RUI COSTA SI SCOPRE GRIMPEUR, BEFFATO FRANK SCHLECK
Il lussemburghese attacca a 6 km dal traguardo in salita di Verbier e sembra lanciato verso il successo ma nel finale rinviene su di lui il portoghese della Movistar che lo salta sul rettilineo conclusivo conquistando anche la maglia gialla a discapito di Sagan. Sconfitti di giornata Cunego, Gesink e Moser che pagano dazio rispetto ai migliori.
Foto copertina: Rui Costa vince a Verbier (foto Bettini)
La seconda tappa del Giro di Svizzera, 218 km da Verbania a Verbier, era già decisiva per la classifica generale alla luce dell’ascesa conclusiva di 8,8 km al 7,5% che ha visto in tempi recenti i successi di Moos, Lastras e Kirchen e soprattutto al Tour de France 2009 quello di Contador che inflisse distacchi pesanti a tutti i rivali e conquistò la maglia gialla portandola poi fino a Parigi: nel rientrare dall’Italia, dove la corsa elvetica è approdata per la prima volta dal 1998 quando una tappa si concluse a Varese, si è affrontato anche il Passo del Sempione distante però ben 130 km dal traguardo ed è per questo che poco o nulla è successo prima della salita finale, con Anderson (Spidertech) e il bergamasco Bazzana (Team Type 1) in fuga dai primi km tenuti sotto controllo da RadioShack e Rabobank, sulla carta le due corazzate della corsa con la presenza da una parte di Frank Schleck, Kloeden e Fuglsang e dall’altra di Gesink, Mollema e Kruijswijk, che hanno annullato il gap a circa 30 km dall’arrivo con anche la collaborazione della Liquigas della maglia gialla Sagan. Nel finale erano previsti infatti due sprint intermedi che assegnavano 3, 2 e 1” d’abbuono ai primi tre e lo slovacco è andato a prendersi il primo posto in entrambi, facendo pensare che curasse la classifica generale anche in considerazione del successo ottenuto un anno fa nella tappa di montagna di Grindelwald, salvo poi sfilarsi immediatamente dopo e proseguire in tutta tranquillità verso il traguardo dove è giunto con 13′ di ritardo.
Sulle prime rampe verso Verbier ancora Rabobank e RadioShack hanno operato il forcing rispettivamente con Ten Dam e Kloeden provocando fin da subito una netta selezione e a 6 km dal traguardo, con il gruppo dei migliori già ridotto a una quarantina di unità e del quale non facevano più parte tra gli altri Spilak (Katusha) e inaspettatamente anche Mollema, Frank Schleck ha attaccato in prima persona; sorprendentemente nessuno ha provato a reagire allo scatto del lussemburghese vincitore del Tour de Suisse 2010 che ha guadagnato in breve una trentina di secondi sugli inseguitori con Possoni (Lampre) in testa a scandire un ritmo regolare per Cunego ma troppo sostenuto per Poels (Vacansoleil), Peter Velits (Omega-QuickStep) e Monfort (RadioShack) che hanno perso contatto. Ai -4 finalmente non si sono mossi prima Gadret (Ag2r), quindi Danielson (Garmin) e in seguito ancora Gadret con Nieve (Euskaltel) ma l’unico a fare la differenza è stato Rui Costa (Movistar), che si è riportato sul francese e sul basco per poi lanciarsi in solitudine all’insegumento di Frank Schleck: dell’azione del portoghese hanno fatto le spese Gesink, che ci si attendeva a ben altra prestazione dopo il successo a Mount Baldy al Giro di California, e i nostri Moreno Moser (Liquigas), comunque bravo se si considerano i 21 anni e la desuetudine ad affrontare salite lunghe come quella di Verbier, Cataldo (Omega-QuickStep) e poco dopo anche Cunego, che già nel prologo di Lugano aveva fatto vedere di non avere la stessa condizione di un anno fa.
Sembrava che il vantaggio di Frank Schleck fosse sufficiente per vincere ma negli ultimi 2 km la pedalata del lussemburghese si è appesantita e Rui Costa è piombato come un falco su di lui e lo ha saltato negli ultimi 150 metri infliggendogli 4” di distacco con Nieve 3° a 12” che ha preceduto un ottimo Giampaolo Caruso (Katusha) e il talento francese Pinot (Fdj) 4° e 5° a 13”. Alla spicciolata hanno concluso poi gli altri big con Roche (Ag2r), Chris Soerensen (Saxo Bank) e Gadret a 16”, Valverde (Movistar) a 18”, Kreuziger e Kiserlovki (Astana), Danielson e un Leipheimer (Omega-QuickStep) molto più brillante rispetto alle aspettative a 22”; poco più indietro Kruijswijk, l’unico della Rabobank a salvarsi, 15° a 33”, Fuglsang 16° a 37”, Cunego 18° a 47”, Gesink 19° a 1′04”, Moser 21° a 1′20” e Cataldo 22° a 1′23”. Davvero una grande sorpresa in ogni caso quella di Rui Costa, atleta in grado di imporsi nella tappa di Superbesse all’ultimo Tour de France in seguito a una lunga fuga e più volte ben piazzato anche in questa stagione, ma che mai in passato aveva dimostrato di poter fare la differenza in una salita di quasi 9 km quale quella di Verbier.
Il portoghese balza anche al comando del Tour de Suisse con 8” su Schleck, 15” su Kreuziger, 19” su Pinot, 21” su Roche e Lovkvist, 23” su Valverde e 24” su Gadret con Caruso 15° a 41” e Cunego 17° a 57”. La terza tappa, 194,7 km da Martigny ad Aarberg, presenta gli strappi di Frienisberg e Innerberg rispettivamente a 25 e 10 km dal traguardo ma a giocarsi il successo potrebbero essere comunque i velocisti, con Petacchi che dopo le tre vittorie ottenute al Giro di Baviera sarà tra gli uomini da battere e dovrà vedersela con i vari Sagan, il rientrante Viviani, Boonen, Freire, Farrar, Davis e Hutarovich.
Marco Salonna