DEGENKOLB BRINDA NEL GIORNO DI MORENO MOSER
Moreno Moser c’è la fatta e ha fatto il botto. Non è da tutti, alla prima stagione da professionista, imporsi in una corsa del calendario World Tour, nello specifico il Giro della Polonia. Oggi il brindisi a Cracovia, una festa condivisa con il tedesco Degenkolb, a segno nella tappa conclusiva.
Foto copertina: il meritato bacio delle miss per Moser sul palco premiazioni di Cracovia (foto PAP)
Per il quinto anno consecutivo il Giro di Polonia si è concluso a Cracovia con una frazione di 131,4 km disputata tutte lungo le strade della città di Papa Giovanni Paolo II e caratterizzata da un circuito finale pianeggiante di 12,4 km da ripetere per cinque volte. Alla vigilia la lotta per il successo finale era ancora aperta, con Moser (Liquigas) in testa con 5” su Kwiatkowski (Omega-QuickStep) che in linea teorica avrebbe potuto ancora ribaltare la situazione grazie agli abbuoni di 3, 2 e 1” assegnati nei due sprint intermedi e di 10, 6 e 4” al traguardo, ma lo sviluppo della corsa ha facilitato il compito del trentino, con 12 atleti che hanno preso il largo dopo appena 2 km di gara impedendo così a Kwiatkowski di prendere secondi di abbuono: i battistrada Stybar (Omega-QuickStep), Dmytro Krivtsov (Lampre), Porsev (Katusha), Marycz (Saxo Bank), Lindeman (Vacansoleil), Boom (Rabobank), Wagner (RadioShack), Flecha (Sky), Delage (Fdj), Samoilau (Movistar), Failli (Farnese) e Berdos (Utensilnord) hanno guadagnato fino a 2′40” ed è immediatamente apparso evidente che non sarebbe stato facile riprenderli, anche perchè la Liquigas, che inizialmente ha tirato per impedire che lo svantaggio raggiungesse proporzioni troppo elevate dal momento che Samoilau era distanziato nella generale di 4′20” da Moser, si è fatta da parte e a inseguire sono rimaste solo l’Argos-Shimano di Degenkolb, la Garmin di Haussler e la Vacansoleil di Ligthart.
Nonostante il grande impegno delle formazioni dei velocisti, che all’inizio dell’ultimo giro del circuito finale avevano ridotto il ritardo a 35”, i fuggitivi avrebbero certamente resistito al ritorno del gruppo se avessero proseguito di comune accordo ma in seguito a un attacco di Marycz a 7 km dal traguardo il plotoncino al comando si è dimezzato, con i soli Flecha, Stybar, Porsev, Delage e Boom in grado di riportarsi sul polacco, e questi uomini hanno iniziato a guardarsi agevolando il rientro degli inseguitori avvenuto quando mancavano 3 km: un improvviso acquazzone che si è abbattuto sulla corsa non ha condizionato lo sprint conclusivo che ha visto Degenkolb, autore fin qui di un Giro di Polonia in cui mai aveva lottato per il successo, iniziare il rettilineo finale al comando e resistere al ritorno dei due uomini del Team Sky Hayman e Swift, che a differenza dei giorni scorsi hanno sbagliato qualche cosa conducendo due volate separate in cui l’australiano ha saltato negli ultimi metri il britannico già vincitore di due tappe ma, sebbene fosse in rimonta, non è riuscito a fare la stessa cosa con Degenkolb, che ha portato a casa il sesto successo stagionale, e che forse avrebbe fatto comodo all’Argos-Shimano al Tour de France, alla luce dei problemi fisici che hanno costretto prima Kittel e poi Veelers ad abbandonare la Grande Boucle.
Ai piedi del podio si è piazzato Guarnieri (Astana) davanti a Van der Sande (Lotto-Belisol), Bos (Rabobank), Kruopis (Vacansoleil) e al 23enne padovano Fortin (Team Type 1), mentre Moser si è aggiudicato la classifica generale con 5” su Kwiatkowski, atleta molto completo che a sua volta è destinato a un grande futuro, 16” su Henao, che pur dimostrando di essere il più forte in salita è stato penalizzato da un percorso poco adatto alle sue caratteristiche ma potrà rifarsi nella prossima Vuelta sempre che venga convocato dal Team Sky, 25” su Kolobnev, 28” su Gerdemann e 29” su Nocentini: vale la pena di far notare a ulteriore dimostrazione dell’enorme talento di Moreno Moser come lo zio Francesco Moser, pur essendo stato a sua volta atleta molto precoce, alla stessa età di 21 anni e 6 mesi non era ancora passato professionista. Per quanto riguarda le altre classifiche Marczynski si è aggiudicato quella dei gran premi della montagna, Kurek quella degli sprint intermedi, Swift la graduatoria a punti e il Team Sky quella a squadre, mentre chi esce con le ossa rotte, e non solo in senso figurato, dal Giro di Polonia è Tom Boonen che nella caduta patita nella tappa di Katowice ha riportato la frattura di una costola e vede ora a forte rischio la partecipazione alle Olimpiadi.
Marco Salonna