DURBRIDGE GUIDA IL FESTIVAL AUSSIE, OK WIGGINS E NIBALI
Quattro australiani nei primi 13 del prologo del Giro del Delfinato con il campione mondiale under 23 a cronometro che supera di 1” il britannico che pone le basi per bissare il successo di un anno fa e di 3” i sorprendenti Grivko e Barredo. Buona prova di Evans 9° a 6” e del siciliano della Liquigas 22° a 10” e primo degli italiani, più indietro Samuel Sanchez e Andy Schleck.
Foto copertina: Durbridge in maglia gialla di leader della classifica sul podio del prologo (foto AFP)
Si è aperta con un prologo di 5,7 km in quel di Grenoble la 64a edizione del Giro del Delfinato, corsa che da sempre rappresenta un ideale banco di prova in vista del Tour de France e ancor di più nelle ultime stagioni ovvero da quanto l’ASO ne ha acquisito l’organizzazione, proponendo spesso tipologie di tracciati molto simili a quelli che verranno affrontati alla Grande Boucle se non addirittura le stesse strade che verranno poi riproposte in luglio. Non a caso sono al via buona parte di coloro che puntano alla maglia gialla di Parigi a partire dal vincitore uscente Wiggins (Sky), grande favorito anche in quest’edizione alla luce dei ben 60 km a cronometro e di tappe di montagna non esageratamente dure, e da Evans (Bmc) passando per Samuel Sanchez (Euskaltel), Van den Broeck (Lotto-Belisol), Menchov (Katusha), Cobo (Movistar), Tony Martin (Omega-QuickStep), Brajkovic e Vinokourov (Astana), il nostro Nibali (Liquigas) e Andy Schleck (RadioShack), per la prima volta al via dopo che nelle passate stagioni aveva sempre preferito il Giro di Svizzera, senza dimenticare gli atleti di casa capitanati da Chavanel (Omega-QuickStep), Coppel (Saur-Sojasun) e dal trio della Europcar Voeckler-Rolland-Kern già in grande evidenza un anno fa: pochissimi invece i reduci del Giro d’Italia presenti in gara tra i quali si segnalano Moreno (Katusha), il vincitore della tappa di Cervinia Amador (Movistar) e il bergamasco Carrara (Vacansoleil), determinante nella tappa dello Stelvio in cui il suo compagno De Gendt ha costruito il suo 3° posto finale a Milano.
A Grenoble era previsto brutto tempo nel pomeriggio ed è per questo che molte squadre hanno deciso di far partire alcuni dei loro big all’inizio mantenendone altri come ultimi ma in realtà sia gli uni che gli altri hanno potuto godere di condizioni ottimali mentre a incontrare la pioggia e l’asfalto bagnato sono stati gli atleti partiti nella fase centrale, quasi tutti comunque di secondo piano: successivamente le condizioni sono migliorate e la classifica finale ha dunque rispecchiato i veri valori in campo, con il 21enne australiano Durbridge (Orica-GreenEdge) che ha avuto la meglio: il campione mondiale under 23 in quel di Valkenburg e già vincitore in stagione di una crono e della classifica generale al Circuit de la Sarthe è partito tra i primissimi facendo segnare il miglior tempo e resistendo a tutti gli assalti, ultimo dei quali quello di Wiggins che ,come già avvenuto nel prologo della Parigi-Nizza, ha dovuto accontentarsi della piazza d’onore con un distacco di 1”: 3° e 4° a 3” due nomi inattesi come quelli di Grivko (Astana) e Barredo (Rabobank), seguiti a 5” da Tony Martin, maggiormente a suo agio in distanze più lunghe, da un ottimo Gerrans (Orica-GreenEdge), da Martens (Rabobank) e da Chavanel, con un già pimpante Evans 9° a 6” che insieme a Porte (Sky) 13° a 8” malgrado l’asfalto ancora leggermente bagnato ha completato il trionfo australiano, mentre la top ten è stata chiusa con un distacco di 7” da Amador che ha confermato l’eccellente condizione con la quale è uscito dal Giro d’Italia. Per quanto riguarda gli altri uomini di classifica Nibali, migliore degli italiani, si è piazzato 22° a 10” mostrando netti segnali di crescita rispetto al Giro di California anche in considerazione del fatto che i lunghi rettilinei e le pochissime curve del tracciato di Grenoble non lo favorivano; convincente anche la prova di Van den Broeck che ha chiuso a 11” mentre Menchov ne ha persi 14, Brajkovic 15, Voeckler 17, Rolland 19 e un Andy Schleck dignitoso rispetto ad altre apparizioni 29, uno in meno di Samuel Sanchez che con ogni probabilità interpreterà questo Criterium du Dauphinè solo come allenamento per la Grande Boucle così come ha già fatto in passato. La prima tappa in linea, 187 km da Seyssins a Saint-Valler, si presta anche per via dell’assenza di grandi velocisti in gara ai colpi di mano, con sei gran premi della montagna ultimo dei quali la Côte de la Sizeranne, 2,9 km di salita al 6,6% con la vetta posta a 9 km dal traguardo.
Marco Salonna