiggins e compagnia ma grazie al supporto dei gregari è tornato sotto in discesa, malgrado la Lotto-Belisol abbia collaborato con la Liquigas per tentare di impedirne il rientro: nel frattempo Voeckler e Feillu hanno proseguito nell’azione, con l’alsaziano che dava l’impressione di poter staccare il connazionale in qualsiasi momento, e alle loro spalle si sono avvicinati leggermente un attivissimo Soerensen, Vinokourov, Izagirre e Voigt che hanno distanziato i compagni di inseguimento, tra i quali un Hincapie sofferente per una brutta caduta nella discesa del Tourmalet.
Anche nella successiva discesa e nei primi km del Peyresourde il vantaggio di Voeckler e Feillu ha continuato lentamente a ridursi e Soerensen si è lanciato in solitudine alla caccia dei due finchè, avvertito dell’arrivo del danese, finalmente T-Blanc ha rotto gli indugi e si è involato verso l’arrivo andando a bissare il successo del 2010 quando sullo stesso traguardo di Bagnéres-de-Luchon aveva preceduto Perez Arrieta e Ballan, mentre Feillu è andato in crisi venendo superato da Soerensen e successivamente anche da Izagirre e Vinokourov; nel gruppo maglia gialla nuovamente Basso ha operato un forcing che ha immediatamente mandato al tappeto un Evans in crisi nera e altri corridori che si erano già staccati sull’Aspin e in seguito anche Menchov (Katusha), Pinot (Fdj), Rolland (Europcar) e Brajkovic (Astana), finchè nella scia del varesino sono rimasti i soli Wiggins, Froome e Porte (Sky), Roche (Ag2r), un ritrovato Valverde e Cobo (Movistar), Zubeldia e Horner (RadioShack), Van den Broeck e Nibali. Tutto era pronto per la stoccata del messinese che è arrivata puntuale a 4 km dalla vetta e i soli Froome e Wiggins, dopo aver inizialmente lasciato una cinquantina di metri allo Squalo dello Stretto, sono riusciti a replicare; il siciliano ha tentato di sfiancare i due britannici scandendo una forte andatura ed è nuovamente scattato in prossimità dello scollinamento senza però riuscire a togliere di ruota i rivali apparsi inattaccabili e la successiva discesa non era abbastanza tecnica per fare la differenza, ma nel frattempo ha guadagnato terreno sugli altri pretendenti al podio di Parigi, Van den Broeck in primis.
Al traguardo Voeckler ha coronato la sua impresa conquistando non solo il successo parziale, il secondo in questo Tour dopo quello di Bellegarde-sur-Valserine, ma anche il numero rosso della combattività e la maglia a pois, essendo transitato per primo in vetta su tutti e quattro i colli di giornata; a 1′40” dal francese ha chiuso Soerensen, a 3′22” Izagirre e un irriducibile Vinokourov che non è riuscito a disputare la volata con il basco per via di uno sganciamento del pedale negli ultimi metri, a 3′58” un distrutto Feillu, a 4′18” Voigt a 6′08” il gruppetto con Martin, i generosi Stortoni e Caruso e Ten Dam e a 7′09” Nibali, Wiggins e Froome, che a loro volta hanno inflitto 58” al gruppo di Zubeldia, Van Garderen e un Van den Broeck leggermente sotto tono, 1′39” a Brajkovic e Rolland e addirittura 4′47” Evans che vede svanire definitivamente le sue chances di podio finale: la nuova classifica generale vede condurre infatti Wiggins con 2′05” su Froome e 2′23” su Nibali e bisogna arrivare fino a 5′46” per trovare Van den Broeck, con il regolarista Zubeldia 5° a 7′13” ed Evans 7° a 8′06” scavalcato anche dal compagno Van Garderen 6° a 7′55”. La diciassettesima tappa, 143,5km da Bagnères-de-Luchon a Peyragudes, costituisce l’ultima occasione per tentare di strappare la leadership a Wiggins: è vero che il Col de Mentè, prima ascesa di giornata, è lontanissimo dal traguardo e che i successivi Col des Ares e Côte de Burs sono brevi e pedalabili ma gli ultimi 50 km sono terribili con il Port de Bales, 11 km al 7,7% molto impegnativi soprattutto nella parte finale, seguito da una discesa molto tecnica e dal Peyresourde affrontato dal versante opposto rispetto a quello odierno, prima di una brevissima picchiata e degli ultimi 3 km ancora in salita verso il traguardo.

Marco Salonna

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