WIGGINS METTE LE MANI SUL TOUR, DELUSIONE EVANS
La maglia gialla conferma la sua imbattibilità stagionale nelle lunghe prove contro il tempo aggiudicandosi la crono di Besançon con 35” al compagno Froome e ben 1′43” sull’australiano, preceduto anche da Cancellara, Van Garderen e Chavanel e minacciato ora da Froome nella generale. Tiene botta Nibali che chiude 8° a 2′07” e mantiene intatte le speranze di podio a Parigi.
Foto copertina: Wiggins lanciato verso il successo nella crono di Besançon (foto Bettini)
Dopo il primo assaggio di montagne a La Planche des Belles Filles e Porrentruy e prima del giorno di riposo il Tour de France è ripartito con la crono di 41,5 km da Arc-et-Senans a Besançon ed era dal 2006, quando si gareggiò sulla distanza di 52 km in quel di Rennes, che alla Grande Boucle non si affrontava una prova contro il tempo così lunga prima di Alpi e Pirenei: in ogni caso il percorso non era propriamente per specialisti con pochi lunghi rettilinei e diversi strappetti, il più duro dei quali al km 16,5 in corrispondenza con il primo dei due rilevamenti cronometrici disseminati lungo il tracciato, mentre il secondo era posto al km 31,5. Un simile scenario ha fatto sì che la media generale non superasse i 48,4 km/h e che a monopolizzare le prime posizioni fossero quasi per intero gli uomini di classifica a cominciare dal formidabile duo del Team Sky, con Wiggins che si è confermato per l’ennesima volta in stagione il miglior cronoman attualmente in circolazione e ha rifilato 35” al compagno Froome, che sperava probabilmente di battere il suo capitano come avvenuto a Salamanca nell’ultima Vuelta ma che dopo avergli tenuto testa nel primo terzo di gara è stato costretto a cedere progressivamente terreno fino al traguardo; anche un fuoriclasse in grande condizione come Cancellara (RadioShack) su questo tipo di percorso nulla ha potuto contro i due britannici chiudendo 3° a 57” e avendo la meglio solo negli ultimi 10 km rispetto a Van Garderen (Bmc), che si è ripreso brillantemente dopo il passaggio a vuoto di La Planche des Belles Filles e grazie al suo 4° posto a 1′06” ha riconquistato la maglia bianca a discapito di un comunque sempre più sorprendente Gallopin (RadioShack), 18° a 2′46”. Soprattutto il giovane statunitense ha fatto meglio del suo capitano Evans, che dopo i segnali positivi delle ultime due giornate si pensava potesse giocarsela alla pari con gli uomini del Team Sky e invece ha accusato pesantemente il tratto iniziale della crono, facendo segnare dopo 16,5 km solo il 13° tempo con un distacco di 1′02” da Wiggins; successivamente l’australiano ha trovato un ritmo più consono alle sue possibilità ma non è andato oltre il 6° posto a 1′43”, collocandosi tra i due atleti dell’Omega-QuickStep Chavanel, che ha onorato la maglia di campione francese a cronometro chiudendo 5° a 1′24”, e Peter Velits, 7° a 1′59” dopo che fin qui aveva disputato un Tour con più ombre che luci. Immediatamente alle spalle dello slovacco ha chiuso Vincenzo Nibali (Liquigas), che ha confermato l’ottimo stato di forma delle ultime giornate disputando l’intera prova con un ritmo costante, a differenza di altre occasioni in cui era calato sensibilmente negli ultimi km, e chiudendo 8° a 2′07” da Wiggins; sia la maglia gialla che Froome si sono dimostrati obiettivamente fuori portata per il siciliano che però ha limitato al minimo i
danni da Evans, ha chiuso praticamente a pari merito con un cronoman di alto livello come Menchov (Katusha), 9° a 2′08”, e ha guadagnato terreno su altri candidati al podio di Parigi come Roche (Ag2r), 23° a 3′08”, e un deludente Van den Broeck (Lotto-Belisol), che non ha dato seguito alla buona prova di Porrentruy chiudendo 26° a 3′09”: il siciliano dovrà tenere d’occhio anche la corazzata RadioShack, che oltre ai già citati Cancellara e Gallopin ha piazzato nelle prime posizioni anche Kloeden 10° a 2′09”, Monfort 11° a 2′15” e soprattutto un sempre più convincente Zubeldia 13° a 2′20” immediatamente alle spalle del campione del mondo di specialità Tony Martin (Omega-QuickStep), che essendo partito tra i primi ha fatto segnare provvisoriamente il miglior tempo al traguardo ma al termine della prova non è andato oltre il 12° posto a 2′16” da Wiggins, risentendo della microfrattura allo scafoide che con ogni probabilità lo porterà ad abbandonare il Tour per preparare al meglio le Olimpiadi. Nulla da fare anche per diversi atleti già usciti sconfitti dalle tappe di media montagna precedenti come Leipheimer (Omega-QuickStep) 32° a 3′48”, Valverde (Movistar) 34° a 4′01”, Frank Schleck (RadioShack) 44° a 4′32”, Scarponi (Lampre) 53° a 4′50”, Basso (Liquigas) 56° a 4′54” con l’onta del sorpasso subito da Van Garderen partito 3′ dopo a metà percorso e Rolland (Europcar), lontano parente dell’atleta che un anno fa conquistò la maglia bianca con tanto di successo all’Alpe d’Huez, 73° a 5′34”. La nuova classifica generale vede Wiggins ampiamente al comando con 1′53” su Evans, 2′07” su Froome, 2′23” su Nibali, 3′02” su Menchov e 3′19” su Zubeldia, distacchi che potranno consentire al britannico di controllare la situazione soprattutto in considerazione dell’ulteriore tempo che potrà guadagnare nella maxi-crono di Chartres del penultimo giorno. Gli avversari saranno pertanto obbligati ad attaccare e dopo il primo giorno di riposo avranno già una buona occasione nella 10a tappa, 194,5 km da Mâcon a Bellegarde-sur-Valserine, nella quale verrà scalato il Col du Grand Colombier, che con i suoi 17,4 km al 7,1% e punte ben oltre il 10 è considerato da alcuni la salita più dura di Francia; è vero che dalla vetta al traguardo mancano 43 km ma molti di essi sono lungo discese molto tecniche, nella quale già al recente Giro del Delfinato Nibali ed Evans avevano messo in difficoltà Wiggins e il Team Sky, e altri 7 sono in salita verso il Col de Richemond la cui vetta è posta a 20 km dalla conclusione.
Marco Salonna