ITALBICI ALL’ASSALTO, MA LA SPUNTA VOECKLER
Michele Scarponi e Vincenzo Nibali sono tra i protagonisti della prima tappa alpina con il marchigiano che si inserisce in una fuga di 25 uomini ma viene anticipato dall’alsaziano sullo strappo finale di Bellegarde-sur-Valserine, mentre il messinese attacca nella discesa del Grand Colombier ma non scalfisce la corazzata Sky con Wiggins che conserva saldamente la maglia gialla.
Foto copertina: Voeckler si impone nella prima frazione alpina (foto AFP)
Dopo la lunga cronometro di Besançon e il giorno di riposo il Tour de France è ripreso con la prima tappa alpina, 194,5 km da Mâcon a Bellegarde-sur-Valserine comprendente la dura scalata del Col du Grand Colombier, 17,4 km al 7,1% impegnativi soprattutto nel tratto iniziale e finale con la vetta a 43 km dal traguardo, seguita da una discesa piuttosto tecnica, dalla molto più breve e pedalabile ascesa al Col de Richemond e dal tratto conclusivo ancora in discesa e pianura che si interrompe all’ultimo km, tutto all’insù con una pendenza media del 5,5%. Non hanno preso il via Tony Martin (Omega-QuickStep), che come annunciato nei giorni precedenti ha abbandonato la Grande Boucle per recuperare dalla microfrattura allo scafoide in vista delle Olimpiadi, Lloyd (Lampre), a sua volta caduto nei giorni scorsi, e Di Gregorio (Cofidis), arrestato dalla polizia francese per una presunta vicenda di doping che risalirebbe alla stagione scorsa quando lo scalatore francese militava nell’Astana.
Come di consueto in questo Tour la bagarre è iniziata subito dopo l’abbassamento della bandierina con l’attacco di Sagan (Liquigas), a caccia di punti per rafforzate la sua maglia verde, Lemoine (Saur-Sojasun) e Grivko (Astana) che ha dato il là a una fuga di ben 25 corridori: sui tre si sono infatti portati Burghardt e Cummings (Bmc), Popovych e Voigt (RadioShack), Arashiro e Voeckler (Europcar), Martinez (Euskaltel), Millar e Zabriskie (Garmin), Péraud (Ag2r), Jeandesboz (Saur-Sojasun), Horrach (Katusha), Casar, Hutarovich e Ladagnous (Fdj), Luis Leon Sanchez (Rabobank), Kroon e Morkov (Saxo Bank), Fofonov (Astana), Devenyns (Omega-QuickStep), Gerrans e Goss (Orica-GreenEdge) e il nostro Scarponi (Lampre), alla ricerca di un successo parziale dopo essere ormai uscito dalle zone alte della classifica generale; il corridore di Filottrano era comunque quello meglio posizionato con un ritardo di poco superiore ai 10′ dalla maglia Wiggins ed è per questo che il Team Sky ha lasciato fare ma fino a un certo punto, concedendo ai battistrada di un vantaggio massimo di 7′ senza preoccuparsi troppo della presenza dei due atleti della Bmc e di Sagan, che avrebbero potuto dare nel finale una mano ai rispettivi capitani Evans e Nibali.
Dopo lo sprint intermedio di Beon, che ha visto lo slovacco transitare solo in terza posizione preceduto da Goss, a sua volta in lotta per la maglia verde, e da Hutarovich, il gruppo di testa si è sgretolato fin dalle prime rampe del Grand Colombier, con Sanchez rimasto per qualche km solo al comando e raggiunto successivamente da Voeckler, Scarponi e da un sorprendente Devenyns: alle loro spalle si è formato un altro quartetto con Casar, Fofonov, Martinez e Voigt mentre in gruppo la Lotto-Belisol ha iniziato la salita con un ritmo sostenutissimo che faceva presagire dei grandi attacchi ma ben presto il Team Sky ha riaddormentato la corsa con Boasson Hagen e Porte a scandire una velocità di crociera che ha comunque provocato il cedimento tra gli altri di Gallopin (RadioShack), Chavanel e Peter Velits (Omega-QuickStep) e della maglia a pois Kessiakoff (Astana), oltre a un Gesink (Rabobank) che continua a soffrire per le conseguenze delle cadute; anche il vincitore del Giro di Svizzera Rui Costa (Movistar), 11° in classifica generale a 5′46” da Wiggins, ha avuto un momento di difficoltà ma è successivamente rientrato sul gruppo dei migliori ridotto a una quarantina di unità e riuscirà a restare con loro fino al traguardo.
Era lecito attendersi un forcing di Bmc e Liquigas per isolare Wiggins e Froome ma nulla di ciò è accaduto e due scatti telefonati di Van den Broeck (Lotto-Belisol) non hanno certo impensierito il Team Sky; in vista dello scollinamento, dove il quartetto con Voeckler e Scarponi è transitato con 1′02” su quello con Voigt e Casar, il belga ci ha provato in maniera ben più decisa in compagnia di Pinot (Fdj), Rolland (Europcar) e di un Taaramae (Cofidis) tornato pimpante dopo le prove negative a Porrentruy e nella crono di Besançon, ma anche questi uomini hanno guadagnato solo una manciata di secondi e sono stati ripresi nei primi tornanti della discesa, dove c’è stato il già attesissimo alla vigilia attacco di Nibali, complice la situazione favorevole che si è venuta a creare nel momento in cui Rogers (Sky) ha forato e Wiggins e Froome si sono ritrovati con il solo Porte al fianco: il siciliano sfruttando anche l’aiuto di Sagan recuperato per strada ha guadagnato fino a 50” ma sul Col de Richemond lo slovacco non ha avuto le forze per rimanere a fianco del suo capitano che ha dovuto arrendersi di fronte al lavoro dell’inesauribile Porte, la cui andatura ha messo in difficoltà diversi atleti tra cui Vinokourov (Astana) e la maglia bianca Van Garderen (Bmc) e ha consentito a quel che restava del gruppo di chiudere il gap nei confronti di Nibali.
Immediatamente dopo il ricongiungimento con il messinese sono ripartiti Van den Broeck e Rolland che hanno goduto di una certa libertà guadagnando una quarantina di secondi prima di essere inseguiti dalla RadioShack di Zubeldia e Monfort, che vedevano le loro posizioni nella generale minacciate dal belga, mentre davanti si è accesa la lotta per la vittoria di tappa, con uno straordinario Voigt che ha staccato Casar, Fofonov e Martinez e tutto solo si è riportato sul quartetto di testa a 10 km dal traguardo ed è immediatamente ripartito in contropiede; da allora fino all’inizio dello strappo finale si sono susseguiti gli scatti con Devenyns che sotto lo striscione dell’ultimo km ha preso il comando con un centinaio di metri sul 40enne tedesco che a sua volta ne aveva altrettanti su Scarponi, Sanchez e Voeckler: l’azione vincente è stata però quella dell’alsaziano che è partito come una scheggia superando a doppia velocità Devenyns e Voigt e, sia pure pagando moltissimo questo sforzo nelle ultime centinaia di metri, ha resistito al ritorno di Scarponi, conquistando il successo parziale e con esso anche la maglia a pois e raddrizzando così un Tour che era iniziato male per via di problemi al ginocchio che gli sono costati molti minuti in classifica: dal canto suo il marchigiano, 2° a 3” da Voeckler, può recriminare per non essersi lanciato subito all’inseguimento del francese attendendo invano che a chiudere fosse uno spento Sanchez, al traguardo 4° a 23” preceduto da Voigt 3° a 7” e seguito da un esausto Devenyns 5° a 30”. Van den Broeck e Rolland hanno chiuso in compagnia di Casar, Martinez e Fofonov riassorbiti nel finale a 2′42” con il gruppo di Wiggins, Evans e Nibali a 3′16”, Van Garderen che ha limitato i danni in una giornata difficile a 3′33” e un altro gruppetto con Leipheimer (Omega-QuickStep) e Basso (Liquigas) a 3′40”.
Il primo round alpino è andato dunque al Team Sky con la classifica generale che resta pressochè immutata e vede Wiggins guidare con 1′53” su Evans, 2′07” su Froome, 2′23” su Nibali, 3′02” su Menchov, 3′19” su Zubeldia e 3′48” su Monfort con Scarponi risalito al 15° posto a 7′14”, ma ora arriva quella che è probabilmente la tappa regina del Tour, 148 km da Albertville a La Toussuire con due giganti come la Madeleine e la Croix de Fer prima del breve Col du Mollard degli ultimi 18 km di salita verso il traguardo: la frazione è piuttosto breve e la scalata finale non presenta grandi pendenze ma se dovesse venire fuori una corsa dura fin dalle prime battute potrebbe esserci grande selezione come avvenne nel 2006, unica occasione in cui La Toussuire ha ospitato un arrivo di tappa alla Grande Boucle: allora vinse Rasmussen al termine di una lunga fuga e un Landis in crisi nera cedette la maglia gialla a Pereiro, salvo poi riprenderla nei giorni successivi ed essere squalificato per doping dando il successo finale allo spagnolo.
Marco Salonna.