RUGGITO DI FRANK SCHLECK, TOUR DE SUISSE RIAPERTO NEL GIORNO DI ALBASINI

giugno 16, 2012
Categoria: News

Il successo parziale in quel di Arosa va ad Albasini che stacca i compagni di fuga ma il grande protagonista è il lussemburghese che attacca nel finale con i soli Nieve e Leipheimer in grado di tenere il ritmo e si porta a soli 14” nella generale da Rui Costa, che già in difficoltà sulla salita di Castiel mantiene la maglia gialla grazie al supporto di Valverde.

Foto copertina: l’esultanza di Albasini sul traguardo di Arosa (foto Sid-Imagenes)

Dopo la cronometro di Gossau che ha delineato la classifica con Rui Costa (Movistar) che ha acquisito un buon margine su tutti i rivali il Tour de Suisse ha proposto il suo secondo arrivo in salita in quel di Arosa, dove si era approdati per l’ultima volta nel 2005 con il successo per distacco di Horner davanti all’allora 20enne Vincenzo Nibali, che in quell’occasione si rivelò per la prima volta a livello internazionale: l’ottava e penultima tappa con partenza da Bischofszell presentava i primi 120 km sostanzialmente pianeggianti seguiti dalla lunghissima ascesa finale, anche se in realtà gli unici tratti impegnativi con pendenze anche in doppia cifra erano solo quello che portava al gpm di Castiel dai -30 ai -22 al traguardo e quello dai -5 ai -1, inframezzati da un lungo falsopiano all’insù. Dopo pochi km è nata la fuga che ha caratterizzato la giornata con Albasini (Orica-GreenEdge), Cusin (Fdj), Dekker (Garmin) e Peter Velits (Omega-QuickStep), 3° alla Vuelta 2010 ma incapace di ripetersi a quei livelli nel prosieguo della sua carriera e già uscito di classifica nelle giornate precedenti, che hanno accumulato oltre 7′ di margine finchè la Rabobank e la RadioShack, interessate a riprendere i fuggitivi in modo da dare la possibilità ai rispettivi leader Gesink e Frank Schleck di conquistare secondi di abbuono sul traguardo, hanno iniziato a ridurre il distacco che però ai piedi della salita finale era ancora intorno ai 5′.
Sulle rampe che portavano a Castiel Peter Velits e Albasini sono rimasti soli al comando e alle loro spalle Ten Dam (Rabobank) ha operato un grandissimo forcing che ha ridotto il gruppo dei migliori a 23 unità e ha fatto vittime illustri in Cunego (Lampre), che ormai fuori classifica ha scelto di risparmiarsi per puntare alla tappa di Soerenberg, Moreno Moser (Liquigas) e Gadret (Ag2r) e ha messo in seria difficoltà anche Rui Costa, rimasto subito privo di compagni di squadra al fianco ad eccezione di Valverde, che è scivolato in coda al plotoncino dando la sensazione di potersi staccare da un momento all’altro ma è riuscito a rimanere aggrappato e ha approfittato del successivo falsopiano per recuperare.
Proprio nel tratto in apparenza più insignificante degli ultimo 30 km Albasini ha lasciato sul posto uno stremato Velits, successivamente raggiunto e superato anche dal gruppo dei migliori, e si è involato verso il quarto successo stagionale dopo due tappe e la classifica generale del Giro di Catalogna nonchè il terzo in carriera al Tour de Suisse dopo quelli di Altdorf nel 2005 e di Serfaus nel 2009. La battaglia tra i big si è accesa a 5 km dal traguardo con una tirata di Fuglsang (RadioShack) che ha fatto perdere contatto a Rui Costa e ha spianato la strada a uno scatenato Frank Schleck alla cui accelerazione ha immediatamente risposto Nieve (Euskaltel) con il campione uscente Leipheimer (Omega-QuickStep), trasformato rispetto alla deludente cronometro di Gossau, che come al suo solito è rinvenuto in progressione, mentre alle loro spalle si è formato un gruppetto con Gesink e Kruijswijk (Rabobank), Lovkvist (Sky), Danielson (Garmin) e Pinot (Fdj) seguiti a breve distanza dal secondo della classifica generale Kreuziger (Astana), ancora una volta competitivo ma non all’altezza dei primissimi, e Fuglsang (RadioShack) e più indietro dalla maglia gialla, che grazie anche al supporto di Valverde ha ritrovato un discreto ritmo rimontando su molti dei corridori che erano davanti. Anche Nieve e Leipheimer hanno sofferto moltissimo nel mantenere la ruota di Frank Schleck ma sul traguardo hanno preceduto il lussemburghese rimasto così a bocca asciutta in termini di abbuoni, mentre il basco e lo statunitense hanno conquistato rispettivamente 6 e 4”; il terzetto ha chiuso a 1′15” da Albasini seguito da Gesink, Pinot e Danielson a 1′36”, da Kruijswijk a 1′39”, da Kreuziger e Fuglsang a 1′57” e dal gruppetto di Rui Costa comprendente anche il nostro Giampaolo Caruso (Katusha) a 2′05”.
La nuova classifica generale vede il portoghese ancora in maglia gialla ma con soli 14” su Frank Schleck, 21” su Leipheimer, 25” su Gesink, 40” su Nieve, 42” su Kreuziger e 43” su Danielson: il Giro di Svizzera è dunque apertissimo alla vigilia della nona e ultima tappa, la più dura della corsa elvetica con i suoi 215,8 km da Naefels-Lintharena a Soerenberg lungo un tracciato che prevede le dure scalate al Glaubenbielen e al Glaubenberg, 14,5 km al 7,1% con la vetta posta a 37 km dal traguardo, e l’ascesa finale molto più pedalabile che però alla luce dei distacchi così risicati potrà risultare decisiva.

Marco Salonna

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