UN TOUR DE SUISSE DA TESTA-CODA
giugno 5, 2012
Categoria: Approfondimenti
Saranno concentrati nelle prime due tappe e nelle ultime tre i punti chiave del Tour de Suisse 2012, che scatterà sabato da Lugano con un cronoprologo. Subito dopo un arrivo in salita a Verbier, prima di una fase centrale nervosa, della crono di Gossau e di un finale in quota con i traguardi di Arosa e Sörenberg.
Foto copertina: Una veduta di Sörenberg, dove si concluderà il 76° Tour de Suisse (foto wikipedia)
Ci sarà anche un po’ di Italia al Giro di Svizzera 2012, e non soltanto a livello di partecipanti. Dopo 48 anni, e a 14 dall’ultimo arrivo nel nostro paese (Varese 1998), infatti, la più celebre e prestigiosa corsa a tappe del pianeta all’infuori dei tre GT (perlomeno storicamente; in tempi recenti la concorrenza del Delfinato si è fatta sentire) tornerà a far visita al VCO, all’indomani della terza partenza consecutiva da Lugano. Come nel 1964, la corsa si trasferirà in Italia in serata anziché in corsa, prima di ripartire dalla provincia di Verbania in direzione di un nuovo traguardo in terra elvetica. Allora, nell’edizione che vide il successo finale di Rolf Maurer, toccò a Pallanza ospitare l’avvio della tappa conclusiva, che a Losanna premiò Robert Hagmann; quest’anno sarà invece la volta del capoluogo, da cui la corsa muoverà per valicare il Sempione e raggiungere, appena ventiquattro ore dopo il prologo, il primo arrivo in quota, a Verbier.
Proprio quello di proporre in avvio una delle frazioni chiave – due se vogliamo considerare tale anche la breve crono d’apertura, poco più di 7 km di cui due in salita e altrettanti in discesa – sarà uno degli spunti più interessanti del Tour de Suisse 2012, che vedrà verosimilmente allungarsi da subito la classifica generale. La salita finale sarà la stessa che tre anni fa permise ad Alberto Contador di uccidere il Tour de France, e giungerà al termine della tappa più lunga prevista del menù rossocrociato.
Allo scoppiettante avvio seguirà una fase centrale di TdS sulla carta più tranquilla, anche se i velocisti dovranno guadagnarsi ogni singola chance di successo. Gli epiloghi di Aarberg, Trimbach-Olten, Gansingen e Bischofszell saranno infatti tutti alla portata degli sprinter, ma in nessun caso la volata a ranghi compatti potrà essere data per scontata. Nella terza giornata di gara saranno la salita di 3a categoria di Frienisberg e lo strappo di Imberberg (4a cat.) ad animare il finale, con l’ultimo GPM collocato a meno di 11 km dalla linea bianca, più della metà dei quali in discesa. L’indomani, a causare grattacapi alle ruote veloci sarà , più che lo Scheltenpass, ascesa di 1a categoria da affrontare prima di metà percorso, l’infilata di salite e salitelle che accompagnerà gli atleti dai -40 ai -15, culminando nella rampa di Salhöhe (2a cat.). Ancor più complicati per gli sprinter puri saranno i tracciati delle ultime due frazioni (sulla carta) interlocutorie, che vedranno traguardi posti in cima a brevi rampe: più lunga e pedalabile – ma collocata dopo 6 salite di 3a categoria e svariate altre asperità non segnalate con GPM – quella di Gansingen; più corta e brusca quella di Bischofszell, con l’antipasto dello strappo di Schocherswil a 7 km dall’arrivo.
Tutto quanto avverrà prima della terzultima tappa, ad ogni modo, si presterà ad essere ribaltato negli ultimi tre giorni di corsa, in cui si concentreranno una cronometro, due arrivi in salita e tre cime Hors Catégorie. Il trittico decisivo si aprirà , venerdì 15 giugno, con i 34 km contro il tempo con partenza ed arrivo a Gossau, da disputarsi lungo un tracciato impegnativo nella prima parte, fino a Pfannenstiel (km 11), ed assai più filante nella seconda. Nel week-end, invece, torneranno protagonisti gli scalatori, lasciati in panchina da Verbier in avanti.
Il 16 giugno sarà la lunghissima scalata verso Arosa a proporsi come teatro della sfida tra i favoriti, anche se le pendenze, almeno fino ai 5 km dal traguardo, saranno decisamente abbordabili. Ben più intrigante invece il tracciato della frazione Sörenberg, gran finale destinato ad incoronare il trionfatore del TdS 2012. Le rampe che porteranno all’arrivo saranno tutt’altro che proibitive, ma ad offrire terreno fertile per un ultimo assalto alla maglia gialla saranno, dopo un primo passaggio sotto lo striscione del traguardo, le salite di Glaubenbielen (15 km circa di ascesa, piuttosto tenera nella prima metà , ben più arcigna nella seconda) e soprattutto di Glaubenberg, 14 km e mezzo al 7,1% di media, con passaggi abbondantemente in doppia cifra. Certo, da quest’ultimo GPM all’arrivo mancheranno una quarantina di chilometri, ma il fatto che si tratti dell’ultima occasione per attentare alla leadership autorizza ad immaginare che la battaglia possa scoppiare già lì.
Confrontando il tracciato del Giro di Svizzera con quello del Criterium del Delfinato, suo diretto concorrente, si ha in generale l’impressione di un percorso più equilibrato, benché molto meno spettacolare di numerose edizioni passate, in cui le grandi montagne che di questa corsa hanno scritto la storia venivano scalate anziché aggirate. Novena, Furka, Gottardo e compagnia sono insomma altra cosa, ma per la prima volta da anni a questa parte il disegno del TdS si lascia a nostro giudizio preferire all’alternativa francese.
Discorso diverso, invece, per la start list, con al via il solo Gesink tra i corridori che possono legittimamente nutrire ambizioni di maglia gialla al Tour de France, oltre ad un Frank Schleck sulle cui condizioni, dopo la fallimentare spedizione al Giro, aleggiano tuttavia dei dubbi. Un quadro di generale mediocrità che potrebbe fare la fortuna dei colori italiani, che avranno in Damiano Cunego un alfiere che difficilmente, dopo le fatiche del Giro, avrebbe potuto dire la sua contro il lotto partenti del Delfinato, ma che potrebbe invece dare nuovamente l’assalto al podio in Svizzera, dopo l’amaro secondo posto al fotofinish dell’anno passato.
Matteo Novarini