WIGGINS NUOVO RE DEL TIC TAC, SCHIAFFI A MARTIN, EVANS E NIBALI
Il britannico sempre più maglia gialla del Giro del Delfinato si conferma imbattuto in stagione nelle lunghe prove contro il tempo infliggendo nella crono di Bourg-en-Bresse 34” al tedesco campione del mondo di specialità , 1′43” all’australiano che si salva per poco dal sorpasso del rivale e addirittura 3′31” al siciliano in giornata no. Il Team Sky domina con Rogers 3° e il redivivo Froome 6°, cade Andy Schleck.
Foto copertina: Wiggins in azione nella crono di Bourg-en-Bresse (foto Bettini)
Dopo le scaramucce delle prime quattro giornate di gara il Giro del Delfinato è entrato nella sua fase decisiva con la maxi-crono di 53,5 km da Villié-Morgon a Bourg-En-Bresse, la più lunga in assoluto nella storia della corsa del sud-est francese nel nuovo millennio, lungo un percorso in leggera discesa nel primo terzo di gara e sostanzialmente pianeggiante di lì fino al traguardo; la prova è stata contrassegnata dal bel tempo e da un vento laterale/favorevole che è cresciuto con il passare delle ore avvantaggiando gli uomini di classifica partiti per ultimi.
Ci si attendeva un duello sul filo dei secondi tra la maglia gialla Wiggins (Sky) e il campione del mondo a cronometro Tony Martin (Omega-QuickStep) ma il britannico ha dominato la prova facendo la differenza tra i km 18 e 40, là dove erano posti i due rilevamenti intermedi, infliggendo 34” al tedesco che lo aveva beffato un anno fa in quel di Grenoble e mantenendo l’imbattibilità stagionale nelle lunghe cronometro il tempo dopo aver vinto quella della Parigi-Nizza e quella del Giro di Romandia. Martin è stato in ogni caso l’unico a contenere il distacco sotto il minuto con Rogers (Sky) 3° a 1′11”, la rivelazione Kelderman (Rabobank), considerato l’astro nascente del ciclismo olandese, 4° a 1′26” e Chavanel (Omega-QuickStep) e Froome (Sky), che per la prima volta nel 2012 si vede nelle zone alte dopo aver sfiorato il successo alla Vuelta della passata stagione, 5° e 6° a 1′35” con due condotte di gara completamente differenti: il francese era addirittura in testa al km 18 ed è calato strada facendo mentre il britannico di origini keniane solo 27° a quel rilevamento è stato il più veloce in assoluto dopo Wiggins nei restanti due terzi di gara, completando così il trionfo della corazzata di Scott Sunderland. 7° e 8° rispettivamente a 1′37” e 1′43” sono giunti i due australiani Durbridge (Orica-GreenEdge), che pur penalizzato dal fatto di partire tra i primi si è dimostrato competitivo anche su una lunga distanza dopo aver vinto il prologo di Grenoble, ed Evans (Bmc), che dopo una buona partenza ha ceduto parecchio nella parte centrale, probabilmente per aver perso la borraccia dopo pochi km di gara, rischiando di essere raggiunto da Wiggins che partiva 2′ dopo di lui, ma ha avuto una reazione d’orgoglio nel finale e la sua prova seppur non esaltante è stata comunque in linea con quella della crono del Critérium du Dauphiné della passata stagione culminata con il successo al Tour de France; chiudono la top ten Millar (Garmin) 9° a 1′51” e Luis Leon Sanchez (Rabobank) 10° a 1′53” che hanno preceduto un ottimo Van den Broeck (Lotto-Belisol) che ha lasciato qualche secondo di troppo negli ultimi 13 km ma nel complesso può essere più che soddisfatto per il distacco di 2′12” da Wiggins e per aver confermato i progressi contro il tic-tac già evidenziati nella prima parte di stagione.
Tra le delusioni di giornata bisogna annoverare il nostro Nibali (Liquigas), che ci si poteva attendere sui livelli di Van den Broeck ma che, dopo una buona difesa tratto iniziale più tecnico a lui favorevole, si è spento strada facendo non andando oltre il 31° posto a 3′31”; male anche Brajkovic (Astana) 16° a 2′33”, Coppel (Saur-Sojasun), da cui era lecito aspettarsi ben altra prestazione dopo essere apparso molto pimpante nei primi giorni, 19° a 2′49”, Porte (Sky), unico della formazione britannica a essere stato al di sotto dei suoi standard, 30° a 3′27”, mentre può essere considerato tutto sommato soddisfacente alla luce delle precedenti uscite il 24° posto a 3′12” di Menchov (Katusha), che procede a fari spenti nel suo avvicinamento al Tour de France; dal canto loro non hanno potuto fare altro che difendersi in quale modo i non specialisti come Moreno (Katusha), Cobo (Movistar), Rolland e Voeckler (Europcar) che hanno accusato distacchi tra i 4 e i 6 minuti. Ancora una volta va fatto un discorso a parte per Andy Schleck (RadioShack), che si sarebbe peraltro presentato a questo Giro del Delfinato con dei problemi a un ginocchio, che si è fermato al 164° posto su 171 corridori al via con un ritardo vicino agli 11′ ma il lussemburghese è arrivato al traguardo con i pantaloncini a brandelli per via di una caduta e questo spiega in parte il suo ritardo.
La classifica generale dopo la crono e prima delle tre consecutive frazioni di montagna vede Wiggins saldamente leader con 38” su Martin, 1′20” su Rogers, 1′38” su Chavanel, 1′44” su Evans e 1′45” su Kelderman con Nibali scivolato al 24° posto a 3′39”. Il percorso della quinta tappa, 186,5 km da Saint-Trivier-sur-Moignans a Rumilly, ricalca in gran parte quello della frazione del Tour de France che arriverà a Bellegarde-sur-Valserine con lo spauracchio del Col du Grand Colombier, salita di 17,4 km al 7,2% di pendenza media; dalla vetta mancheranno però ancora 68 km al traguardo e soprattutto gli ultimi 30 sono completamente pianeggianti il che, unito alla forza formidabile del Team Sky, potrebbe suggerire agli avversari diretti di Wiggins di rimandare gli attacchi alle prossime giornate e lasciare che a giocarsi il successo parziale siano i componenti di una fuga da lontano cui il gruppo lascerà via libera.
Marco Salonna