CAVE VOLA A TERRA, GREIPEL VOLA A VINCERE

luglio 4, 2012
Categoria: News

Il campione del mondo resta coinvolto in una maxi-caduta a poco meno di 3 km dal traguardo, venendo tagliato fuori dalla lotta per il successo di tappa. Ad approfittarne è André Greipel, che batte in scioltezza Petacchi e Veelers. Nel finale tentativi da parte di Chavanel, Pineau, Gilbert, Dumoulin, Bouet e Poels. Cancellara sempre in giallo.

Foto copertina: André Greipel anticipa agevolmente Alessandro Petacchi e Tom Veelers all’arrivo di Rouen (foto AFP)

Gruppo compatto, velocità elevata e treni che si disputano la testa del gruppo: era tutto apparecchiato per la seconda volata del Tour 2012, con i soliti noti pronti a lanciare la sfida allo strapotere di Mark Cavendish. Forse è stato proprio lo sviluppo estremamente lineare della corsa e l’apparente banalità dell’epilogo a causare quell’attimo di calo di tensione che è costato ad alcune decine di corridori un assaggio non richiesto dell’asfalto normanno; di certo, una caduta piuttosto banale e molto evitabile ha rischiato di sconvolgere la Grande Boucle di molti dei protagonisti attesi.
Il fattaccio è avvenuto a 2700 metri dall’arrivo, quando le soluzioni alternative all’ennesimo Cannonball vs. Resto del Mondo erano via via state scartate. Dapprima era toccato alla fuga della prima ora, promossa da David Moncoutié, Anthony Delaplace e Yukiya Arashiro, neutralizzata sullo strappetto collocato a 10 km dal traguardo; quindi erano stati i corridori ispirati dall’ultimo dente ad alzare bandiera bianca, tra i quali si segnalava, in mezzo alla solita pattuglia francese (Chavanel, Pineau, Dumoulin, Bouet) e Wout Poels, la prima azione degna di nota di Philippe Gilbert, per quanto ben lontana dalle esaltanti sparate della passata stagione.
A scongiurare un epilogo secondo copione ha però provveduto il già menzionato capitombolo, nel quale, fra i tanti, è rimasto invischiato proprio il campione del mondo. Soltanto una quindicina di atleti sono riusciti a sgusciar via in tempo per accodarsi al treno della Lotto Belisol, che ha preso prontamente in mano le redini dei chilometri finali, lanciando impeccabilmente la progressione di André Greipel. Alessandro Petacchi era nella posizione ideale per guastare la festa annunciata del tedesco, ma gli sono bastate poche pedalate al vento per capire che la rimonta non era possibile. Lo spezzino è stato così costretto a ritornare in scia e ad accontentarsi della piazza d’onore, precedendo il sorprendente Tom Veelers e Matthew Goss. Quinto posto dal sapore dolceamaro, invece, per Peter Sagan: da un lato un piazzamento che sicuramente non soddisfa il baby-fenomeno slovacco – specie in assenza di Cavendish -, dall’altro un insperato allungo nella classifica a punti in una frazione sulla carta favorevole al britannico.
Cannonball, dal canto suo, è parso riportare conseguenze piuttosto serie dall’incidente, a differenza – così è sembrato – dei big della classifica. Nessuno di questi è riuscito ad accodarsi al gruppetto buono, ma, a meno che la regia francese non si sia persa qualcosa, la cerchia dei favoriti non dovrebbe uscire ristretta rispetto a stamane. Per quanto riguarda lo spavento, siamo abbastanza certi che Wiggins e soci, giunti non tutti assieme all’arrivo, lo supereranno piuttosto agevolmente, pensando alla fatidica soglia dei 3 km oltre la quale i distacchi vengono neutralizzati: fossero finiti a terra 300 metri prima, i loro distacchi sarebbero stati conteggiati, e in quel caso il Tour di molti si sarebbe complicato sensibilmente.
La classifica generale resta dunque immutata, con Fabian Cancellara che può sempre gestire sette secondi sulla coppia Wiggins – Chavanel. Nemmeno la tappa di domani, 196 km e mezzo da Rouen a Saint-Quentin, dovrebbe porre serie minacce alla leadership dello svizzero, che anzi potrebbe perfino accarezzare l’idea di provare a dire la sua per il successo parziale. A dispetto di un menù quasi interamente pianeggiante, infatti, l’ultimo chilometro tenderà sempre a salire, con una pendenza intorno al 3%. Nulla che possa far tremare i polsi ai velocisti, ma probabilmente abbastanza da stuzzicare la fantasia di qualche attaccante, e magari proprio quella dell’elvetico, ispiratissimo in questi primi giorni. Gli sprinter restano gli uomini di riferimento, ma stavolta potrebbe non essere necessaria una caduta per assistere ad un finale meno scontato.

Matteo Novarini

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