LA ETAPA DEL DÍA: TOLEDO – TOLEDO (CRI)
La Vuelta è oramai decisa e questa frazione contro il tempo dovrebbe costituire una pura formalità per la maglia amarillo. Alejandro Valverde non dovrà, però, adagiarsi troppo sugli allori, poiché il distacco che lo separa dal secondo è moderatamente rassicurante: una giornata storta può capitare a tutti, in particolar modo verso la fine di una corsa che dura da tre settimane. Non ha alle spalle la solidità di distacchi con i quali, in passato, campioni del calibro di Rominger e Indurain si presentarono alla partenza delle crono finali della Vuelta del 1994 e del Giro del 1992 e una distrazione potrebbe tramutarsi in una delusione cocente. Ma, a meno di soprese, al 90% l’ultima maglia amarillo della storia sarà del corridore murciano.
Passerella anticipata per la maglia amarillo. Nessun dovrebbe impensierirlo nei quasi 30 Km del circuito di Toledo, anche se non potrà adagiarsi troppo comodamente tra quattro guanciali e cullarsi sugli allori. Per lui 1’22” sono un vantaggio più che rassicurante, al 90% la vittoria finale sarà sua, ma 82 secondi non sono comunque moltissimi e non dovrà concedersi troppe distrazioni. Sicuramente non rivedremo il “siparietto” ammirato alla Vuelta del 1994, l’ultima conquistata da un Tony Rominger in formato “tirannico”, che si presentò alla partenza della crono del penultimo giorno con 5’20” sul secondo e 7’13” sul terzo, vantaggi che gli permisero di affrontare quella prova in scioltezza. A un certo punto lo si vide rallentare, accostarsi all’ammiraglia, chiedere una borraccia, sorseggiarla con calma e poi riconsegnarla, trovando pure il tempo per una veloce sbruffata…. E, nonostante questo, fu il più veloce a percorrere i 53 Km del circuito di Segovia, sul quale girò a 46 di media, rinsaldando ancor più il suo trono. Esattamente l’opposto fece il grande Miguel Indurain al Giro d’Italia del 1992, che al via della conclusiva crono Vigevano – Milano staccava di 2’10” Chiappucci e di 3’19” Chioccioli, vantaggi acquisiti senza stancarsi più di tanto, favorito dalla lotta intestina tra gli italiani. Il navarro era un campione generoso con i propri colleghi, lasciando loro la vittoria quando non ne aveva bisogno; quel giorno decise di esserlo anche con i tifosi italiani e, nonostante i distacchi rassicuranti, interpretò quella tappa al massimo delle sue possibilità, facendo registrare la media più elevata della storia del Giro per quanto riguarda le crono lunghe oltre 60 Km (50,126 Km/h).
Ma Valverde non è né Rominger, né Indurain e, ribadiamo, dovrà comunque affrontare questa crono “cum grano salis”, controllandola senza cercare di strafare, per non incappare in una giornata storta, che può capitare a chiunque. Proprio Indurain ne sa qualcosa: quanto patì sulle strade di Follonica al Giro del 1994, sul medesimo tracciato che quasi 40 anni prima aveva visto capitolare anche l’immenso Coppi!
Se per il superattico della classifica non dovrebbero esserci problemi, potrebbero cambiare gli inquilini dei piani inferiori, distaccati di pochi secondi l’un l’altro. La sfida più interessante sarà quella che vedrà contrapposti Ivan Basso e l’australiano Cadel Evans, entrambi in gara col miraggio di poter salire, domani sera, sul podio del Paseo della Castellana. Comunque, conteranno molto le energie residue, dopo una corsa che dura da tre settimane e nel corso della quale si saranno finora percorsi 3156 Km.
Il terreno di gara di queste ultime tenzoni favorirà i passisti alla Cancellara, pur non essendo totalmente pianeggiante com’erano stati i tracciati delle due precedenti gare contro il tempo. Dopo un inizio tranquillo (caratterizzato anche da un veloce tratto di superstrada), verso metà tappa s’incontreranno dei lievi mangia e bevi, che poi lasceranno strada a un tratto più impegnativo degli altri, un’ascesa di 2,2 Km al 5% medio. Nuovamente filanti gli ultimi 8 Km, a parte una lieve pendenza nei mille metri che porteranno in Calle del Cardenal Tavera, sede del penultimo dei ventuno traguardi della Vuelta 2009.
LA TAPPA IN DIRETTA
Volete vivere “online” la tappa in corso? Collegatevi al sito http://atdhe.net/8300/watch-la-vuelta-a-espana-2009 che vi proporrà la trasmissione televisiva della frazione, in “diretta” sul vostro PC.
RECUERDOS DE LA VUELTA 1
Il nome di Toledo è comparso per la prima volta sulla planimetria della Vuelta nel 1958, quando l’organizzazione scelse questo centro quale meta dell’ottava tappa, vinta da colui che, otto giorni più tardi, coronerà la Vuelta con la conquista della maglia amarillo finale, vale a dire il francese Jean Stablinski. L’anno successivo toccherà al velocista belga Van Looy sfrecciare per primo sul traguardo di Toledo; un’esperienza ripetuta dallo spagnolo Perurena nel 1974, dal britannico Elliott nel 1988 e da due italiani, Massimo Ghirotto e Paollo Bettini, vincitori nel 1989 e nel 2008. Nel “palmares” di questo centro c’è anche un Gran Premio della Montagna: in occasione della tappa del 1988 prima di andare al traguardo si salì sull’Alto de Toledo, asperità classificata di 4a categoria e in cima alla quale transitò primo il vincitore di giornata, il già citato Elliott, che poi regolerà allo sprint l’irlandese Kelly e il belga Van Brabant.
RECUERDOS DE LA VUELTA 2
Capitale della Castilla-La Mancha, Toledo è una delle più spettacolari città d’arte della Spagna, con una miriade di monumenti incastonati come gemme nello sperone di roccia granitica, circondato per due terzi dalle acque del fiume Tago, sul quale si abbarbica il centro storico. Il punto più elevato della composizione è occupato dal primo edificio che l’occhio nota abbracciando il panorama di Toledo, l’Alcazar, massiccia fortezza innalzata nel periodo della “Reconquista”, essendo anche questo centro caduto in mano araba. In posizione più bassa emergono dal mare di tetti le strutture della principale perla cittadina, la cattedrale di Santa Maria, edificio considerato la “magnum opus” realizzata in stile gotico in Spagna. Completano questa “parure” artistica l’Ospedale de Santa Cruz (con l’omonimo museo, che espone 18 opere del toledano d’adozione El Greco), la chiesa di San Román (sconsacrata, è sede di un museo dedicato ai “Concili di Toledo” e all’arte visigota), la casa-museo di El Greco, la Puerta del Sol, l’Hospital de Tavera, la sinagoga del Transito e le chiese di Santo Tomè, di Santa Maria la Blanca e di San Juan de los Reyes. Un insieme unico al mondo che ha consentito l’iscrizione del centro storico nella lista dei patrimoni UNESCO e che è possibile ammirare in un sol colpo compiendo il panoramico giro turistico dei “Cigarrales”.
Oltre al “El Greco” (non solo di nome ma anche di fatto, essendo nativo dell’isola di Creta), toledani celebri sono – ve li proponiamo mischiati, a imitazione della chiostra di gioelli cittadini – il grande scalatore Alejandro Martín Bahamontes, il poeta Garcilaso de la Vega, Sant’Ildefonso di Toledo, il tennista Feliciano López Díaz-Guerra, il “conquistador” Pedro Pizarro (cugino del più celebre Francisco), l’orologiaio d’origini cremonesi Gianello Torriani, San Marcellino di Cartagine il pittore Luis de Escamilla, il re Alfonso X di Castiglia (“il Saggio”), San Giuliano di Toledo, il maratoneta Julio Rey, l’esploratore Lucas Vazquez de Ayllon e la regina Giovanna di Aragona e Castiglia, passata alla storia con l’epiteto di “Giovanna la Pazza”.
EL TIEMPO
Il sole tornerà a baciare la Vuelta nelle sue ultime giornate di gara, portando con sé temperature di stampo moderatamente estivo. Quando il primo corridore scenderà dalla rampa di lancio, verso le 14, grazie al sole che illuminerà Toledo sin dal mattino, la colonnina di mercurio segnerà 20°C, un dato destinato a innalzarsi fino a 23°C. Temperature calde ma gradevoli, rese sopportabili da medi livelli d’umidità e dalla ventilazione che, però, scemerà in intensità col trascorrere delle ore. Al massimo, potrebbe infastidire la marcia dei primi a prendere il via, tradizionalmente gli ultimi della classifica.
Mauro Facoltosi