WIGGINS IN GIALLO, MA QUESTO FROOME FA PAURA

luglio 7, 2012
Categoria: News

Dopo aver effettuato un forcing al quale oltre al suo capitano hanno resistito i soli Evans e Nibali il britannico nato in Kenya scatta negli ultimi 200 metri e conquista l’arrivo in salita di Planche des Belles Filles con 2” sull’australiano e sul connazionale, nuovo leader a discapito di un tenacissimo Cancellara, e 7” sul messinese. Limitano i danni Menchov e Frank Schleck, indietro Samuel Sanchez, Van den Broeck e Gesink

Foto copertina: Froome, braccia al cielo sulla Planche des Belles Filles (uk.eurosport.yahoo.com)

Dopo la frazione di Metz segnata dalle cadute, a causa delle quali 4 corridori sono stati costretti al ritiro e altri 8 non hanno preso il via tra cui il tre volte iridato Freire (Katusha), l’ex campione spagnolo Gutierrez (Movistar) e soprattutto il vincitore del Giro d’Italia Hesjedal (Garmin), il Tour de France è ripartito con la settima tappa, 199 km da Tomblaine a La Planche des Belles Filles, prima frazione chiave per quanto riguarda la lotta per la maglia gialla di Parigi alla luce del traguardo posto al termine di un’inedita salita di 5,9 km con pendenza media dell’8,5% e punte oltre il 13, che molto di rado si incontrano sulle strade transalpine. Dopo un primo tentativo di 19 atleti tra cui Vinokourov (Astana) rintuzzato dal gruppo al km 15 è nata la fuga che ha caratterizzato la corsa, ad opera di Albasini (Orica-GreenEdge), Riblon (Ag2r), Gautier (Europcar), Martin Velits (Omega-QuickStep), Fofonov (Astana), Luis Leon Sanchez (Rabobank), in ripresa dopo la microfrattura allo scafoide patita in una caduta nella tappa di Boulogne-sur-Mer, e Chris Soerensen (Saxo Bank), già in grado di imporsi in cima al Terminillo al Giro 2010 al termine di un’azione analoga e indubbiamente il più dotato in salita tra i battistrada, nonchè il migliore in classifica generale con un ritardo di poco superiore ai 5′ dalla maglia gialla Cancellara (RadioShack). Malgrado la fuga fosse molto bene assortita il gruppo non ha lasciato spazio con la Garmin che, rimasta orfana dei capitani Danielson ed Hesjedal, ha svolto il grosso del lavoro puntando tutto su Daniel Martin, anche se questo ha fatto soffrire moltissimo il velocista della squadra Farrar, un altro uscito malconcio dalla caduta di Metz così come Verdugo (Euskaltel), e anche il Team Sky di Wiggins e la Bmc di Evans hanno inseguito con un certo accanimento sebbene apparentemente non avessero interesse a farlo; in ogni caso il vantaggio dei 7 di testa che aveva in breve raggiunto i 6′ ha iniziato lentamente a scendere e ben presto è apparso evidente che i fuggitivi non avrebbero avuto chance di impedire il rientro del plotone, che a 20 km dal traguardo aveva ridotto il gap a circa 2′.
Sull’ultimo strappetto che precedeva l’ascesa finale il Team Sky ha aumentato l’andatura e nella successiva discesa il gruppo, dal quale avevano già perso contatto tutti i velocisti compreso Sagan (Liquigas) che allo sprint intermedio di Gerardmer aveva acquisito altri punti consolidando la sua maglia verde, si è spezzato in due tronconi, con Gesink (Rabobank) e Leipheimer (Omega-QuickStep) rimasti attardati insieme a Valverde (Movistar) rimasto vittima di una foratura e Van den Broeck (Lotto-Belisol) rimasto ancora più indietro a causa di un salto di catena e costretto a una dispendiosa rincorsa. Tutti questi atleti sono riusciti a rientrare proprio all’inizio della salita di Planche des Belles Filles ma di fronte all’implacabile forcing di Porte e Rogers (Sky), grazie al quale sono stati anche definitivamente ripresi Chris Soerensen e compagnia, hanno immediatamente riperso terreno: così come avvenuto un mese fa sul Joux Plane al Giro del Delfinato i due australiani hanno imposto un ritmo altissimo e uno dopo l’altro hanno ceduto nell’ordine anche come Voeckler (Europcar), la maglia bianca Van Garderen (Bmc), un comunque tenacissimo Cancellara intenzionato probabilmente a riprendersi la leadership nella crono di Besancon, e successivamente anche atleti di prim’ordine come Basso (Liquigas), Frank Schleck e Horner (RadioShack), Scarponi (Lampre), Samuel Sanchez (Euskaltel), Brajkovic (Astana), Roche (Ag2r), Zubeldia (RadioShack), Rolland (Europcar) e Menchov (Katusha) finchè a 2 km dal traguardo non sono rimasti davanti i soli Froome e Wiggins (Sky), Evans (Bmc), Nibali (Liquigas) e Taaramae (Cofidis), ritrovato a grandi livelli dopo una prima parte di stagione condizionata dalla mononucleosi. Anche l’estone non ha in seguito retto il ritmo imposto da Froome che ha proseguito nell’azione fino a 400 metri dall’arrivo, quando Evans ha lanciato il suo sprint: l’australiano non è però riuscito a fare la differenza e nulla ha potuto di fronte all’accelerazione del 27enne nativo di Nairobi, che con la sua tipica pedalata scomposta ma allo stesso tempo di una straripante potenza ha fatto il vuoto imponendosi con 2” su Evans e Wiggins, che probabilmente ora rivedrà i fantasmi dell’ultima Vuelta nella quale aveva chiuso al 3° posto alle spalle di Cobo e del compagno di squadra, che se non fosse stato sacrificato probabilmente avrebbe conquistato la maglia oro di Madrid.
4° a 7” è giunto un ottimo Nibali, che alla luce della condizione dimostrata dai primi tre difficilmente può puntare a un posto sul podio ma ha guadagnato abbastanza terreno su tutti gli altri, con Taaramae 5° a 19”, un Zubeldia che non si vedeva a questi livelli dal Tour 2007 6° a 43”, Rolland e Brajkovic 7° e 8° a 46”, Menchov che ha sofferto parecchio nel finale 9° a 50” e Monfort (RadioShack) 10° a 56”; più indietro Frank Schleck, molto deludente malgrado abbia limitato i danni nell’ultima parte di salita chiudendo a 1′12” e superando Samuel Sanchez che ha accusato 1′31”, uno strepitoso Cancellara a 1′52” insieme a Van den Broeck e al vincitore del Tour de Suisse Rui Costa (Movistar), Scarponi che dopo aver tenuto duro a lungo ha pagato dazio negli ultimi km a 2′05”, Valverde a 2′19”, Basso e un Gesink evidentemente condizionato dalla caduta di Metz a 2′53” e Leipheimer a 3′11”. La nuova classifica generale vede Wiggins in maglia gialla con 10” su Evans, 16” su Nibali, 32” su Menchov e 34” su Taaramae mentre Froome, a causa di una foratura avuta nel finale della tappa di Boulogne-sur-Mer, è 9° a 1′32”; l’ottava tappa, 157,5 km da Belfort a Porrentruy in Svizzera, potrebbe riservare sorprese alla luce dei 7 gpm in rapida successione, l’ultimo dei quali, il Col de la Croix, presenta nei suoi 3,7 km una pendenza media del 9,2% e potrebbe invogliare qualcuno dai big ad attaccare essendo posto a soli 16 km dal traguardo: la soluzione più probabile resta comunque quella per cui gli uomini di classifica risparmeranno energie in vista della crono di Besancon e prenderà il largo una fuga da lontano.

Marco Salonna

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