COBO, DA ACE(R)BO A MATURATO
Nell’ultima occasione utile per provare a smuovere dal potere Alejandro Valverde, gli uomini di classifica rimangono piuttosto abbottonati e pensano esclusivamente a difendersi. E allora è il turno di Juan Jose Cobo Acebo che, sull’ultimo strappetto saluta la compagnia e guadagna quei 50 metri sufficienti per vincere la tappa. Affonda Gesink, Basso controlla mentre impressiona in positivo anche oggi Paolo Tiralongo.
Doveva e poteva essere l’ultima chance per far saltare il banco a questa Vuelta ma nessuno ha voluto/potuto affondare il coltello nella piaga e allora tutto è rimasto esattamente uguale a questa mattina alla partenza da Avila. Oddio, proprio tutto no. Se Valverde è contento che nessuno ha attaccato la sua leadership, è ancora più contento della debacle di Robert Gesink che è passato dall’essere l’uomo più vicino allo spagnolo (31 secondi appena) a lottare domani a Toledo per rimanere nei primi 10 (adesso è a cinque minuti e mezzo) e il murciano ringrazia sentitamente. Con questo mini-ribaltone sale al secondo posto Samuel Sanchez e al terzo Ivan Basso. Vedremo quello che domani il varesino riuscirà a fare, ma chiudere in bellezza sarebbe un bel segnale anche in vista di Mendrisio.
Ma i bei segnali arrivano anche da Paolino Tiralongo che, dopo una vita a tirar la carretta a Damiano Cunego, in questa Vuelta ha finalmente avuto l’occasione e le gambe, per una volta in carriera, di stare con i migliori fin sotto il traguardo e non solo fino ai meno cinque chilometri dal traguardo. E così, prima da scudiero del veronese nelle due tappe conquistate, e adesso da solo, il siciliano, assieme a Samuel Sanchez, è stato colui che c’ha creduto di più nel finale per andare a riprendere Cobo ma senza riuscirvi. Adesso, complice la disfatta di Gesink, va ad issarsi al 6° posto classifica. Vedremo se lo saprà difendere.
Nella prima parte di frazione, quella più pianeggiante, se ne va la fuga di giornata: non sono i soliti 16 dei giorni scorsi ma soltanto tre, vale a dire Christophe Riblon (Ag2r), Daniel Martin (Garmin) e Eduard Vorganov (Xacobeo-Galicia). I tre viaggiano di comune accordo e raggiungono un vantaggio massimo superiore ai sette minuti. Il gruppo controlla, con la Caisse d’Epairgne del capo classifica Valverde a tenere alto il ritmo per non lasciarli scappare più di tanto: oggi si punta anche al successo di tappa. Con i fuggitivi che reggono per un centinaio di chilometri, il primo colpo di scena arriva sulle rampe che portano alla vetta (1.785m) del Puerto de la Morcuera che fa la vittima illustre, vale a dire Robert Gesink che non riesce ad esprimersi al meglio dopo la caduta nella tappa di due giorni fa. L’olandese della Rabobank sperava di resistere al ritmo dei Caisse ma ben presto si accorge di doversi fare da parte e tralasciare tutte le sue ambizioni di successo finale.
Come ieri ad Avila, anche oggi a La Granja a farla da padrone è il freddo e la pioggia, per una Spagna che, nonostante la fine di settembre, non è stata certo calda e accogliente come in passato. Intorno ai meno 30 dalla fine la fuga viene annullata e in contropiede provano ad andarsene Hoogerland (Vacansoleil), Kolobnev (Saxo) e Martinez (Xacobeo), ma il gruppo li tiene per un po’ ad una ventina di secondi, in assoluto controllo. All’inizio dell’ultima salita, la seconda scalata al Puerto de Navacerrada, c’è tutta l’Euskaltel davanti per provare a far dura la corsa e favorire un eventuale scatto di SSG. E, di fatti, poco dopo metà salita è proprio il basco a rompere gli indugi e scattare secco in faccia agli altri: Gesink ha già mollato definitivamente e alla sua rasoiata riescono comunque a rispondere Valverde, Basso, Evans e Mosquera. Dopo la sfuriata qualcuno riesce a rientrare e quasi in cima è proprio Cobo a provare l’allungo e alle sue spalle si fionda subito Sanchez. Il gruppetto si ricompone pronti a giocarsi la tappa, con un occhio di riguardo alla discesa visto il fondo reso viscido dalla pioggia. Ai meno cinque ci prova Mosquera ma c’è l’ombra di Valverde, Daniel Moreno, che rintuzza subito l’attacco. Ed allora ecco che ai meno quattro ci prova con decisione Tiralongo ma ancora una volta Moreno chiude. Il momento decisivo, quindi, è ai 2000 metri dalla fine quando parte Juan Cobo Acebo con uno scatto perentorio al quale il gregario della Caisse d’Epairgne non riesce a replicare. L’uomo della Fuji prende subito quei 5-6 secondi che gli consentiranno di guardarsi le spalle tre volte nel rettilineo d’arrivo e di alzare comodamente le braccia al cielo, mentre dietro di lui Valverde non voleva lasciare nemmeno le briciole andandosi a prendere la piazza d’onore, con Evans a chiudere il podio.
Domani ventesima e penultima tappa: la crono decisiva. 27,5km nei dintorni di Toledo. Di primo acchito, sembra un percorso da specialisti con lunghi tratti di falsopiano e un’unica salitella (ma non Gpm) poco dopo metà percorso. Il vantaggio di Valverde sembra rassicurante e forse il murciano, a questo punto, la può solo perdere questa Vuelta.
Saverio Melegari