TANTA ITALIA DAVANTI, MA A SFRECCIARE E’ STYBAR
Quattro azzurri nelle prime sei posizioni sul traguardo in leggera ascesa di Cieszyn con Gavazzi 2°, Modolo 3°, Moser che conserva la maglia gialla 5° e Nocentini 6° ma a imporsi è il ceco dell’Omega-QuickStep che sul tratto conclusivo in pavè fa valere le sue qualità di ciclocrossista conquistando il suo secondo successo stagionale su strada.
Foto copertina: Stybar vince la 2a tappa del Giro di Polonia (foto PAP)
La terza tappa del Giro di Polonia, 201,7 km da Kedzierzyn-Kozle a Cieszyn, si presentava come una delle più insidiose dell’intera settimana di gara per via della doppia scalata a 70 e 53 km dal traguardo di Kubalonka, ascesa non impossibile ma sufficiente per scremare il gruppo, e del circuito conclusivo di 6,3 km da ripetere per tre volte, caratterizzato da un ultimo km in salita con pendenze intorno al 5% e in pavè, simile allo strappo di Seraing nella tappa del Tour de France vinta da Sagan davanti a Cancellara. Dopo 14 km di gara si sono avvantaggiati Beppu (Orica-GreenEdge) e il milanese Bosisio (Utensilnord) all’inseguimento dei quali si è portato Taciak (Nazionale polacca) che è rimasto a lungo a bagnomaria accumulando un distacco di 3′30” ma nel momento in cui i due uomini di testa hanno leggermente rallentato per gestire le forze lungo tutto l’arco della giornata si è riportato sotto, mentre il plotone si è completamente disinteressato dei tre fuggitivi lasciando loro accumulare un vantaggio di oltre 17 minuti: tuttavia quando la Garmin del neo campione tedesco Wegmann ha preso il comando il ritardo del gruppo ha iniziato drasticamente a scendere e all’ingresso del circuito finale, dopo che lungo le due scalate di Kubalonka Taciak non ha retto il ritmo di Bosisio e Beppu e il plotone si è ridotto a un centinaio di unità con Boonen (Omega-QuickStep), Gasparotto (Astana), Bennati (RadioShack), Viviani (Liquigas) e Hushovd (Bmc) tra coloro che sono rimasti staccati, è avvenuto il ricongiungimento con gli uomini al comando. A 18 km dal traguardo ci ha provato Rutkiewicz (Nazionale polacca) seguito dal nostro Trentin (Omega-QuickStep) e da Veikkanen (Fdj) che inizialmente sono riusciti a guadagnare una trentina di secondi, vuoi perchè il percorso non consentiva un efficace inseguimento e vuoi perchè molte squadre avevano perso diversi elementi per poterlo organizzare; in ogni caso dopo un vano tentativo di contrattacco ad opera di Failli (Farnese), Leukemans (Vacansoleil), Van Avermaet (Bmc) e Dyachenko (Astana) e del due volte campione del mondo di ciclocross Stybar (Omega-QuickStep) il gruppo si è riavvicinato grazie al lavoro del Team Sky, con anche il vincitore di ieri Swift a lavorare in prima
persona, finalizzato ad un attacco di Henao, che su un tratto in leggera ascesa a 4 km dal traguardo è fuoriuscito dal plotone e si è riportato su Rutkiewicz che nel frattempo era rimasto da solo al comando; sembrava fatta per il colombiano e il polacco che all’ultimo km avevano una decina di secondi di margine ma Moreno Moser (Liquigas), vedendo minacciata la sua maglia gialla di leader, si è prodotto in una grande progressione riportando il resto del gruppo sui due uomini di testa anche se comprensibilmente questo sforzo gli ha impedito di giocarsi il successo di tappa: dalla ruota del trentino sono usciti Gavazzi (Astana) e Stybar che malgrado le energie spese nei km precedenti si è rivelato nettamente il più forte e ha avuto la meglio sul valtellinese, su un Modolo (Colnago-Csf) che lancia segnali incoraggianti in prospettiva Londra, sul compagno Kwiatkowski, su Moser e su Nocentini (Ag2r), conquistando dopo una tappa alla 4 Giorni di Dunkerque il suo secondo successo stagionale, peraltro proprio in prossimità del confine con la sua Repubblica Ceca. La classifica generale vede sempre al comando Moser con 1” su Kwiatkowski, 6” su Boom, 7” su Gerdemann, 9” su Wegmann e 10” su Henao e altri 19 atleti tra cui Mori, Nocentini e Visconti e al di là degli abbuoni disseminati lungo il percorso non dovrebbe mutare al termine della quarta tappa, 127,8 km pianeggianti da Bedzin a Katowice.
Marco Salonna.