RUI COSTA RE DELLO SVIZZERA
Un percorso di tappa discutibile e un gran lavoro di Valverde permettono a Rui Alberto Faria Da Costa di diventare il primo portoghese a vincere il Giro di Svizzera. Frank Schleck fa il vuoto sulla salita più impegnativa di giornata, ma deve rialzarsi a fine discesa non avendo trovato compagni d’avventura. L’estone Kangert vince in volata su Roy al termine di una lunga fuga, mentre Matteo Montaguti conquista la maglia verde.
Foto copertina: Rui Costa esulta sul traguardo di Sörenberg, il Tour de Suisse 2012 è suo (foto Reuters)
Nella nona e ultima tappa del Tour de Suisse, da Näfels-Lintharena a Sörenberg per 216 Km, Frank Schleck ha dimostrato nuovamente di essere nettamente il più forte in salita, ma ciò non è bastato per permettergli di rivincere la corsa a tappe elvetica (già conquistata nel 2010). I due colli hors-categorie erano infatti troppo lontani dal traguardo e la salita finale s’è rivelata ancora più facile del previsto, facendo in modo che si realizzassero le previsioni di un arrivo compatto degli uomini migliori in classifica.
La corsa è stata caratterizzata dalla lunga fuga di cinque uomini, scattati al Km 41: Tanel Kangert (Astana), Brent Bookwalter (BMC), Kris Boeckmans (Vacansoleil), Matteo Montaguti (AG2R) e Jérémy Roy (FDJ-BigMat). Il gruppo, tirato soprattutto dalla RadioShack, lascia fare e i fuggitivi prendono il largo, arrivando ad avere oltre 13’30’’ di vantaggio e permettendo all’estone Kangert di essere anche maglia gialla virtuale. Mentre il nostro Montaguti fa incetta di punti per la maglia verde del migliore scalatore, transitando per primo sia sul Rengg (GPM di seconda categoria) che sul Glaubenbielen (HC) e sul Glaubenberg (HC), Boeckmans perde le code dei compagni d’avventura già all’inizio della seconda salita di giornata.
L’unica emozione del Glaubenbielen avviene in discesa, dove Leipheimer (Omega-QuickStep) fa un dritto ad una curva, senza riportare danni e riuscendo a rientrare aiutato dai compagni. La corsa si infiamma invece sul Glaubenberg, dove la RadioShack fa il forcing in favore del suo capitano. Il primo a scattare è Mikel Nieve (Euskaltel), ma la differenza è fatta da Frank Schleck quando rilancia: provano a resistere lo spagnolo e Tom Danielson (Garmin), che restano a bagnomaria. Il lussemburghese guadagna subito diversi secondi con apparente facilità , ma sembra indeciso sul da farsi: dalla vetta del GPM mancano infatti ancora 40 Km al traguardo, senza altre vere salite, e preferirebbe certo avere un compagno d’avventura. Schleck prova ad insistere, mentre il gruppo maglia gialla si assottiglia fino a comprendere i soli Faria Da Costa, Valverde, Nieve, Leipheimer e Gesink, con sempre l’olandese a tirare per contenere il distacco.
Il GPM viene conquistato da Montaguti su Kangert e Roy, mentre Bookwalter aveva ceduto terreno già a 5 Km dalla vetta. Schleck transita con un vantaggio di 27’ su Danielson e 52’ sul gruppetto maglia gialla, su cui è rientrato Nicholas Roche (AG2R) e su cui rientreranno presto in discesa diversi altri uomini, compresi Kreuziger (Astana), Sörensen (Saxo) e Frank (BMC). Il corridore della RadioSchack, a cui non può essere rinfacciata quest’oggi la mancanza di coraggio, decide così di rialzarsi e viene riassorbito dal gruppo, diventato di 17 unità , quando mancano 22 Km. Si ha ora una fase di studio con conseguente rallentamento e i fuggitivi ne approfittano per mettere al sicuro la loro possibilità di giocarsi la tappa, mentre alle loro spalle prova un’azione solitaria Chris Sörensen e quindi un terzetto composto da Steven Kruijswijk (Rabobank), Thomas Frank e Robert Kiserlovski (Astana). La situazione tattica diventa pericolosa per Faria Da Costa, in quanto Kruikswijk ha poco più di un minuto di distacco nella classifica generale, e così è Alejandro Valverde che si deve incaricare dell’inseguimento: proprio il grande lavoro dello spagnolo permette alla Movistar di difendere la leadership, perché l’ultima ascesa a Sörenberg si rivela in realtà solamente una serie di falsopiani, dove è impossibile fare la differenza e nessuno perde contatto.
Quando mancano 5 Km Roy scatta per tentare di conquistare la tappa: risponde bene Kangert, mentre alza bandiera bianca Montaguti, che si consola con la conquista della maglia verde. L’estone dell’Astana prova un allungo nell’ultimo chilometro, ma il francese, pur rientrato, commette l’errore di passare in prima ruota e di lanciare troppo lungo la volata, venendo saltato facilmente da Tanel Kangert, al successo più importante della carriera. Il nostro Montaguti chiude terzo a 30’, mentre tutti i migliori arrivano praticamente assieme a 1’46’’ (i quattro contrattaccanti) e a 1’48’’ (Schleck e tutti gli altri).
Il Tour de Suisse 2012 va così a Rui Alberto Faria Da Costa, portoghese ventiseienne rivelatosi durante questa settimana in tutte le sue potenzialità . Deve accontentarsi del secondo posto, distanziato di soli 14’’, un intraprendente Frank Schleck, che non ha però rimpianti ed esce comunque confortato da questa corsa. Il vincitore uscente Levi Leipheimer, apparso più brillante in salita che a cronometro, si conferma sul podio (21’’), lasciandone appena fuori Robert Gesink (25’’) e Mikel Nieve (40’’). Lontanissimi gli italiani, con Giampaolo Caruso (Katusha) il migliore in 21^ posizione a10’28’’. La maglia a punti viene portata a casa dal fenomenale Peter Sagan (Liquigas), mentre la caratteristica maglia del miglior svizzero è appannaggio di Thomas Frank (BMC).
Giorgio Vedovati