Friday, May 02, 2025

DE GENDT EROE DELLO STELVIO

maggio 26, 2012
Categoria: News

Il belga della Vacansoleil se ne va nell’ultimo tratto del Mortirolo e trionfa in solitaria sulla Cima Coppi del Giro, sbarazzandosi sui tornanti dello Stelvio della compagnia di Cunego e Nieve. Regna ancora un poco comprensibile attendismo tra i favoriti, che aspettano gli ultimi 3 km dell’ultima montagna della corsa per darsi battaglia. Rodriguez incrementa lievemente il margine nei confronti di Hesjedal, che resta comunque il favorito per il successo finale.

Foto copertina: uno stremato ma entusiasta Thomas De Gendt taglia il traguardo dello Stelvio (foto Roberto Bettini)

Non sono bastate nemmeno le rampe ai limiti della praticabilità del Mortirolo per tirar fuori un po’ di coraggio dai grandi (o supposti tali) del Giro d’Italia, e per indurre qualcuno a portare finalmente un attacco a più di 4-5 km dal traguardo. Ad eccezione di un paio di allunghi scarsamente convinti di Joaquim Rodriguez, buoni al massimo a provare la febbre ad un reattivo Ryder Hesjedal, i pretendenti alla maglia rosa finale si sono ancora una volta marcati a uomo, evidentemente convinti di poter ribaltare la corsa entrando in azione soltanto sul Passo dello Stelvio.
A scongiurare l’ennesima giornata di noia nell’attesa dei 10 minuti di battaglia tra i migliori ha però pensato il più improbabile degli eroi, il meno scalatore tra i primi dieci della generale di stamane: Thomas De Gendt, belga della Vacansoleil che ha scelto proprio il terrificante tratto in cemento dell’inedito Mortirolo da Tovo per piazzare la sua stoccata. Nel lungo tratto di fondovalle tra la fine della discesa e l’attacco dello Stelvio, il 25enne di Sint-Niklaas ha potuto sfruttare il fondamentale appoggio di Matteo Carrara, facente parte della folta ed interessantissima fuga della prima ora (con lui Vande Velde, Kreuziger, Caruso, Sella, Amador, Perget, Zaugg, Denifl, Frank, Bono, Kristoff, Slagter, Losada e Rabottini). Al tandem Vacansoleil si sono uniti Cunego, lievemente staccato sul Mortirolo ma capace di rientrare e staccare il drappello maglia rosa nella picchiata successiva, e il duo Euskaltel formato da Izagirre e Nieve, evaso dal gruppo Rodriguez nel tratto pianeggiante tra i due mostri di giornata.
La mossa è stata infatti resa possibile dall’isolamento di tutti i capitani, fermatisi nell’attesa del rientro di compagni da dietro. Basso ha fermato Caruso, ancora in avanscoperta, ma, forte degli innumerevoli successi di tappa già conquistati in questo Giro, non ha ritenuto la possibilità di imporsi sulla Cima Coppi un motivo sufficiente a schierare davanti il suo uomo. Per assistere ad un inseguimento degno di tale nome si è dovuto così attendere il recupero sui migliori di Stetina, rimasto quindi al vento fino all’entrata in scena di Vande Velde, anch’egli fermato dal drappello di testa.
De Gendt e compagni si sono così trovati con quasi 4’ da gestire all’imbocco dello Stelvio, lasciando immaginare che dovesse uscire dai battistrada il nome del vincitore di giornata. Ciò che era invece meno pronosticabile era però che il belga, due chilometri dopo aver fatto le prove generali con un primo allungo, si sbarazzasse con relativo agio di Cunego e Nieve, e – cosa ancor meno ipotizzabile – che la caccia al traguardo di tappa divenisse qualcosa di più.
Con il gruppetto maglia rosa che continuava ancora a delegare il lavoro al solo Vande Velde, inevitabilmente in riserva, il margine del leader si dilatava infatti fino a raggiungere i 5’34’’, ossia appena sei secondi in meno di quanto De Gendt rendeva alla partenza a Rodriguez. Solo a 7 km dalla vetta, quando il primo di una serie di allunghi di Gadret aveva costretto lo statunitense ad alzare bandiera bianca, un big – nello specifico Hesjedal – ha preso in mano la situazione. Joaquim Rodriguez e Michele Scarponi sono stati gli unici a mantenere la ruota dell’ormai non più sorprendente canadese, che con il suo forcing ha allontanato definitivamente la rosa virtuale dalle spalle di De Gendt e ha estromesso definitivamente dalla lotta al successo finale Ivan Basso.
Con 2500 metri ancora da percorrere, Scarponi ha finalmente prodotto uno scatto deciso, con il quale ha guadagnato in pochi istanti un centinaio di metri sui primi due della generale. Hesjedal, benché meno pimpante di ieri, ha comunque saputo limitare i danni, fino a rientrare nella scia del marchigiano con le ultime pedalate. Purtroppo per lui, nel mentre, aveva fatto la sua mossa, a meno di 1 km dal termine, anche Purito, che ha messo in campo la sua mostruosa facilità nel cambio di ritmo per guadagnare 14’’ in poche centinaia di metri sul più diretto avversario in classifica.
Azioni, queste ultime, che non hanno comunque minimamente offuscato l’impresa di De Gendt, capace di tagliare in solitaria il traguardo della più dura ed affascinante frazione del Giro con 56’’ di margine su Damiano Cunego, secondo classificato e al centro di una sterile e pretestuosa polemica per non essersi fermato ad attendere Scarponi dopo l’attacco del capitano Lampre (quale contributo potesse offrire un atleta che aveva percorso quasi tutto lo Stelvio in solitudine e che era in avanscoperta da 50 km resta un mistero). Nieve si è fermato a 2’50’’ dal ripetere l’exploit di vincere la tappa regina che già gli era riuscito l’anno scorso, giungendo terzo con una manciata di secondi Rodriguez (+3’22’’), Scarponi (+3’34’’) e Hesjedal (+3’36’’).
Il canadese resta il principale indiziato per il successo finale, dal momento che gli basterebbe guadagnare un secondo al chilometro nei confronti di Purito per sfilargli la rosa nella cronometro di domani. Con 1’51’’ di ritardo, esce invece dai giochi Scarponi, che deve anzi guardarsi da un De Gendt ora staccato di soli 27’’ dal podio, e sulla carta più cronoman di tutti coloro che lo precedono. Basso, dal canto suo, ha lasciato ancora un minuto e mezzo al capoclassifica: meglio di sette anni fa, quando sui tornanti del più nobile versante di Prato allo Stelvio lasciò mezzora, ma abbastanza per veder infrangersi definitivamente – proprio come allora – i residui sogni rosa. Cunego sale in sesta piazza, staccato di 3’43’’ da JRo e di appena 25’’ dal varesino, mentre Uran, Pozzovivo, Nieve e Gadret completano una top 10 in cui potrebbe ancora ambire ad entrare il solo Henao.
Al sipario mancano appena ventiquattro ore e 31 km, da percorrere in solitudine per le vie di Milano. Per i più, il solo rivale sarà il cronometro; per Rodriguez e Hesjedal, gli outsider che si sono con pieno merito presi la copertina del Giro, sarà invece un uno contro uno, un faccia a faccia quasi pugilistico da disputarsi a distanza. Sempre che De Gendt, che dieci mesi fa sfiorò il podio nella cronometro di Grenoble al Tour de France, non mantenga viva nottetempo la magia con cui ha costruito la più bella impresa del Giro 2012.

Matteo Novarini

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