IL DIRETTO DI BERNA…E ANCHE UN PO’ DI LIEGI
A 8 anni di distanza Fabian Cancellara si aggiudica nuovamente il prologo nel capoluogo vallone infliggendo 7” a Wiggins e Chavanel, approfittando anche di una foratura che ha penalizzato Tony Martin che aveva un tempo in linea con quello dell’elvetico. Nelle zone alte della classifica anche Menchov, Evans, Hesjedal e il nostro Nibali, partenza ad handicap per Frank Schleck e Samuel Sanchez.
Foto copertina: Cancellara sulla rampa di lancio della crono di Liegi (foto Bettini)
Così come avvenuto nel 2004 il Tour de France è partito da Liegi con un prologo di 6,5 km lungo un percorso pressochè identico a quello che allora vide trionfare Fabian Cancellara davanti a Lance Armstrong e Josè Luis Gutierrez, completamente pianeggiante e caratterizzato in gran parte da lunghi rettilinei in grado di favorire gli specialisti puri delle prove contro il tempo. Se si eccettuano Contador, Andy Schleck, Rodriguez, Boonen e Hushovd assenti per vari motivi al via della 99a edizione della Grande Boucle si sono presentati tutti i grandi nomi del ciclismo internazionale, a partire dal campione uscente Evans (Bmc) e da Wiggins (Sky) che godono dei favori del pronostico per quanto riguarda la lotta per il successo finale: l’australiano e il britannico dovranno vedersela principalmente con i vari Frank Schleck (RadioShack), Samuel Sanchez (Euskaltel), Gesink (Rabobank), Van den Broeck (Lotto-Belisol), Leipheimer (Omega-QuickStep), Valverde (Movistar), Menchov (Katusha), il recente vincitore del Giro d’Italia Hesjedal (Garmin) e il nostro Vincenzo Nibali (Liquigas), che torna in Francia a tre anni di distanza dal 7° posto del 2009 e sarà il principale alfiere di una spedizione azzurra che presenta anche Ivan Basso, in versione gregario di lusso per il siciliano, e Michele Scarponi (Lampre), che dopo il 4° posto del Giro potrebbe concentrarsi sulle singole tappe e magari sulla maglia a pois piuttosto che puntare a un piazzamento nella generale. A contendersi i successi parziali saranno invece oltre a tanti altri il campione del mondo Cavendish e Boasson Hagen (Sky), Sagan (Liquigas), Gilbert (Bmc), Greipel (Lotto-Belisol), Freire (Katusha), Gerrans e Goss (GreenEdge), Kittel (Argos-Shimano) e il nostro Petacchi (Lampre), che ha rinunciato al Giro per puntare tutto sul Tour de France dove nel 2010 ha conquistato due tappe e la maglia verde della classifica a punti: da non sottovalutare inoltre neppure la nutrita pattuglia francese che avrà nei veterani Voeckler (Europcar), Chavanel (Omega-QuickStep), Peraud (Ag2r) e Casar (Fdj) e nei giovani Rolland (Europcar), Coppel (Saur-Sojasun) e Pinot (Fdj) gli esponenti principali.
Il prologo di Liegi, disputato con condizioni atmosferiche ideali, aveva in Wiggins, Tony Martin (Omega-QuickStep) e Cancellara (RadioShack), indubbiamente i tre più forti cronomen in circolazione nelle ultime stagioni, gli uomini da battere e tutti e tre sono risultati grandi protagonisti a partire dall’elvetico, che dopo la caduta patita alla Parigi-Roubaix, i due secondi posti ottenuti nelle cronometro del Tour de Suisse e il titolo nazionale contro il tempo ha ritrovato la forma migliore andando a bissare il successo nel 2004, quando militava nell’italiana Fassa Bortolo, e conquistando il suo quinto successo in carriera in un prologo del Tour de France nonchè la sua 22a maglia gialla: dal canto suo Wiggins dopo una partenza a rilento ha tenuto il passo del diretto di Berna nella seconda metà del percorso risalendo al secondo posto a 7” di ritardo, appena davanti a un grande Chavanel che ha occupato il gradino più basso del podio, mentre Tony Martin che all’intertempo era distanziato di solo 1” da Cancellara ha chiuso con un ritardo di 23” a causa di una foratura senza la quale avrebbe certamente battuto il tempo di Wiggins e si sarebbe giocato il successo con lo svizzero.
Ai piedi del podio ha chiuso con un distacco di 10” Van Garderen (Bmc), che grazie a questa performance conquista la prima maglia bianca, seguito a 11” da Boasson Hagen e dallo specialista dei prologhi Lancaster (Orica-GreenEdge), a 12” dal tedesco Gretsch (Argos-Shimano), già grande rivale del nostro Malori nelle prove a cronometro delle categorie giovanili, e a 13” da un convincente Gilbert e da Menchov, tutt’altro corridore rispetto a quello che stentava nelle corse di avvicinamento al Tour e, insieme a Hesjedal che ha chiuso a 18”, decisamente il migliore tra gli uomini di classifica in rapporto alle attese della vigilia; possono ritenersi piuttosto soddisfatti della loro prova anche il pericolosissimo Froome (Sky), pronto così come accaduto alla Vuelta 2011 a prendere il posto di Wiggins come leader del team britannico qualora se ne presentasse l’occasione, Evans e Nibali che hanno chiuso rispettivamente a 16, 17 e 18”. Senza infamia e senza lode le prove di Gesink e Van Den Broeck, distanziati di 26” e 28”, così come quelle dei nostri Basso e Scarponi che ne hanno accusati rispettivamente 29 e 37, mentre hanno decisamente deluso Leipheimer, che in tempi recenti non riesce ad esprimersi al meglio nelle prove a cronometro e ha chiuso a 28”, Valverde che ne ha persi 35 e soprattutto Frank Schleck, comunque abituato nella sua carriera ad accumulare distacchi pesanti nei prologhi, che ha chiuso a 38” e Samuel Sanchez che, non al meglio a causa della caduta del Giro del Delfinato che ne ha rallentato la preparazione, si è fermato a 40” da Cancellara: lontani dalle prime posizioni anche atleti attesi a un buon risultato parziale quali Larsson (Vacansoleil), Rogers (Sky), Zabriskie (Garmin) e Sagan (Liquigas), che di recente si era aggiudicato il prologo del Giro di Svizzera in quel di Lugano, sia pure lungo un tracciato molto tecnico decisamente più adatto ai suoi mezzi rispetto a quello di Liegi. Lo slovacco avrà comunque la possibilità di riscattarsi già nella prima tappa in linea in cui sarà l’uomo da battere insieme all’idolo di casa Gilbert, che un anno fa si è imposto su un arrivo analogo a Mont des Alouettes: gli ultimi 2,4 km della Liegi-Seraing, che in precedenza presenta altri 4 gpm tutti di quarta categoria, sono infatti in salita con una pendenza media del 4,7% che sarà sufficiente per tagliare fuori tutti gli sprinter puri e potrebbe causare anche qualche piccolo scarto tra gli uomini di classifica.
Marco Salonna