OCCASIONE PERSA, I VELOCISTI VEDONO “ROUX”
La classica giornata da incorniciare. Oggi è toccata ad Anthony Roux, giovane transalpino della Francaise des Jeux, che ha abbattuto da solo il tentativo di rimonta di tutto il gruppo ancora una volta pronto a giocarsi la tappa in volata. Dopo essere stato in fuga tutto il giorno, il francese ha piazzato l’affondo decisivo a 600 metri dal traguardo, diventando imprendibile per Greipel e soci. Intanto, i “nostri” Cunego e Ballan se ne tornano a casa, pensando al 27 settembre.
Quando la corsa è partita questa mattina da Ciudad Real (che nome altisonante!) i più volenterosi sapevano che per cercare di non far ripetere il solito copione, dovevano rendere il ritmo della corsa indiavolato: nessun Gpm, nessuno strappo degno di nota per fare la differenza. Soltanto un continuo mangia e bevi che, soprattutto negli ultimi chilometri, favorisce sempre il gruppo.
Poi te ne vai, stai davanti tutto il giorno e provi a giocarti le tue chance. Il plotone inizia a menare forse un po’ troppo tardi, i tuoi compagni non ne possono più e aspetti che qualcuno sferri l’attacco scriteriato, gli succhi la ruota, lo lasci sul posto e provi a sperare che quelli che vanno a 80 km/h senza un motore diesel sotto la sella non ti mangino a 50 metri dalla fine. A grandi linee, questo è il pensiero di giornata firmato da Anthony Roux ed è la sintesi del suo successo a Talaveira de la Reina, senz’altro la più importante vittoria della sua carriera. Non succede niente, ovviamente, nella generale, anche se le cadute di Robert Gesink (2°) ed Ezequiel Mosquera (6°) hanno reso la giornata un po’ più elettrizzante. Ma torniamo all’inizio e vediamo cosa è successo.
Rimangono sulla branda i due capitani della Lampre-NGC, Damiano Cunego e Alessandro Ballan. La loro Vuelta finisce qui: due vittorie di tappa importanti sia per il morale che per i valori in campo per il “Piccolo Principe”, mentre il campione del mondo in carica si sente la gamba che gira bene: undici giorni e ne sapremo di più. Pronti, partenza via. Il pazzo di giornata risponde al nome di Markel Irizar (Euskaltel): ci prova una volta, poi un’altra e finalmente riesce ad andarsene. Al secondo tentativo è seguito da Jens Mouris (Vacansoleil) ma vengono riprese. Quello buono gli riesce assieme a Roux (FdJ), Martinez (Andalucia-Cajasur), Maaskant (Garmin) e Westra (Vacansoleil). Per quanto abbiamo raccontato sembrano passati 50 km e invece alle spalle ce ne sono soltanto sei. Il gruppo inizialmente lascia fare e i cinque arrivano a conquistare anche sette minuti di vantaggio che torneranno utili alla fine.
Intorno ai -80 dal traguardo, il plotone inizia a premere maggiormente sull’acceleratore. In testa ci sono Liquigas, Columbia, Milram ma manca la Vacansoleil per Bozic: ovviamente, con Westra in avanscoperta i suoi compagni non tirano e alla fine forse risulterà proprio questo il fattore decisivo. Ai meno 30 il vantaggio è sempre di poco sopra i quattro minuti, ma la mezz’ora successiva è davvero dura per i battistrada che vedono ridursi il loro vantaggio a poco più di 60”. Con Irizar, Martinez e Westra al gancio, vista la mala parata ecco quel qualcuno che sferra l’attacco: Maaskant se ne va quando mancano 6,5km alla fine ma tutti gli altri alla spicciolata rientravano. A 3000metri dalla fine restavano soltanto 22” e oramai la volata sembrava prossima. Ma ecco che ancora una volta Maaskant ci riprova tutto solo: in tre non reagiscono, ma Roux gli si fionda dietro, rifiata e ai 600 metri conclusivi piazza la stoccata che vale il flash più bello della sua carriera. Maaskant è definitivamente abbattuto e alla fine va a piazzarsi in mezzo al gruppo, mentre il 2° posto a distanza di 24 ore è di nuovo a favore di William Bonnet (Bbox Bouygues) e poi Greipel e Bennati.
Dicevamo delle cadute di Gesink e Mosquera, ma in classifica non cambia assolutamente nulla. Sono in vista stravolgimenti, però, in quanto la 18° tappa (165km da Talaveira de la Reina ad Avila) è ricca di insidie con un Gpm di 1° categoria nella prima parte della frazione e uno di seconda e uno di terza nel finale e può essere davvero un’occasione per scombussolare un po’ i piani di Alejandro Valverde.
Saverio Melegari